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INDICE GENERALE :Introduzione
Parte I Radici storiche e culturale Concetto di terrorsiomo I molti terrorrismi Terrorismo islamico Terrorismo palestinese Al Qaeda Terrorismo fondamentalista Radici storiche Radici religiose La guerra santa L'11 settembre Pericoli per Occidente Reazione occidentale Considerazioni conclusive
Parte II Visto dagli occidentali: due tesi a confronto .Il problema l'America Il terrorismo Interventi militari, Dopo gli interventi Sinistra occidentale e araba
Parte III VISTO DA AL-QAEDA ::PREMESSA MESSAGGIO DI BIN LADEN AGLI IRACHENI RIVENDICAZIONE DI ATOCHA COMUNICATO PER LA DECAPITAZIONE DI N. BERG VIDEO DI AL ZAWAHRI 11SETTEMBRE: UN COLPO DI GENIO ? PROSPETTIVE DEL CONFLITTO
PARTE IV :Brigate rosse e terrorismo Islamico Introduzione Confronto Contrastare il terrorismo Conclusione
Appendice "Viva la muerte" fra falangismo e terrorismo islamico : Introduzione Episodio di Salamanca Le ragioni dei falangisti Falangisti ed estremisti islamici
Nel presente lavoro prendiamo in considerazione alcuni degli aspetti salienti del cosi detto terrorismo islamico che attualmente ha scatenato una crisi internazionale di vaste dimensioni e dalle prospettive incerte. Non è, per quanto possibile, nelle nostre intenzioni dare un giudizio di valore sul terrorismo ma solo di cercare di comprenderne oggettivamente i caratteri fondamentali
Nella Parte Prima cercheremo di coglierne le radici storiche e culturali perche se l'Occidente si è accorto di questo fenomeno dopo l'11 settembre ,esso non è un fatto recente ed ha origini complesse e lontane.
Nella Parte Seconda esaminiamo come il fenomeno è inteso nel mondo occidentale mettendo a confronto i duo poli fondamentali di interpretazioni degli avvenimenti medio orientali
Nella Parete Terza vedremo invece come il terroismo è visto dagli ambienti islamici vicini ad al-qaeda esaminando i documenti e le dichiarazioni più importanti rese da essi.
Nella Parte Quarta invece faremo un rapido confronto fra il terrorismo di tipo occidentale mettendo a confronto le Brigate Rosse con il terrorismo islamico per chiarirne le profonde differenze di natura e di finalità
Nella appendice infine noteremo come l'esaltazione della morte del terrorismo islamico trova riscontro nel falangismo nella guerra civile spagnola.
PARTE PRIMA
INDICE: Concetto di terrorrismo . I molti terrorrismi Terrorismo islamico Terrorismo palestinese Al Qaeda Terrorismo fondamentalista Radici storiche Radici religiose La guerra santa L'11 settembre Pericoli per Occidente Reazione occidentale Considerazioni conclusive
Il concetto di terrorismo è quanto mai ampio e contestato tanto che all'ONU non si è mai riusciti a trovare una definizione che fosse accettabile per tutti
In senso lato possiamo definire terrorismo tutte le azioni compiute nell'ambito di lotte armate che non siano intese semplicemente a colpire le forze armate avversarie ma a spargere il terrore fra le popolazioni civili. In questo senso esso è stato sempre ampiamente usato dall'antichità ai nostri giorni per fiaccare la volontà di combattere dei popoli nemici e gli esempi potrebbero essere purtroppo infiniti. Ci limitiamo per il passato a ricordare forse il caso più impressionante: le orde mongole guidate da Gengis Kan uccidevano tutti gli abitanti, nessuno escluso, delle città che facevano loro resistenza: l'impero mongole fu costituito per la maggior parte senza combattere perchè davanti a questa terribile prospettive la maggior parte delle città si sottomettevano senza tentare nemmeno la resistenza.
Per passare a tempi recenti nella Seconda Guerra Mondiale l'arma aerea fu ampiamente usata al fine di terrorizzare le popolazioni: dapprima furono i Tedeschi, prima in Spagna (famoso l'esempio di Guernica, immortalato da Picasso) e soprattutto con i bombardamenti sull'Inghilterra ( la cittadina di Coventry fu completamente distrutta dai tedeschi tanto che fu coniato il termine di "coventrizzare" ). In seguito furono gli Americani che usarono i bombardamenti detti "a tappeto": tristemente famoso il caso di Dresda, centro senza alcun valore militare completamente distrutta con la morte di almeno 200.000 persone . Ma ricordiamo pure i terrificanti bombardamenti delle città giapponesi soprattutto di Tokio e lo stesso lancio delle bombe atomiche. Ricordiamo anche le rappresaglie massicce dei tedeschi, le deportazioni di intere popolazioni compiute da Stalin : l'elenco sarebbe purtroppo infinito.
Tuttavia ai soli fini della presente trattazione noi restringiamo a PURO SCOPO ESPOSITIVO E SENZA ALCUN GIUDIZIO DI VALORE il concetto di terrorismo a quanto viene attualmente comunemente indicato: azioni di gruppi irregolari (cioè che non hanno divise, insegne che li rendano riconoscibili) che uccidano prevalentemente civili allo scopo di terrorizzare la parte avversaria.
Sorge il non semplice problema di distinguere il terrorismo dalla "Resistenza " Il termine "Resistenza" fu coniata durante la II Guerra Mondiale per indicare il fatto che benchè gli eserciti si fossero arresi una parte più o meno ampia dei cittadini continuarono una "resistenza" contro l'occupante ricorrendo a azioni di guerra. I resistenti furono generalmente chiamati "partigiani". Essi però non colpirono mai dei civili ma solo soldati armati (d'altra parte nei paesi occupati non vi erano civili stranieri). Pertanto la differenza fra terrorismo e resistenza verrebbe a consistere nel fatto che la secondi colpisce soldati armati mentre il primo prevalentemente dei civili.
I "terroristi" in genere contestano la sostanzialità di questa differenza equiparando civili e militari e affermando di essere dei resistenti o dei rivoluzionari.
Nel mondo attuale esistono terrorismi di ogni genere ma solo quello di matrice islamico pare destare preoccupazioni mondiali, provoca interventi armati ,muove eserciti potenti. Non crediamo che si tratti di un errore di prospettiva : vi sono precise ragioni che cerchiamo ora di di chiarire.
Notiamo che in molti paesi dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia il terrorismo è un fenomeno endemico che raramente raggiunge l'onore delle prime pagine della stampa, che non provoca grossi interventi occidentali e che si confonde comunemente con la guerriglia rivoluzionarie e le infinite lotte etniche. Ma anche nella evoluta Europa non mancano i "terrorismi": basti pensare al terrorismo basco o a quello nostrano delle Brigate Rosse ( e movimenti affini.)
Ma si tratta di fenomeni locali,con scarsa incidenza sugli equilibri e gli scenari mondiali: il terrorismo islamico fino a qualche anno fa rientrava in queste categorie e infatti pochi poi se ne avvedevano e l'opinione pubblica dedicava ad esso un modesto interesse. Ma dopo l'11 settembre l'Occidente e il mondo intero si sono sentiti minacciati e soprattutto è nata la preoccupazione più o meno fondata che possano essere usate armi di sterminio di massa (nucleari o batteriologiche). Questi timori non sono considerati reali in altri casi. Facciamo qualche esempio
Il terrorismo basco è opera di una sparuta minoranza del popolo basco che è gia una piccola minoranza della Spagna: colpisce dolorosamente ma non ha alcun pretesa di espandersi, di minacciare altre nazioni, si esclude che possa usare armi di sterminio di massa.
Le Brigate Rosse anche nel momento di maggiore espansione (sequestro Moro) erano costituite da qualche migliaio di persone che restavano isolate non solo nell'ambito della nazione ma anche nella stessa parte della sinistra estrema alla quale pure facevano riferimento. Si limitavano a colpire qualche personalità considerata obbiettivo politico, mai hanno compiuto stragi di massa,tanto meno avrebbero mai usato armi di sterminio di massa
Ma il terrorismo islamico (dopo l'11 settembre) sembra essere tutta altra cosa. Supera i confini delle singole nazioni, va al di la del mondo islamico stesso, intende colpire gli occidentali in generale anche nelle loro terre, soprattutto potrebbe avere un seguito ampio nelle masse, potrebbe essere sostenuto da Stati (come avvenuto in Afganistan. Mosso da una cieca fede religiosa non sembra preoccuparsi delle conseguenze rimettendo tutto nelle mani di quel Dio al quale essi credono di ubbidire: in questa prospettiva potrebbero arrivare anche a ciò che che più di ogni altro viene temuto: l'uso delle armi atomiche e batteriologiche che ormai il diffondersi delle conoscenze scientifiche ha reso relativamente abbastanza agevole costruire
Non è facile darne una definizione esaustiva perchè assume aspetti e caratteri molto diversi. Diciamo che il carattere che lo distingue è il suicidio religioso. Il combattente islamico porta la strage nell'ambito dei "nemici" facendosi saltare con l'esplosivo secondo un rituale abbastanza preciso nella prospettiva di raggiungere immediatamente il paradiso. In Occidente viene denominato impropriamente "kamikaze" ma egli si considera uno "shaid", termine coranico che significa "martire" nel significato originale del termine greco . Martiri infatti nel cristianesimo venivano definiti i "testimoni" della fede cioè coloro che avevano affrontato la morte per rendere testimonianza della loro fede ma avrebbero potuto salvarsi semplicemente rinnegandola. Nell'ambito del Corano tuttavia si considerarono "testimoni" ("shaid" ) quelli che morivano combattendo contro gli infedeli.
In tempi recenti si è cominciato a parlare di "shaid" al tempo della guerra fra Iran e Iraq. Giovanissimi iraniani ("pasdaran" cioe "guardiani della rivoluzione") si cingevano il capo con un nastro sul quale erano scritti dei versi del corano, avanzavano sui campi minati dove morivano facendo esplodere le mine: l'esercito regolare poi avanzava su quei varchi aperti cosi dolorosamente . Quelli che si sacrificavano venivano considerati "shaid", erano onorati ampiamente e intensamente nell'Iran di Komeini. Non si trattava però di terrorismo: semplicemente di militari che si immolavano nell'ambito di una guerra regolare.
In seguito però il fenomeno è dilagato e trasformato:lo "Shaid" è una persona che si lascia esplodere uccidendo indiscriminatamente tutti quelli che sono intorno a lui. considerati comunque nemici.
La lotta che dura ormai da oltre mezzo secolo fra palestinesi e israeliani è anteriore al terrorismo islamico che si è manifestato soltanto in tempi molto recenti. Nel passato soprattutto negli anni 70 le organizzazioni palestinesi fecero uso del terrorismo soprattutto nel dirottamento di aerei di varie nazionalità che finirono a volte in stragi raccapriccianti. Tuttavia non vi era alcuna motivazione religiosa islamica, anzi spesso gli autori era arabi cristiani. In seguito queste forme di lotta furono abbandonate perchè considerate controproducenti. Negli anni 90 si affermò la "intifada" che si limitava al lancio di pietre anche se spesso purtroppo non mancavano le vittime. In tempi più recenti il fondamentalismo islamico si è però ampiamente diffuso in Palestina e con esso il fenomeno degli "shaid" . I palestinesi rigettano però ogni legame con il terrorismo indiscriminato di Al Qaeda. Essi si considerano dei "resistenti", si paragonano ai partigiani della Seconda Guerra Mondiale che si opponevano all'invasore. Tuttavia come abbiamo notato i partigiani colpivano solo soldati: invece i palestinesi colpiscono indiscriminatamente uccidendo non solo israeliani ma anche arabi che si trovano occasionalmente sul luogo dell'attentato . Secondo la definizione che abbiamo dato debbono essere considerati quindi senza altro dei terroristi ( si noti che questo non vuol essere un giudizio di valore ma solo una constatazione, come abbiamo chiarito nel primo paragrafo.)
Gli israeliani fanno ogni sforzo per assimilare senza alcuna riserva terroristi palestinesi e terroristi islamici tout court senza alcuna distinzione cercando di indurre gli occidentali di considerare Al Qaeda e Hamas come la stessa cosa.
Se uguali possono essere modalità e rituali e motivazioni religiose però le finalità appaiono ,a nostro parere, ben diverse: i palestinesi vogliono semplicemente scacciare gli israeliani dalla Palestina, hanno interessi locali e limitati : Al Qaeda invece intende condurre uno scontro di civiltà su scala mondiale
Al Qaeda più che un effettiva organizzazione è divenuta in questi ultimi tempi come una specie di categoria mentale.
Certamente Bin Laden negli anni scorsi è riuscito in Afganistan a organizzare una ampia serie di campi di addestramento militare, ha contribuito finanziariamente a tante organizzazione ,ha tessuto una rete di contatti . Ha insomma fatto da cemento a una serie infinita di estremismi islamici nati autonomamente e dalle mille sfaccettature.
Al Qaeda ha approvato l'attacco dell' 11 settembre, probabilmente ne aveva notizie ma difficilmente può essere stata l'effettiva organizzatrice. Dopo l'intervento in Afganistan e la caduta del regime dei Talebani, Bin Laden è ormai un fuggitivo contro il quale si è scatenato la più gigantesca caccia all'uomo che la storia ricordi : se fino ad ora è riuscito a sfuggire ciò dipende presumibilmente dal fatto che egli se ne sta nascosto da qualche parte senza fare nulla: se effettivamente dirigesse ancora una organizzazione si dovrebbe esporre e sarebbe facilmente individuato.
Tuttavia al Qaeda, nel bene e nel male rappresenta ,quello che in questa sede noi identifichiamo e denominiamo propriamente come terrorismo del fondamentalismo islamico e che dagli occidentali viene percepito come minaccia globale, come pericolo incombente dal quale difendersi
Il terrorismo islamico non è un qualcosa di organico, non esiste un grande vecchio, una "spectra" come nei film di James Bond che ogni cosa dirige : esiste invece una costellazione di organizzazioni che possono essere anche piccolissime e che agiscono in modo del tutto incontrollato. Si pensi al caso limite di Agrigento: un italiano convertito all'Islam da solo cercava di preparare attentati per crearsi un ruolo un prestigio personale.
Denominiamo quindi con questo termine il fenomeno che generalmente noi occidentali tendiamo a identificare alquanto semplicisticamente con con quello di Al Qaeda
Si tratta in effetti di un fenomeno molto complesso che ha avuto la sua massima espressione l' l'11 settembre a New York, che è esistito molto tempo prima della fondazione di Al Qaeda e continua anche dopo che la organizzazione diretta di Bin Laden è stata praticamente smantellata perdendo le serie di basi che aveva in Afganistan .
Il terrorismo fondamentalista non ha fini ben chiari e dichiarati: i Palestinesi vogliono cacciare via gli ebrei, i Ceceni l'autonomia da Mosca , gli irredentisti del Kashmir riunirsi al Pakistan ma cosa si proponevano coloro che abbatterono le Twin Towers?. Nessuno ha avanzato richieste magari anche solo irrealistiche anzi nessuno ha nemmeno mai rivendicato l'attentato. La serie di attentati precedente e seguenti hanno lo stesso carattere: nessuna rivendicazione, nessuna richiesta esplicita. Gli "shaid" (Kamikaze, come si dice in occidente) fanno esplodere bombe in Turchia, in Arabia in Marocco in Indonesia uccidono e fanno stragi indiscriminate ma nessuno avanza richieste, nessuno rivendica nulla: ma che senso ha tutto questo?
In effetti i fondamentalisti islamici intendono la loro lotta come lotta dell'Islam contro gli infedeli identificati negli occidentali in generale e negli americani in particolare siano essi considerati come cristiani che soprattutto come atei
Essi vedono uno scontro religioso: è una categorizzazione del problema in termini religiosi che sfugge completamente agli occidentali che, anche se credenti, vivono e pensano ormai da secoli in un orizzonte laico.
Le rivendicazione economiche sono assolutamente secondarie. La nostra mentalità che vede lo Stato soprattutto come regolatore della distribuzione della ricchezza non ci fa comprendere che per un fondamentalista islamico la funzione dello Stato è etica,che esso è innanzitutto difensore e depositario della fede.
Inutilmente possiamo far notare che negli ultimi anni gli occidentali hanno intrapreso due interventi militari, in Serbia e in Kossovo, a favore di popolazioni mussulmane contro popolazioni cristiane, che nella prima guerra del Golfo gli stati arabi in maggioranza erano alleati con gli Americani, che in Afganistan in pratica si è appoggiata una fazione interna ( l'Alleanza del nord ) anche essa islamica. Non importa: essi vedono l'Occidente come il nemico dell'islam e tutti quelli che si alleano con esso come traditori, come nemici dell'Islam anche se essi stessi mussulmani.
Solo un piccolo numero di persone effettivamente entra nell'ottica della lotta armata agli occidentali: ma non possiamo ignorare che le masse mussulmane sono con almeno con il cuore se non con la ragione con essi.
In Italia non si sono mai viste manifestazione per le Brigate rosse, in Spagna tutti manifestano contro gli estremisti baschi: ma abbiamo avuto imponenti dimostrazioni popolari a favore del fondamentalismo islamico : è un fatto che non bisogna ignorare
Non possiamo liquidare quindi il fenomeno dell'estremismo islamico come di un fatto marginale, diremmo quasi fisiologico in qualunque movimento :occorre comprendere le ragioni storiche e religiose del fenomeno.
Il radicalismo islamico nasce soprattutto dalla constatazione dolorosa della condizione di debolezza, di penosa inferiorità in cui il "dar al islam" (il regno dell'islam) si trova rispetto al mondo europeo cristiano
Per circa mille anni islam e cristianesimo si sono affrontate con alterne vicende con l'Islam generalmente all'attacco e la difesa cristiana ora soccombente ora invece in vigorosa riscossa.
La situazione però è mutata dalla fine del 1600. Nel 1683 i turchi assediarono Vienna che resistette fino a che un esercito guidato dal re polacco Giovanni Sobieski affrontò l'armata mussulmana e la sconfisse rovinosamente nella battaglia di Kahlenberg
E' stata quello l'ultima volta in cui una armata mussulmana ha tenuto testa a una cristiana: in seguito i mussulmani hanno cominciato a perdere ogni scontro. La situazione è andata aggravandosi con il tempo: le truppe francesi di Napoleone sconfissero con irrisoria facilità i Mammelucchi che dominavano l'Egitto da più di 500 anni. Senza grosse difficoltà nell'Ottocento gli europei conquistarono praticamente tutto il mondo islamico e vi stabilirono comunque la loro egemonia.
Ciò provoco anche nell'Ottocento fenomeni di rivolta generale dei quali il più significativo, a nostro parere, è la vicenda del "Madhi" nel Sudan
Analogamente ai fondamentalisti moderni il Madhi propugnò il ritorno a un integralismo islamico sognando di liberare tutto il "dar al islam " dagli europei. Raccolse ampie forze nel Sudan,(denominati " Dervisci" ) investi e conquistò Kartum. Ma nel 1898 un corpo di spedizione formato da soldati inglesi e ed egiziani da essi organizzati marciò nel Sudan: davanti a Kartum 60.000 madhisti si lanciarono in una carica massiccia sicuri che Allah avrebbe dato loro la vittoria: le armi europee fecero strage, i madhisti non riuscirono nemmeno a giungere allo scontro diretto: caddero a migliaia, inutilmente. Dopo la battaglia, se di battaglia si può parlare, sul terreno restarono 48 inglesi e 11.000 dervisci. Il condottiere inglese Kitchner ebbe grandi onori in Egitto (esiste ancora un a isola con giardino botanico ad Aswan che porta il suo nome) e in Inghilterra ( il titolo di lord e poi anche una sfarzosa tomba in St. Paul a Londra.)
Da ormai due secoli l'islam è umiliato profondamente e tale umiliazione si è acuita negli ultimi anni. Gli arabi non sono riusciti a eliminare o almeno a contenere un piccolo stato come Israele contro il quale hanno perso quattro guerre L'iraq ha minacciato "la madre di tutte le battaglie" nel 92 e poi nel 2003 "una resistenza insuperabile" ma gli Americani hanno vinto in entrambi i casi con estrema facilità, quasi senza perdite. In Afganistan è bastato praticamente aiutare una delle fazioni in lotta ( Tagiki e Usbeki del nord) e le forze Talebane che avrebbero dovute combattere fino all'ultimo uomo si sono dileguate. Si può essere contrari a Saddam e al Mullah Omar ma un mussulmano non può non sentirsi umiliato da tutti questi fatti
E allora ci si chiede il perchè. Per gli occidentali non vi sono dubbi: i mussulmani non hanno operato le riforme necessarie, sono ancora troppo legati a forme superate di organizzazione e di civiltà. ( i Giapponesi ad esempio, hanno imitato invece gli occidentali e rapidamente sono entrate nel novero delle nazioni più avanzate). Gli arabi sono discordi, in lotta eterna fra i vari gruppi, non hanno costituiti stati democratici e moderni, dappertutto ci sono dittature e classi dirigenti inadeguate. La stesa diagnosi viene condivise dalle elittes culturali arabe educate più o meno all'occidentale.
Ma il fondamentalismo fa una diagnosi opposta: la decadenza araba e mussulmana è dovuta all'abbandona della tradizione coranica. Solo il ritorno all'integrale applicazione della legge coranica (sharia) può fare rinascere l'Islam. la gloriosa civiltà islamica e far rivivere i tempi mitici del Califfato e degli Abbassidi: non bisogna modernizzarsi in senso occidentale ma anzi tornare alla pura tradizione islamica.
Questo è il punto essenziale: la rinascita islamica passa attraverso il rigetto dell'occidentalizzazione. Il fine del terrorismo islamico è quello di destabilizzare e rovesciare tutti i regimi arabi che più o meno esplicitamente prendono ispirazione dall'Occidente
Noi occidentali crediamo che le persone come Bin Laden sono la causa della arretratezza del mondo dell'Islam, i fondamentalisti al contrario che solo essi possono far rinascere l'antica e gloriosa civiltà : non c'è possibilità di dialogo fra queste due posizione.
L' Islam non sembra comprendere la differenza che noi facciamo fra politica e religione: le due cose, pressappoco,coincidono . In Iran l'unico paese in cui una concezione fondamentalista è effettivamente giunta al potere tutte le leggi debbono essere approvate da un consiglio di esperti coranici (teologi ,diremmo noi) perchè ogni decisone è legittima solo e in quanto applica la legge divina o almeno non è in contrasto con essa.
Noi consideriamo questa commistione fra religione politica una caratteristica propria dell'Islam: ma questo non è vero affatto, è un errore di prospettiva
In genere le concezioni del passato hanno ritenuto il legame fra religione e politica come un fatto essenziale ed ovvio
Siamo noi occidentali, invece, che abbiamo ormai acquisito ,anche se credenti una concezione laica della politica e dello stato. Distinguiamo nettamente o abbastanza nettamente fra i fini dello Stato e quelli della Chiesa. Come già Locke enunciò ormai oltre tre secoli fa la Chiesa è una associazione volontaria che ha per fine la salvezza dell'anima mentre lo Stato è una associazione necessaria (obbligatoria) che ha per fine il buon governo l'ordine, la pace il benessere: Il peccato non si identifica con il reato e viceversa anche se molto spesso la stessa azione rientra in tutte e due le categorie. In seguito specie in conseguenze della rivoluzione industriale e delle lotte sociale lo Stato ha assunto agli occhi degli Occidentali soprattutto la funzione di promotore e regolatore della ricchezza nazionale, della distribuzione del reddito. Noi giudichiamo i nostri governanti dall'aumento del reddito nazionale e da una equa distribuzione dello stesso ( in tutte le possibili combinazione delle due cose): a nessuno di noi verrebbe in mente di chiederci se durante l'attuale governo i "peccati" sono aumentati o sono diminuiti. Anzi nel momento in cui si discutono questioni di coscienza (aborto, fecondazione artificiale) i tradizionali schieramenti e partiti politici fanno un passo indietro,si lascia libertà di voto ai singoli deputati e spesso poi si ricorre ai referendum come manifestazione diretta della volontà popolare che in questi casi non può essere rappresentata dai partiti che sono costituiti su altra base.
Ma una concezione laica si presentata nella nostra tradizione storica solo con il Rinascimento e ha stentato secoli per affermarsi.
Nel Medio Evo dominava incontrastato il principio enunciato già da Agostino: "Nulla auctoritas nisi a deo": il governante è il rappresentante di Dio, colui che fa valere la giustizia, cioè, in un ambito religioso, la "volontà di Dio" . Il sovrano deve ai sudditi la "giustizia": la legge esiste già, al di sopra di lui : egli la deve solo applicare:ecco, questo era il suo vero compito. I problemi economici apparivano del tutto secondari.
Nel mondo mussulmano la concezione della autorità era sostanzialmente la stessa: solo alquanto più radicale. Infatti le Sacre Scritture cristiane contengono principi generali che possono essere interpretati in modo molto vario. Il Corano invece contiene prescrizioni precise, spesso minuziose: bisogna applicarle integralmente se si vuole essere un buon sovrano, vale a dire un buon mussulmano.
Nel mondo musulmano non vi è stato il Rinascimento, non vi è stato l'illuminismo, la Rivoluzione francese, l'affermazione della democrazia: esso è come ripiegato su se stesso ormai da molti secoli e solo il contatto traumatico con gli occidentali ha messo in crisi tutto un mondo di valori che parevano immutabili da millenni.
Pertanto non è da meravigliarsi che fatti politici e religiosi siano strettamente connessi. Nel nostro caso particolare il mondo mussulmano si sente dominato ed egemonizzato dall'Occidente: ma questo significa semplicemente e conseguentemente che è egemonizzato dai cristiani o peggio ancora dagli atei . La difesa delle loro nazioni, della loro civiltà diviene allora naturalmente la difesa della fede: ogni combattente è un "martire" della fede che si immola per la maggior gloria di Allah più o meno allo stesso modo in cui i nostri crociati sentivano di compiere un dovere religioso. Ogni" Shaid", dal suo punto di vista, legittimamente si aspetta che quel Dio per il quale egli si immola lo ricompensi immediatamente. Egli lancia il suo grido " Dio è grande" per dimostrare la sua fede nella onnipotenza di Dio che darà la vittoria ai credenti e il premio eterno ai suoi combattenti. Da questo punto di vista il fondamentalista appare irrimediabilmente chiuso nella sua coerenza. Nessun fatto, nessuna valutazione delle conseguenze dei suoi atti, nessun realistica considerazione lo raggiunge:non contano aerei o carri armati e missili , la volontà di Dio è superiore: Allah Akbar: Dio è grande o ,meglio sarebbe tradurre è " onnipotente"
I mussulmani moderati, le elittes culturali invece si sono resi conto delle differenza che vige in Occidente fra religione e politica: si rendono conto che le riforme politiche ed economiche europee non intaccherebbero affatto l'Islam, che si può essere buon mussulmano anche seguendo la "american way of life", che è possibile integrarsi nel mondo moderno senza perdere per niente la propria fede.
E' quindi in atto una specie di gigantesca lotta culturale e purtroppo anche politica e militare fra queste due anime del mondo mussulmano:il terrorismo islamico è l'aspetto più appariscente e più pericoloso
CARATTERI DELLA "GUERRA SANTA"
La storia non ha conosciuto solo il Gihad mussulmano: troviamo tutta una serie di guerre ispirate a motivi religiosi. Comunemente si dice che la religione e la guerra sono antiteci e che un uomo veramente religioso non può volere la guerra. Se consideriamo una religione che predichi la fratellanza di tutti gli uomini ciò sarà vero ma solo in linea di principio. Ma non tutte le religioni predicano la fratellanza e la uguaglianza degli uomini: ad esempio la religione ebraica (mosaica) parlava di un popolo eletto e molte religioni "primitive" e anche non tanto primitive assegnano a un determinato gruppo etnico una discendenza divina negata ad altri
Soprattutto però la inconciliabilità è solo IN LINEA DI PRINCIPIO. Il Cristianesimo si fonda sulla fratellanza,sull'amore , sul perdono. Eppure i cristiani hanno combattuto non solo feroci lotte per la difesa della fede ( forse anche comprensibili) ma hanno imposto con la violenza delle armi la loro fede in interi continenti (l'america) e soprattutto hanno combattute spaventose lotte interne fra fazioni che davano interpretazioni diverse degli testi sacri condivisi. Non possiamo dimenticare le tragiche lotte fra cattolici e protestanti che hanno insanguinato l'Europa appena tre secoli or sono: anzi, storicamente, la "tolleranza religiosa" che è la base di ogni altra libertà è nata dalla comune evidenza della inanità delle lotte religiose.
Le stragi compiuti in "Nome di di Dio" purtroppo hanno una lunga storia, lunga forse quanto quella della storia dell'umanità stessa, non sono iniziati l'11 settembre del 2001, non sono una esclusività dell'Islam
Chiarito questo concetto che spesso noi occidentali tendiamo a dimenticare esaminiamo i caratteri propri di tutte le "guerre sante". Certamente un punto di forza è che il combattente crede di seguire la volontà divina, si aspetta una ricompensa eterna, è sicuro della vittoria. I Crociati non temevano la morte, gli shaid islamici non esitano a farsi esplodere, i "pasdaran" iraniani passavano cantando sui campi minati. Questo però è pure un punto di debolezza: il credente, a differenza del laico, non valuta le effettive forze in campo, non valuta gli avvenimenti nella loro realtà , è in qualche modo impermeabili all'esperienza ma pensa che Dio onnipotente gli darà la vittoria in un modo inaspettato, al di la di ogni umana previsione. E questo fatto può portare alla catastrofe. La Crociata dei nobili mossa da intenti religiosi ma guidata "laicamente" conseguì buoni risultati ma avemmo anche la crociata dei pezzenti e dei bambini che andarono incontro alla inevitabile strage. A Kartum, come abbiamo visto, i Dervisci non vollero tener conto della potenza delle armi inglesi che pure conoscevano bene : affrontarono una battaglia campale e caddero a migliaia inutilmente mentre avrebbero potuto evitarla e mantenersi all'infinito organizzando una guerriglia. Ci pare che gli attentatori di New York abbiano compiuto un errore del genere : si sono attirati contro il potente Occidente, la riprovazione generale, l'isolamento nei loro stessi paesi perchè non hanno valutato le conseguenze dei loro atti in una ottica realistica ma sono stati accecati da una visione escatologica Analogamente i Talebani non hanno valutato le loro effettive forze, sicuri che Allah non li avrebbe abbandonati e in pochi mesi sono stati spazzati via. Tutto ciò però comporta un altro carattere della "guerra santa": la imprevedibilità.
All'epoca di Vespasiano gli ebrei iniziarono una rivolta senza speranza contro i romani, sconfitti, difesero senza speranza Gerusalemme e distrutta ancora Gerusalemme si chiusero in Masada fino a suicidarsi tutti :perchè compiere azioni che apparivano fin da principio votate all'insuccesso? Perchè essi fino alla fine speravano in un intervento diretto di Dio seguendo questo o quel "invasato" che glielo prometteva .
Per tanti decenni siamo vissuti tranquillamente sull'equilibrio del terrore atomico. Ciascuno della parti sapeva che se avesse usato le armi nucleari avrebbe potuto distruggere la parte avversa ma sarebbe stata egli stesso distrutto: tutti erano sicuri che nessuno avrebbe fatto una mossa del genere. ma un estremista religioso potrebbe pensare che Dio proteggerebbe i suoi fedeli dalle reazione avversa, che magari i germi diffusi nel mondo risparmierebbero per decreto divino i veri credenti e cose del genere.
Infine va considerato il carattere di spietatezza che assume la guerra religiosa. I nemici non sono solo nostri nemici che poi possono diventare nostri alleati o amici come nelle comuni guerre laiche. I nemici non sono nemici nostri, sono nemici di Dio e vanno distrutti almeno fino a che essi non si convertono. E allora vediamo innalzarsi i roghi , il massacro indiscriminato degli eretici , le tante "notti di S. Bartolomeo" che purtroppo la nostra storia ricorda. Nel mondo islamico moderno dovunque il fondamentalismo insorge contiamo i morti, dovunque in Iran in Afganistan. nel Sudan in Algeria. D'altra parte come trattare con chi ha già deciso di morire per la fede?
Se la lotta è nell'ambito mussulmano ci si chiederebbe allora perchè si attacca l'Occidente. In effetti la maggior parte delle lotte si consuma nel mondo mussulmano. Si pensi all guerra fra Iraq e Iran, alle decennale e sanguinosa lotta intrapresa dal FIS in Algeria, alle lotte dei Talebani in Afganistan che nel loro insieme sono costate milioni di morti e si sono consumate più o meno nella indifferenza dell'Occidente che si ravviva solo se sono in gioco interessi petroliferi (d'altronde comprensibili).
D'altronde anche gli attentati in massima parte avvengono in paesi mussulmani e uccidono in maggioranza mussulmani: in fondo l'attacco agli Occidentali è un fatto relativamente eccezionale ma ha un valore altamente simbolico
Esaminiamo l' 11 settembre dal punto di vista degli attentatori: si voleva dimostrare che poi gli occidentali non erano poi tanto invincibili, che Allah è sempre il più grande. Nelle istruzione degli attentatori si dice che tutti i metal detector nulla possono contro la volontà di Allah che, se vuole, li potrà tutti accecare.
Si colpiscono i simboli dell'America con una regia dei mass media veramente magistrale. Il primo aere colpisce una torre, tutto il mondo si collega in diretta e allora ecco il secondo aereo piombare sulla seconda torre . Per inciso, l'altissimo numero di vittime era imprevisto dagli attentatori perchè nemmeno i pompieri che intervennero si aspettavano che le torri crollassero completamente . E poi il pentagono colpito, presumibilmente era previsto anche l'attacco alla Casa Bianca e al Congresso che poi non riuscirono per la prima volta il Presidente sul mitico Air Force One progettato in altri tempi per gli attacchi nucleari, tutti gli aerei in volo fatti atterrare, tutto il paese bloccato in stato di shoc, attanagliato dalla paura non sapendo che altro avrebbe potuto accadere. Forse la cosa più emblematica , a mio parere, fu la marea enorme di cittadini di New York che a piedi, senza auto, senza metropolitana che si allontanava a piedi dalle rovine che continuarono poi a fumare per mesi.
Secoli di sconfitte continue sembravano dimenticate, le facili vittorie di Napoleone sui Mammellucchi, o di Lord Kitchner sui Dervisci erano vendicate: dal profondo dell'anima sgorgava il grido "Allah akbar" (Dio è grande) Solo usando dei temperini pochi uomini coraggiosi avevano inferto un tale colpo ai nemici dell'Islam : cosa non avrebbero potuto fare migliaia ,centinaia di migliaia di veri credenti ! L'america, la rappresentante per eccellenza degli infedeli stava per sprofondare , gridava Bin Laden, sia benedetto Allah che ha avuto misericordia dei suoi fedeli.
Per noi occidentali è molto difficile capire questa reazione, è vero, perchè viviamo in tutto altro orizzonte culturale ma è innegabile che ondate paurose di entusiasmo si accendevano in tutto il mondo islamico
All'annuncio degli attentati dell'11 settembre i palestinese scesero nelle vie per festeggiare, all'intervento americano in Afganistan, folle enormi in Pakistani scersero in piazza a favore di Bin Laden ed erano fronteggiate da soldati con armi in pugno e nessuno sapeva veramente che cosa sarebbe successo. Dappertutto dall'Indonesia al Marocco nell'immenso "dar el Islam" il fondamentalismo esplodeva a mala pena fronteggiato dai governi. Anche in Occidente, in Italia non si trovavano mussulmani che condannassero esplicitamente gli attentati rifugiandosi in una ambiguità che faceva paura. Con nostra immenso stupore un non piccolo numero di mussulmani nati e vissuti in Occidente erano pronti a partire per arruolarsi nelle forze di Bin Laden
Poniamoci la questione se esiste effettivamente un pericolo grave per l'occidente o se si tratta in fondo di un esagerazione o forse di una strumentalizzazione per fini più o meno inconfessabili.
Il progetto degli estremisti è chiaro e viene continuamente ripetuto: incitare gli islamici a seguire il loro esempio . Se effettivamente si trovassero un numero anche molto limitato di persone che seguissero l'esempio dell'11 settembre sarebbe una catastrofe per tutto il mondo.
La vulnerabilità delle economie e della strutture dei paesi è direttamente proporzionale alla loro evoluzione. Possiamo bombardare all'infinito un paese come l'Afganistan e otterremo risultati molto modesti. ma basta abbattere un traliccio in America per causare un blak out energetico dalle conseguenze incalcolabili.
Il motore fondamentale dell'economia dei paesi sviluppati è la fiducia: il terrore sarebbe infinitamente più grave di qualunque crisi energetica. le minacce di Bin Laden non sarebbero vuote fantasie se veramente riuscissero a ottenere un consenso anche limitato
Non è possibile nessuna efficace difesa passiva dagli attentati. Si possono sorvegliare alcuni obbiettivi più sensibili ma questo sposta semplicemente il bersaglio degli attentatori ad altri, cosi come è avvenuto in Russia per gli attentati ceceni. Non è possibile proteggere tutti gli obbiettivi . Bisogna poi considerare che milioni di islamici vivono in Occidente, molti dei quali ormai completamente assimilati ed indistinguibili: non dobbiamo pensare al Kamikaze islamico come a una persona con il turbante ,la barba lunga e e la veste araba. Uno "shaid "puo essere il conduttore di un treno,un lavoratore di un impianto chimico, magari un addetto alla sicurezza.
Le conseguenze sarebbero ancora più catastrofiche per i mussulmani stessi: si pensi al sospetto che graverebbe su tutti loro , che la gente poi non farebbe troppo differenze, non si metterebbe a scoprire se si tratta di un moderato e o di un fondamentalista ma considererebbe tutti i mussulmani come dei potenziali assassini
Si ricordi a mò di esempio come tutta la comunità giapponese in America fu messa in campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale solo per la remota possibilità che qualcuno di essi potesse collaborare con i connazionali . Non sarebbe difficile prevedere che milioni di immigrati islamici correrebbero il rischio di essere cacciati dai paesi occidentali nei quali si sono fatti un posizione economica lavorando per decenni o magari per generazioni
Ma l'estremo pericolo sarebbe ancora un altro per l'Occidente: ormai la diffusione della conoscenze tecniche rende relativamente agevole la costruzione delle cosi dette armi di distruzione di massa. Un fondamentalista potrebbe fare esplodere una bomba atomica "sporca" al centro di New York o di Londra causando milioni di morti o spargere qualche bacillo sconosciuto che potrebbe uccidere centinaia di milioni di persone.
Le minacce di Bin Laden sono ben difficilmente realizzabili ma sono una minaccia veramente mortale non solo per l'occidente ma per tutta la umanità, compreso il mondo islamico che certamente sarebbe con tutta probabilità il più colpito dalla reazione occidentale: anche ora quanti sono i morti fra i mussulmani provocati dalla reazione occidentale? In effetti nessuno osa contarli. Se volessimo fare una contabilità dell'orrore e dicessimo che per ogni morto americano dell'11 settembre sono caduti cento musulmani forse saremmo troppo ottimistici.
Tutto l'Occidente condanna senza remore e unanimamente il terrorismo islamico ma si divide in due correnti per quanto riguarda il modo con cui combatterlo: un polo pacifista (legalista,non violento) e uno interventista - militare
Il polo pacifista ripudia lo strumento della guerra e quindi ogni intervento militare, ritiene che bisogna lottare con le leggi ordinarie e democratiche anche se applicate in modo rigoroso ed efficiente, che uscire dalla legalità interna e internazionale sarebbe già dare la vittoria al terrorismo. Si propone in effetti lo stesso comportamento che ha permesso all'Italia di superare il terrorismo delle Brigate Rosse. A parte le questioni di principio ritiene soprattutto che ogni azione militare susciterebbe sempre nuovo terrorismo iniziando una spirale perversa e incontrollabile cosi come è avvenuto in Palestina. Ritiene poi in generale che le operazioni militari hanno scopi diversi da quelli dichiarati di combattere il terrorismo (controllo delle fonti energetiche, predominio politico ecc.)
L'Amministrazione USA all'indomani degli avvenimenti dell'11 settembre ha chiaramente e coscientemente scelta l'opzione militare-interventista per cui in effetti l'opzione pacifista rimane su un piano puramente teorico senza alcuna possibilità, almeno per il momento, di trovare applicazione.
L'Amministrazione USA ha interpretata l'11 settembre come un attacco all'America paragonabile a quello di Pearl Harbour e ha ritenuto che ci troviamo in una quarta guerra mondiale ( la terza sarebbe stata quella contro il comunismo) dichiarata e iniziato dal terrorismo islamico internazionale tanto da richiedere addirittura l'applicazione della clausola fondamentale della Nato secondo la quale l'attacco a uno qualsiasi dei suoi aderenti va considerato attacco a tutti i paesi aderenti. La richiesta in seguito,in verità, è stata lasciata cadere per difficoltà politiche ma è indicativa della prospettiva USA: si tratta di una guerra, anche se di genere diversa da quelle precedenti ma pur sempre di una guerra globale. Non ritiene che sia possibile combattere il terrorismo con mezzi comuni democratici perchè esso ha origini in altri paesi, perchè può avere l'aiuto diretto di governi stranieri.
Ritiene che non è possibile in effetti battere il fondamentalismo senza combatterlo nei paesi mussulmani: bisogna appoggiare tutti i governi dei paesi islamici contrari al fondamentalismo e abbattere tutti i governi che lo proteggano. Si teme soprattutto che i governi possano fornire quelle armi di distruzione di massa che sono il pericolo più terrificante per l'Occidente. Facendo un paragone storico non si è mai riuscito a eliminare la pirateria dando la caccia al singolo pirata ma solo distruggendo e neutralizzando le basi da cui i pirati partivano. Quindi in questa prospettiva non ha molto senso il rispetto delle sovranità nazionali, della non ingerenza in affari interni, le questioni di legalità internazionale come se se ci trovassimo in una situazione di pace, di normalità.
In questo ambito si colloca l'intervento in Afganistan. Esso è stato contrastato dai pacifisti di ogni paese ma in effetti nessun governo si è veramente opposto. Telebani e Al qaeda hanno proclamato una resistenza ad oltranza;in effetti dopo qualche scontro veramente accanito coloro che, secondo i proclami del Mullah Omar e di Bin Laden avrebbero dovuto combattere fino all'ultimo uomo e infliggere agli americani una confitta simile a quella che subirono i Russi o almeno grosse perdite si sono dileguati e le fazioni filo americane si sono installate a Cabul senza troppe difficoltà (anche se episodi di guerriglia non sono mai cessati ma questi sono del tutto consueti in quel paese.)
Non si trattato di tattica come qualcuno ha pensato da parte dei Talebani e Al Qaeda: il fatto che essi abbiano lasciato nelle mani dei loro avversari non solo le armi ma anche tutti i documenti mostra chiaramente che si è trattato di una fuga improvvisa e disordinata. Questo è un fenomeno abbastanza comune nei movimenti politico religiosi: nel momento in cui si comprende che si profila la sconfitta ci si rende conto quindi che Dio non interverrà e viene meno la fede che ha sostenuto fino a quel momento.
Facciamo un paragone con la battaglia di Kartum che abbiamo prima ricordato :dopo i primi momenti di fuoco ,quando i Dervisci videro cadere in pochi minuti oltre 10 mila dei propri uomini realizzarono che la loro fede nell'intervento di Dio era infondata e non combatterono più e non solo fuggirono ma ,cosa del tutto imprevedibili ,cercarono pietà dai loro nemici, invocavano di essere risparmiati. Gli inglesi erano anche disposti forse a farlo ma, purtroppo, i loro alleati egiziani i cui connazionali erano stati barbaramente massacrati non intesero ragioni e uccisero tutti i Dervisci che poterono. Si disse che la battaglia di Kartum più che una battaglia fu una esecuzione di massa. Ciò che è apparso chiaro e che gli americani volevano mostrare è che in nessun paese sarà permesso la installazione di governi fondamentalisti, che qualsiasi governo che mostri di non combattere con sufficiente energia e risolutezza il terrorismo fondamentalista rischia di essere immediatamente rovesciato dai potenti eserciti occidentali. Insomma non sarà permesso a un altro Komeini di installarsi in qualche paese islamico e anche in Iran il governo teocratico può anche essere tollerato a patto che chiaramente non appoggi alcun terrorismo internazionale. E' un ritorno alla cosi detta politica delle cannoniere dell'età coloniale , è vero, ma non si può negare che essa fu generalmente molto efficace.
Da questo punto di vista Al Qaeda è stato gia sconfitto: esso si riprometteva la conquista dei paesi dell'Islam (non gia dell'Occidente, come abbiamo prima mostrato): ma ora appare chiaro che gli attentati dell'11 settembre hanno completamente fatto tramontare una prospettiva del genere.
D'altra parte l'ondata di attentati generalizzata e incontrollabile che veniva bandita dalle centrali del terrore che avrebbe dovuto mettere in ginocchio l'Occidente (e sarebbe stato in grado di farlo, non vi è dubbio) non c'è stata: la gravità delle conseguenze probabilmente ha distolto eventuali simpatizzanti dall'effettuare atti sconsiderati
L'intervento USA in Iraq al contrario di quello in Afganistan ha avuto una disapprovazione quasi unanime degli Stati e soprattutto di opinione pubblica soprattutto perchè, a differenza dell'Afganistan , non si vedeva alcun nesso fra terrorismo e il regime, pure esecrabile, di Saddam Hussein. Esso però rispondeva, secondo gli USA, agli stessi parametri della guerra globale: abbattere un governo che poteva dare eventuale armi di sterminio di massa a dei terroristi, prima che fosse in grado di farlo: le guerre preventive sono illecite al punto di vista della legalità internazionali ma sono efficaci dal punto di vista bellico.
Si dice giustamente che la storia non si fa con i "se" :infatti è impossibile sapere che cosa sarebbe successo se un certo avvenimento non fosse accaduto: che sarebbe avvenuto se Alessandro Magno non fosse morto tanto giovane: chi può dirlo.!
Cosa sarebbe successo se gli Usa non avessero scelto l'opzione militare? Si può pensare che ci sarebbe stato meno terrorismo o che il terrorismo sarebbe dilagato: non lo sapremo mai con certezza e ciascuno può conservare le sue opinioni.
Nella corretta metodologia storica possiamo cercare di mettere in relazione i fatti "effettivamente avvenuti" con altri fatti anche essi "effettivamente avvenuti" , Possiamo constatare che le fosche minacce di Al Qaeda non si sono verificate, l'America e l'Occidente non sono sprofondate, il fondamentalismo non si è affermato in nessun paese, dappertutto esso è violentemente combattuto con mezzi legali e con mezzi violenti, in Occidente come in tutti i paesi mussulmani.
Questo non significa che la sue minacce si siano dissolte: esse restano ancora forti, pericolose: siamo sempre sull'orlo dell'abisso: nessuno può escludere veramente che un certo numero di mussulmani compiano attentati indiscriminati, che qualche ordigno nucleare possa essere fatto ancora esplodere.
Si può prevedere l'azione del "laico" perchè egli tiene presente le conseguenze dei suoi atti; non è facile prevedere i comportamenti di chi crede di essere ispirato da Dio.
PARTE SECONDA
TERRORISMO ISLAMICO VISTO DAGLI OCCIDENTALI
DUE TESI A CONFRONTO
Indice.Il problema l'America Il terrorismo Interventi militari, Dopo gli interventi Sinistra occidentale e araba
I pareri e le interpretazioni sugli attuali avvenimenti connessi al “terrorismo islamico “ e all’intervento militare americano in Medio Oriente sono moltissime in tutto l’Occidente. Praticamente ciascuno osservatore ( e non osservatore) ha una sua opinione, come d’altronde è naturale che sia su un argomento tanto complesso e coinvolgente. Tuttavia, malgrado la diversità pressocchè infinita delle posizioni tutte comunque tendono a polarizzarsi in due precise direzioni.
La prima polarizzazione si ha intorno concetto che il “cosi detto terrorismo islamico” è essenzialmente un pretesto colto dagli Americani per portare avanti una politica che mira a interessi di potenza, economici, anche ad affari privati
Una seconda polarizzazione si ha invece intorno al concetto che gli Americani stanno combattendo una guerra difensiva contro una minaccia potenzialmente distruttiva e globale costituita dal terrorismo
Nell’ambito di ciascuna delle polarizzazioni sono possibili infinite variazioni e gradazioni: tuttavia fra le due polarizzazioni è estremamente difficile trovare una posizione mediana di sintesi se non, forse. a livello pratico,operativo Ci troviamo cioè di fonte a una di quelle situazioni storiche in cui due concezioni, due universi mentali inconciliabili si trovano al confronto. Cosi è avvenuto fra liberalesimo e Reazione nella prima meta dell’800 o fra comunismo e democrazia borghese nella prima metà del secolo successivo : si poteva essere liberali o reazionario, comunista o democratico non l’uno e l’altro insieme. La profonda differenza però sta che poi in effetti la distinzione delle due diverse posizioni sugli avvenimenti legati al terrorismo non prefigurano affatto due diverse società come avveniva per i movimenti ora ricordati: in realtà nessuno mette in dubbio le istituzioni parlamentari, o il laicismo, nessuno soprattutto, fra gli Occidentali, condivide neppure un pò i fini e gli ideali di al-Qaeda.
In questa sede noi cercheremo di presentare con la maggiore oggettività possibile, gli elementi essenziali delle due polarizzazioni senza alcuna intenzione di manifestare preferenze per una di esse. Nell'ultimo paragrafo invece esprimiamo il nostro parere sulla validità della prospettiva occidentale.
Per semplice comodità di esposizioni e senza alcuna altro intento o sottinteso indicheremo con il termine “1^TESI” la prima polarizzazione (guerra imperialistica degli USA ) e con “ 2^ TESI” invece la seconda polarizzazione (guerra difensiva contro il terrorismo).
Le due tesi divergono sulla interpretazioni dei singoli avvenimenti,danno più importanza ad alcuni e non ad altri, valutano diversamente l’entità di ciascuno elemento. Ci sembra pure essenziale alla comprensione di tutte le posizioni tener conto che, in effetti, ciascuna delle due prospettive si iscrive all’ interno di un universo concettuale che valuta differentemente la politica americana in generale nell’ultimo secolo e, in particolare, la sua politica nel Medio Oriente. La differenza di valutazione sulla reale minaccia del terrorismo, su interventi militari in Afganistan e in Iraq è profondamente influenzata dall’dea generale che si ha della funzione dell’America e della sua politica. Inizieremo quindi da queste ultime per poi esaminare la valutazione del terrorismo, degli interventi militari e e del dopoguerra in Iraq.
LA POLITICA AMERICANA
Si tratta della valutazione generale della politica americana nell’ultimo secolo che coinvolge indirettamente anche la funzione del capitalismo, della borghesia, del liberismo in generale. Si tratta di una funzione sostanziata dallo sfruttamento dei più poveri e dal conseguente uso della forza per reprimere i loro diritti o al contrario la politica americana ha permesso il progresso ,la libertà la democrazia nel mondo ? E’ dissenso sulla visione propria di tutta la storia recente
1^ TESI
La politica americana è stata sempre finalizzata agli interessi economici dell’America o meglio dei grandi trust ( multinazionali) e per sostenerli gli USA sono sempre intervenuti in tutti i paesi del mondo attraverso la corruzione dei ceti dirigenti, oscuri complotti orchestrati dalla Cia e alla fine, se questi non sono stati sufficienti, con interventi armati diretti. La difesa della democrazia è stata sempre solo un pretesto. Si fa una puntigliosa ricostruzione di tutti gli interventi americani, dallo sterminio degli indiani all’intervento in Iraq. |
2^ TESI
A parte le esagerazioni e falsificazioni si sostiene che vi è stata coincidenza fra gli interessi americani e il progresso in generale. La democrazia e il benessere in qualunque paese sono un vantaggio anche per gli USA. Corruzione , guerre civili, instabilità politica e miseria dipendono da cause locali ( soprattutto per mancanza di democrazia e modernità), non dagli Usa. Si nota come vi sia negli Usa una forte tendenza isolazionista (riluttanza a intervenire nelle due guerre mondiali) che è venuta meno con la constatazione che il mondo è tutto interdipendente e quindi a volte non si può non intervenire. Si rileva pure che i due mostri del '900, il Nazismo e il comunismo reale sono stati debellati proprio dall’impegno americano. In particolare, contro il comunismo, si è combattuto in molte guerre locali e l’intervento americano va visto nell’ambito di una politica di contenimento alla espansione armata del comunismo. |
POLITICA MEDIO ORIENTALE
Anche in questo caso le tesi guardano un insieme non facilmente definibile di fatti avvenuti negli ultimi 50 anni. Per alcuni gli americani hanno condotto una politica solo rivolta ad accaparrarsi il petrolio, per i secondi invece hanno cercato di stabilizzare una situazione difficile
1^ TESI
Tutto l’assetto politico del Medio Oriente è stato studiato al fine di agevolare il predominio europeo ( da Francia e Inghilterra da cui poi gli USA avrebbero ereditato il predominio). Per accaparrarsi il petrolio gli Usa hanno appoggiato i peggiori dittatori e fatto alleanza con i governi più retrivi. Anche l’appoggio ad Israele è in funzione di una politica che vuole contenere gli arabi. In questo modo si sono impadroniti delle ricchezze petrolifere lasciando nella miseria gli arabi che quindi motivatamente odiano gli USA e a volte insorgono. |
2^ TESI
L’instabilità del Medio Oriente dipende da fattori interni (lotte fra le varie fazioni, reciproche rivalità) non dalla politica occidentale che invece sarebbe interessata alla sua stabilità. Gli USA non vogliono impadronirsi del petrolio ma semplicemente vogliono assicurarsi che il suo flusso non si interrompa per motivi politici. Il petrolio non è importante solo per gli USA ma per tutto il mondo (anche per i paesi poveri) e comunque esso viene venduto a prezzi di mercato. La maggior parte dei governi arabi ( quelli nazionalisti ) si appoggiarono sempre più a Mosca e si considerarono in contrasto con gli USA ma non per questo il prezzo del loro petrolio fu più caro per gli Occidentali. Non è colpa degli USA se poi i proventi vengono usati in spese folli e per armamenti invece di essere usato per il benessere dei popoli. L’appoggio ad Israele non favorisce in nessun modo gli USA ma viene dato per motivi ideali o di contiguità civile. L’odio degli arabi più tradizionalisti dipende dl fatto che essi rifiutano la libertà, la democrazia e le altre conquiste moderne: odiano gli USA non per quello che” fa” ma per quello che “è”: vi sono però moltissimi arabi che invece hanno compreso le conquiste moderne e sono naturali alleati dell’America |
L’11 settembre 2001
Tutti concordano sulla sua gravità e tutti lo condannano senza riserve. La divergenze nascono però quando si affronta il significato e il valore di quell’azione. Per alcuni si tratta di un fatto occasionale, preso poi a preteso dagli USA, per altri invece di una manifestazione di un movimento ampio, minaccioso e soprattutto pericoloso.
1^ TESI
Per quanto possa esser grave l’episodio, alla fine si tratta solo di un piccolo gruppo di fanatici e sconsiderati che non rappresentano che se stessi e pochi altri. Capita in ogni società e in ogni civiltà : in Occidente ci sono i terroristi baschi, l’IRA e le Brigate Rosse ma non per questo l’America è entrata in guerra. Qualcuno si spinge anche a sospettare che, in fondo, i servizi segreti potevano anche evitare la strage ma non lo hanno fatto proprio per creare questo pretesto. |
2^ TESI
L’attentato dell’ 11 settembre è stato solo un anello di tanti altri episodi. Esiste nel mondo arabo una parte consistente che guarda all’Occidente con odio e ad al-Qaeda come a un modello da seguire. I terroristi non sono degli isolati: hanno appoggio in molti ambienti, controllano alcuni governi (Afganistan) ,possono avere aiuti da molti governi nemici dell’Occidente. Non si tratta di uno dei tanti attentati che purtroppo vi sono nel mondo ma di una vera e proprio attacco militare: gli USA si sentono in guerra, chiedono addirittura che tutta la NATO si senta in guerra. |
PERICOLOSITA DEL TERRORISMO
Alcuni ritengono il terrorismo un pericolo estremamente remoto, per altri invece esso invece è gravissimo, mortale.
1^ TESI
Il pericolo non va enfatizzato: non c’è in Occidente un terrorismo diffuso Non ci sono stati altri episodi gravi se non quello di Spagna causato, d’altra parte, dalla guerra in Iraq. I molto allarmi delle polizie sono esagerati o finalizzati soprattutto a mantenere un clima di tensione e paura che giustifichi gli interventi militari |
2^TESI
La pericolosità del terrorismo è grandissima: se solo un piccolo numero di islamici decidesse di seguire gli appelli di al-Qaeda in Occidente ci sarebbe il caos politico ed economico. I pericoli diventano poi enormi se si pensa che i terroristi potrebbero usare armi di sterminio di massa (bombe atomiche sporche) che ormai il progresso scientifico rende relativamente agevole procurarsi. |
MEZZI PER COMBATTERLO
Tutti ritengono che esso vada combattuto: ma le differenze sorgono per quanto riguarda i mezzi.
1^ TESI
Bastano i normali mezzi di repressione di reati. Si può intensificare la prevenzione delle forze dell’ordine ma senza andare al di là dei limiti della legalità democratica : superarli significherebbe una vittoria del terrorismo stesso. Soprattutto però bisogna rivedere la politica verso i paesi arabi: un atteggiamento più equo, una minore ingerenza , una politica pacificatrice, soprattutto in Palestina, sono la vera arma vincente nella lotta al terrorismo perché inciderebbe sulle sue cause profonde. Ogni interventismo bellicista invece alimenta invece le cause profonde e potrebbe ottenere, al massimo. risultati momentanei ma alla lunga farebbe solo ingigantire il fenomeno. |
2^TESI
Il terrorismo nasce al di fuori dell’Occidente e della sua cultura. Non è possibile combatterlo efficacemente senza intervenire nell’area da cui esso proviene. Nel modo islamico vi è una lotta fra estremisti e moderati e l’America deve sostenere i secondi , abbattere ogni governo che possa aiutare il terrorismo. Si tratta di una vera e propria guerra anche se diversa dalle precedenti, lunga e difficile ma inevitabile. Non si vede d’altra parte realisticamente quale mutamenti dovrebbe assumere la politica americana al di là di enunciazioni vaghe e teoriche. Ogni cedimento americano sarebbe poi visto dai terroristi come una propria vittoria e quindi lo farebbe crescere. |
LEGGI SPECIALI
Il problema dibattuto è se, per combattere il terrorismo, occorre varare leggi speciali o è sufficiente una corretta e rigorosa applicazione di quelle esistenti.
1^ TESI
Emanare leggi speciali sarebbe una vittoria del terrorismo. Non si deve stravolgere la legalità democratica,lo stato di diritto, i nostri principi di libertà individuali. Non si può nemmeno considerare gli “islamici” in generale come persone sospettabili . Questi atteggiamenti in effetti incrementano il terrorismo non lo riducono. |
2^TESI
La minaccia terroristica è nuova, non prevista sufficientemente nelle leggi. Come punire o anche detenere persone come gli aspiranti shaid (Kamikaze) che desiderano morire in attentati suicidi nella convinzione di raggiungere cosi il paradiso? Le deterrenze previste dai nostri ordinamenti giuridici (praticamente la detenzione) non hanno alcuna potere dissuasorio su di essi. L’ergastolo può intimorire un rapinatore non certo un kamikaze. Soprattutto poi la presunzione di innocenza, la non punibilità delle intenzioni, le misure alternative, non sono efficaci con i terroristi. E’ stato rilevato che se i dirottatori dell’11 settembre fossero stati arrestati un momento prima di iniziare la loro azione sarebbero stati imputati di reati minori, probabilmente avrebbero riottenuto subito la libertà. E non è possibile processarli dopo Trovare poi prove, testimonianze, che reggano in tribunali sarebbe difficilissimo e gli attentatori possono poi agevolmente fuggire all’estero |
INTERVENTO IN AFGANISTAN
In realtà, di fronte all’atteggiamento di al-Qaeda, le proteste furono piuttosto deboli e su questioni di principio più che su motivazioni specifiche. Comunque nessuno stato vi si oppose veramente.
1^ TESI
Non ci sono prove che la responsabilità sia di al-Qaeda. Comunque la guerra è uno strumento inaccettabile e controproducente. Si potrebbe ottenere la collaborazione degli Afgani con mezzi politici e pacifici. La pronuncia dell'assemblea dei notabili afgani in pratica invita bin Laden a lasciare il paese. Si dovrebbe insistere su questa strada. |
2^TESI
Anche se al-Qaeda non fosse il mandante certamente ha approvato l’azione terroristica che si è ispirata ai suoi principi. è una base di pericolosi terroristi, controlla indirettamente il governo afgano e quindi è indispensabile eliminarla. |
INTERVENTO IN IRAQ
Per quanto deboli furono le opposizioni all’impresa afgana tanto forti furono le opposizioni all’invasione dell’Iraq. Imponente furono le manifestazioni contro l’intervento americano in tutto il mondo e la maggioranza degli stati, fra cui anche importantissimi alleati come Francia e Germania, si dichiararono assolutamente contrari.
1^ TESI
Non vi è nessun motivo per l’attacco. Saddam Hussein è un dittatore esecrabile ma non c’entra con il terrorismo, anzi è sempre stato contrario violentemente all’estremismo religioso. Non possiede armi di sterminio di massa e comunque è compito dell’ONU accertarsene. L’interevento è del tutto al di fuori della legalità internazionale , un atto di banditismo e un sopruso del più forte La guerra in Iraq finirebbe con fare esplodere maggiormente il terrorismo. Essa è dovuta alla volontà imperialistica americana e soprattutto è funzionale ad alcuni interessi economici di grandi trust americani a cui sono strettamente collegati uomini chiave dell’amministrazione americana. |
2^TESI
Saddam Hussein comunque costituisce un pericolo per gli USA perchè può dare aiuto ai terroristi , può fornire soprattutto loro le tanto temute armi di sterminio di massa che nascostamente possiede anche se l’ONU non è riuscita a scoprirle. Soprattutto si vuol creare in Iraq una democrazia nella convinzione che solo se in Medio Oriente essa si affermerà il terrorismo perderà la sua base politica e culturale . Non si può parlare sostanzialmente di aggressione perchè sono stati gli Americani ad essere stati aggrediti l’11 settembre ed ora essi conducono una legittima guerra difensiva per la propria sicurezza e sopravvivenza. |
LEGALITA' DELL’INTERVENTO E ONU
A prescindere da cavilli legali, appare chiaro che l’ONU non ha affatto autorizzato l’intervento USA in Iraq come invece fece nel '92 e lo stesso segretario dell’ONU ha parlato di “illegalità” dell‘intervento americano. Le due tesi danno diverso valore a questi fatti
1^ TESI
Gli USA, agendo contro l’ONU, hanno dato un colpo gravissimo a quell’ordine internazionale che essi affermano di voler difendere. Come possono poi pretendere il rispetto del diritto internazionale se essi per prima lo violano. Come parlare di “paesi canaglia” ( che aiutano il terrorismo) se proprio essi per primi agiscono fuori della legalità, e propongono semplicemente il diritto del più forte. L’ONU. sia pure con tutti i suoi limiti, è pur sempre il massimo organo internazionale e comunque l’intervento americano è contrario a tutte i suoi principi che gli USA stessi hanno sottoscritto e sostenuto ( almeno teoricamente ) fin dalla sua fondazione che ammettono guerre di difesa ma non guerre preventive ( sarebbe concetto troppo vago e indefinito). |
2^TESI
Al di là della pura formalità, nella sostanza, gli USA sono gli aggrediti (dal terrorismo ) e la loro azione è una difesa. Le guerre preventive sono necessarie per la presenza di armi di sterminio di massa. Non è pensabile che PRIMA i terroristi ne facciano uso e DOPO gli USA possano reagire ( sarebbe troppo tardi). Soprattutto però si contesta che l’ONU da sempre non ha mai risolto i problemi . non ha mai fatto veramente cessare una guerra. Non è riuscita a fermare i massacri in Ruanda o nei Balcani , non ha poteri effettivi Che forse l’ONU sarebbe in grado di difendere gli USA dai terroristi? Sarebbe bello che l’ONU garantisse tutti i paesi ma poichè non è in grado di farlo ogni paese ha il diritto di difendersi autonomamente. Il diritto internazionale è in ritardo sulla realtà effettiva perchè tiene conto delle guerre tradizionali ma non di quelle fatte attraverso il terrorismo. |
INTERESI ECONOMICI
La guerra in Iraq è mossa dai motivi che vengono addotti oppure è solo la copertura di interessi economici dei grandi trust?
1^ TESI
Gli interessi economici in gioco sono grandissimi e sono il vero ed unico motivo della guerra. Gli Usa vogliono semplicemente controllare il petrolio del Medio Oriente anche in relazione agli interessi cinesi e dell’ Asia centrale russa. Si tratta quindi di una guerra per il petrolio quindi, non per il terrorismo. In particolare, puntigliosamente, si sottolineano gli interessi personali di singoli e importanti esponenti dell’Amministrazione americana che configurerebbero almeno un conflitto di interessi ma più specificamente una vera e propria conduzione politica per interessi personali. Da questa prospettiva quindi i morti in Iraq dall’una o dall’altra parte sono vittime degli interessi petrolifici ( blood for oil) o peggio di interessi privati; assassinati per il bussiness più che caduti in guerra!. L’indignazione che solleva questa interpretazione va al di la di qualunque altra interpretazione in chiave politica. |
2^ TESI
Effettivamente gli USA sono interessati al libero commercio del petrolio ma è interesse legittimo non solo degli USA ma di tutto il mondo (compreso il terzo modo che sarebbe ancora più drammaticamente colpito ) che tale vitale fonte non diventi arma di ricatto in mano a terroristi o altri potentati irresponsabili. Non avrebbe senso per gli USA fare una guerra per impadronirsi del petrolio iracheno: costerebbe molto meno comprarlo a prezzi di mercato. Certamente ogni guerra (come qualsiasi altro avvenimento importante ) sposta enormi interessi economici ma questo non significa che gli interessi economici ne siano la causa. Certamente la Seconda Guerra Mondiale ha portato a rivolgimenti economici incalcolabili ma non si può dire che essa sia esplosa per calcoli economici. Sono falsità o esagerazioni gli interessi personali di esponenti dell’Amministrazione. Bisogna tener conto che negli USA, in genere, gli esponenti politici provengono ( a differenza dell’Europa) da famiglie ricche, inserite nell’economia internazionale. |
LE ARMI DI STERMINIO DI MASSA
Costituirono il motivo specifico della guerra ma di esse non si è trovata alcuna traccia e quindi ormai si è sicuri che Saddam non le possedesse affatto
1^ TESI
Le autorità american hanno mentito al loro popolo e al mondo. Si è accertato quindi che la guerra era del tutto inutile e pretestuose le sue motivazioni |
2^TESI
Anche se è vero che Saddam non possedeva le armi tuttavia le autorità americane credevano che le avesse: la colpa ricade su i servizi segreti che hanno sbagliato. Ma a parte ciò la guerra era ugualmente indispensabile: le strutture dello stato potevano agevolmente procurare armi da consegnare ai terroristi, E vero che nel passato erano stati avversari di Saddam ma è anche vero che il comune odio per gli USA creava fra di essi una alleanza strategica pericolosissima. In ogni caso la caduta di Saddam ha creato una maggiore sicurezza per tutto il mondo arabo . |
LA DEMOCRAZIA IN IRAQ
Gli USA dichiarano che intendono portare la democrazia in Iraq con la prospettiva che essa si allarghi a tutto il modo arabo con un effetto domino la qualcosa è stata violentemente contestata.
1^ TESI
Se fosse vero allora la tesi dell’instaurazione della democrazia, gli Usa dovrebbero portare la guerra a tutte le infinite dittature del mondo. moltissime delle quali invece sono apertamente sostenute proprio dagli USA che d’altra parte, in tempi anteriori e non lontani, appoggiarono Saddam Hussein e lo stesso bin Laden. Inoltre non è pensabile che la democrazia possa essere imposta con la guerra che è proprio la negazione della democrazia. Essa si potrà instaurare in Medio Oriente quando i tempi saranno maturi con un processo interno, spontaneo e graduale cosi come è avvenuto in Occidente. In Iraq, in particolare, per la frammentazione etnico religiosa è di difficile attuazione. |
2^TESI
Gli USA non possono imporre la democrazia in tutto il mondo ma vogliono promuoverla in Medio Oriente perchè la sua mancanza la minaccia direttamente in quanto sviluppa il terrorismo e non si può aspettare magari dei secoli perchè essa si maturi. Non è vero che la guerra non possa instaurare la democrazia: in Germania, Italia e Giappone si è proprio affermata in seguito a una guerra che le ha liberate alle dittature. In Iraq potrebbe avvenire lo stesso anche perchè si tratta di un paese abbastanza evoluto e laico. |
EFFETTI SUL TERRORIMO
Quali sono stati gli effetti sul terrorismo degli interventi militari in Afganistan e soprattutto in Iraq? La valutazioni divergono radicalmente anche perchè non è possibile saper cosa sarebbe accaduto se quegli interventi non si fossero verificati.
1^ TESI
Gli interventi sono stati disastrosi: il terrorismo è aumentato a dismisura. In Iraq in particolare non era si era mai manifestato e invece ora ha assunto aspetti imponenti. Le vicende quindi confermano le conseguenze nefaste delle guerre. |
2^TESI
ll terrorismo è stato fondamentalmente battuto . Esso non si è più manifestato in Occidente tranne che negli attentati di Madrid. Le minacce di bin Laden sono rimaste senza effetto. Soprattutto si è dimostrato che l’America interverrà con estrema decisione e quindi è tramontato del tutto il sogno degli estremisti di conquistare il potere nelle nazioni islamiche. Bin Laden controllava una nazione, ora è un fuggitivo e ricercato che controlla solo qualche caverna. L’estremismo islamico è combattuto con vigore non solo in Occidente ma anche e soprattutto nei paesi arabi dove l’intervento americano ha dato sicurezza e forza ale correnti contrarie e moderate. Ci vorranno ancor anni perchè il terrorismo si spenga dappertutto ma è stato tolto ad esso l’elemento fondamentale: la speranza della vittoria. |
LE VITTIME CIVILI
Gli interventi militari hanno causato un gran numero di vittime civili del tutto innocenti. Può aver questo fatto qualche giustificazione? Ovviamente i pareri divergono
1^ TESI
È del tutto inaccettabili che tanti civili e soprattutto bambini siano stati uccisi negli interventi americani. Si fa molto scalpore e giustamente per le vittime del terrorismo ma non si contano i morti innocenti fatti dalle armi americane genericamente considerati “ danni collaterali” |
2^TESI
Le vittime in Afganistan e Iraq sono in numero molto minore rispetto a quelle che si ci sarebbe state, per la guerre civili in Afganistan e per la repressione in Iraq, La morte dei civili è dovuta essenzialmente al fatto che i terroristi deliberatamente si mescolano ai civili in modo che sia impossibile colpirli senza far delle vittime civili. Se si spara su truppe americane da un palazzo o da un ospedale queste non possono rispondere senza colpire gli abitanti civili o i malati: la colpa ricade sui terroristi non sugli americani che non colpiscono mai deliberatane dei civili, cosa che invece fanno i terroristi. Gli americani sono dispiaciuti ma non sempre riescono a non fare vittime civili. |
TORTURA
Grandissimo impressione hanno fatto le notizie sulle torture usate dagli americani nel carcere di Abu Ghraib . Tutti le hanno condannato ma con importanti distinguo.
1^ TESI
Si tratta di fatti che svelano la vera natura dell’intervento americano. Non è imputabile a poche persone deviate ma è l’esecuzione di direttive che vengono dall’alto, fino dalle massime autorità che non potevano non sapere come invece fingono. Hanno minato la credibilità degli USA e compromesso irrimediabilmente la possibilità di un appoggio dei moderati iracheni. Anzi hanno giustificato poi ogni altro eccesso dei terroristi. La punizioni per i responsabilità sono solo formali, assolutamente inadeguate e si fermano solo ai primi gradini.
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2^TESI
Si articola su due direttrici. Da una parte si limita la responsabilità a pochi esecutori e mandanti che avevano ecceduto. Certi eccessi sono quasi inevitabili in una guerra ma non vanno imputati a tutta la nazione se essa è in grado di individuare e punire i responsabili . Si accentua il fatto che le democrazie possono autocorreggersi. Da un’altra direttrice , sia pure a livello non ufficiale, si fa presente che le convenzioni internazionali fanno riferimento a guerre tradizionali con eserciti chiaramente individuabili. Il terrorismo. la guerriglia richiedono metodi diversi che sono stati sempre utilizzati in tutti questi tipi di guerre. Pure in questo caso in fondo si tratta di un ritardo del diritto internazionale sulla realtà effettiva. |
GUANTANAMO
Dopo l’intervento in Afganistan un certo di numero di prigionieri furono portati a Guantanamo , base militare USA a Cuba. e qui detenuti in condizione di massima sicurezza ma in una situazione giuridica assolutamente anomala.: non sono prigionieri di guerra e quindi non si applicano ad essi le convenzioni internazionali (andrebbero soprattutto liberati a fine guerra) e nemmeno detenuti comuni e quindi non hanno le garanzie previste per essi dalle leggi ordinarie Le divergenze nascono sulla valutazione di questi fatti.
1^ TESI
Si tratta di un fatto che non ha precedenti nella storia recente. A distanza di tre anni queste persone restano detenute in una situazione assolutamente illegale. Non hanno imputazioni specifiche vere e proprie , nè giudici, nè avvocati , nessun controllo della pubblica opinione sulla loro reale situazione ma sono in balia delle autorità militari. Per la maggior parte non si tratta di terroristi ma di semplici persone prese con le armi in mano in un paese in cui tutti portano armi. Non solo non vi sono giustificazioni giuridiche ma nemmeno politiche. Le condizioni sono allucinanti, molti sono ormai affetti da gravi turbe mentali. Le condizioni di prigionia sono tanto insopportabili che in effetti equivalgono alla tortura. Tutto quello che si ricava dalle loro”confessioni” non ha valore perché è come se fosse stato estorto con la tortura. |
2^TESI
Si tratta di una situazione giuridica anomala perchè la lotta al terrorismo è anomala. Non è possibile lasciare liberi dei terroristi che naturalmente continuerebbero a fare attentati. Non è possibile giudicarli in tribunali ordinari perchè la giurisdizione ordinaria sarebbe del tutto inefficace. Come detenere o punire degli uomini che desiderano solo uccidersi uccidendo altri ( shaid, Kamikaze), come dimostrare la loro colpevolezza in tribunali ordinari di situazioni assolutamente atipiche. Non è vero che le condizioni siano inumane ma solo di grande sicurezza. Non vi sono torture:i detenuti ricevano un vitto conforme alle prescrizioni islamiche, possono liberamente pregare, vi è addirittura una indicazioni nelle celle per la direzione della Mecca. Certamente essi si sono comportati molto peggio per prigionieri della loro stessa fede e popolo. Tutti quelli che collaborano, nella misura in cui dimostrano di essere meno pericolosi, migliorano le loro condizioni di prigionia e poi sono liberati. Si tratta tutti di pericolosi e fanatici terroristi: coloro che hanno dimostrato nei fatti, collaborando, di non esserlo, hanno ottenuto la libertà. |
RESISTENZA IRACHENA
Il problema è se si può parlare di una “ Resistenza “ irachena in qualche modo paragonabile a quella dei paesi occupati dalla Germania nella Seconda Guerra Mondiale o si tratta solo di bande terroristiche più o meno vicine all’estremismo di Al-qaeda: Va notato che in questo caso vi sono molte posizioni intermedie che sfumano l’uno o l’altro delle due interpretazioni.
1^ TESI
Gli americani hanno invaso l’iraq: è del tutto legittimo e naturale che gli iracheni combattano contro l‘occupazione straniera allo stesso modo che i paesi europei reagirono e lottarono contro la occupazione nazista: abbiamo quindi una “Resistenza” irachena alla quale possiamo quindi dare tutti i caratteri (positivi) delle Resistenza italiana ed europea. Alcuni poi distinguono la presenze di bande legate più o meno ad al-Qaeda da quelle semplicemente patriottiche. Ritengono quindi che la vittoria della Resistenza Irachena non sia la vittoria di al-Qaeda anzi sia l’unico mezzo per estrometterla dall’Iraq. |
2^TESI
Guerriglia e terrorismo sono esplose non quando gli americani hanno conquistato il paese ( allora avrebbero potuto qualificarsi come resistenza) ma quando gli americani hanno annunziato che se ne sarebbero andati dopo la elezione di un governo democraticamente eletto. Che senso avrebbe una guerra per cacciare gli americani se questi cercano di andare via?. E’ come se nella Seconda Guerra Mondiale i tedeschi volessero andare via dall’Italia appena avessimo eletto un governo democraticamente e noi combattessimo per non fare le elezioni . L’avremmo chiamata resistenza ? Si nota poi che la maggior parte delle vittime sono iracheni. Si tratta solo di gruppi di al-Qaeda che perseguono i loro fini o di bande terroristiche che cercano di assicurarsi un pezzetto di potere appena gli americani se ne saranno andati : non rappresentano affatto il popolo iracheno. Sono essi, in conclusione, che impediscono il ripristino della sovranità irachena con elezioni democratiche, che non permettono agli Americani di ritirarsi perchè essi non possono lasciare una paese preda del caos e della violenza. |
AUTORITA IRACHENE
Si può parlare di autorità irachene insediate a Bagdad o si tratta solo di semplici agenti americani, al soldo della CIA.
1^ TESI
Il governo provvisorio è formato da persone che non hanno alcuna credibilità, non rappresentano reali forze irachene. Si tratta di personaggi senza alcun prestigio, di delinquenti comuni ( accusati anche di truffe o omicidi), semplici esecutori degli ordini americani, senza alcun prestigio personale , dei “traditori” al soldo degli stranieri |
2^ TESI
In Iraq non si è avuto mai la democrazia e negli ultimi 20 anni la dittatura di Saddam ha liquidato ogni personalità appena appena indipendente. E’ difficile per questo trovare personaggi che abbiano un qualche rilievo non legati a Saddam. Bisogna ricorrere a fuoriusciti che hanno perso contatto con la realtà irachena da molti anni. Occorre ricostituire una società civile, formare esponenti che abbiano un minimo di preparazione: per questo occorrerebbe del tempo. In realtà il popolo sarebbe favorevole alla democrazia ma manca una classe dirigente in grado di guidare la difficile transizione: l’occupazione americana deriverebbe proprio dalla necessità di dare un pò di tempo perché questa classe si formi. Effettivamente al potere sono istallati personaggi che hanno collaborato con la CIA ma si fa rilevare che tutta la opposizione fu aiutata dalla CIA nella speranza, poi fallita, che rovesciasse il regime di Saddam. |
I
GLI OSTAGGI E LE DECAPITAZIONI
Nessuno in realtà giustifica propriamente la presa di ostaggi, soprattutto le decapitazione provocano una generale e genuino orrore. Tuttavia le opinioni divergono su cause e valutazioni.
1^ TESI
E’ stato l’intervento militare che ha esasperato provocando questi orrori che comunque si respingono. Si fa soprattutto notare che il numero di ostaggi uccisi è ben minore delle tante vittime innocenti degli attacchi americani che invece non hanno spazio nei media. Qualcuno affaccia anche l’ipotesi che, almeno in alcuni casi, si tratta di provocatori legati più o meno direttamente agli Americani. |
2 ^ TESI
Questi episodi rivelano il vero volto delle bande che operano in Iraq. Non si tratta tanto del numero di uccisi ma del fatto che essi mostrano le esecuzioni con compiacimento, come un azione meritevole di emulazione. Mostrano la barbarie contro la quali si sono mossi gli Americani. |
SINISTRA OCCIDENTALE E SINISTRA ARABA
Le due correnti di cui abbiamo sommariamente indicati gli argomentazioni più comuni , a nostro parere sono accomunate dal fatto di essere tutte interne al mondo occidentale stesso. Nella generale ignoranza e disconoscimento dalla cultura , della mentalità, della realtà popolare del modo arabo gli Occidentali ragionano con le proprie categorie mentali come se il mondo arabo fosse “in toto” riconducibile a quello occidentale. Si disconosce cioè proprio la causa prima dei tragici avvenimenti del Medio Oriente e del terrorismo, non ci si cura molto di sapere cosa effettivamente pensino le masse arabe. Pare che per la destra e per la sinistra in fondo nascere a Bagdad o a Cabul non comporta grandi differenze dal nascere a Londra o a Detroit. Il mussulmano è solo un cristiano che prega in una moschea invece che in una chiesa , che legge il corano al posto del vangelo.: dettagli in fondo di non grande importanza. Ognuno può pregare come gli pare e leggere quello che gli piace ! Non ci si rende conto di quello che ogni visitatore appena appena attento coglie subito: Parigi è come una Milano in cui si parla francese ma Il Cairo o Teheran sono un altro mondo.
In realtà nessuno in Iraq si richiama a una coscienza nazionale irachena perchè esistono sciiti e sunniti e Caldei e Curdi, a loro volta divisi in innumerevoli clan e consorterie ma non gli “iracheni “ che sono solo una invenzione delle potenze coloniali europee
Gli americani non sono tanto lo “straniero” come i Tedeschi per Francesi nel 40, quanto i “cristiani”, in un mondo concettuale che divide tutta l’umanità in due categorie: mussulmani e infedeli. .
Moqtaba Sadr non parla di “Resistenza” ma dichiara di voler guidare al martirio i suoi seguaci seguendo l’esempio di Ali ucciso a Karbela nel 661 d. C.
Coloro che rapiscono gli ostaggi non cercano giustificazioni nelle Convenzioni di Ginevra ma nell’esempio delle decapitazioni avvenute a Badr per ordine di Maometto
Gli sciiti fanno coincidere democrazia e Shari’ah perchè se democrazia significa governo del popolo allora il popolo è per la shari’ah , laicità e la libertà religiosa sembrano cose incomprensibili.
Nel passato gli occidentali non si resero conto che le correnti integraliste religiose erano nemici del mondo occidentale. Le aiutarono perchè impegnati nella lotta al comunismo e le considerarono loro alleate. Si ricorda che bin Laden ricevette aiuti economici da parte del Pakistan (quindi indirettamente dagli Americani ) fino a pochi giorni prima dell’attacco alle Twin Towers . In realtà i regimi laici che guardavano verso Mosca erano pur sempre più vicini all’Occidente perchè comunque il socialismo, la sinistra sono parte del mondo occidentale.
Analogamente sta avvenendo ora: la sinistra, nella sua opposizione alla politica americana, non si rende conto che in effetti i movimenti antiamericani nel mondo arabo sono movimenti profondamente nemici di tutto quello che la sinistra indica come valori. L’integralismo arabo è molto più a destra di qualunque destra europea: pur tuttavia riceve comprensione proprio dalla sinistra europea. Esiste anche una sinistra araba di orientamento socialista ma è praticamente disconosciuta dalla sinistra occidentale e tende paradossalmente ad appoggiare gli Americani perchè comunque gli Americani sono sempre più vicini alla sinistra socialista dei movimenti islamici integralisti
Quasi nessuna risonanza ha avuto in Occidente l’atteggiamento dei comunisti iracheni. Il Partito Comunista Iracheno fa parte del governo provvisorio, ha affiancato anche il governatore americano approvandone praticamente tutti gli atti, compresi gli attacchi a Falluja.
L’altra fazione comunista, il Partito Operaio Comunista ha rifiutato ogni collaborazione con gli Americani ma si oppone ancora con altrettanto vigore “al fascismo islamico costituito dalle bande di fanatici religiosi che vorrebbero tornare a una visione oscurantista, da incubo medioevale” commiste a residui seguaci di Saddam.
In verità è circolato anche un appello alla Resistenza dei comunisti iracheni ma appare un evidente falsoIn conclusione ci pare che la sinistra occidentale rifaccia gli stessi errori che fece la destra americana: appoggiarono quei movimenti intrinsecamente violentemente anti-occidentali che che una volta affermatasi poi si sono rivolti contro l'America stessa. Se nel mondo arabo prevalessero, non dico al-Qaeda ma seguaci di Moqtaba Sadr o di Komeini tutto il mondo si sposterebbe piu a destra, le conquiste civili care alla sinistra arretrerebbero pericolosamente.
I comunisti iracheni lo hanno ben compreso, la sinistra occidentale molto meno.
PARTE TERZA
IL TERRORISMO VISTO DA AL QAEDA
INDICE:PREMESSA MESSAGGIO DI BIN LADEN AGLI IRACHENI RIVENDICAZIONE DELL'ATTENTATO DI ATOCHA COMUNICATO PER LA DECAPITAZIONE DI N. BERG VIDEO DI AL ZAWAHRI 11SETTEMBRE: UN COLPO DI GENIO ? PROSPETTIVE DEL CONFLITTO
Generalmente la rivendicazione di un attentato non viene esaminato dai mass media e viene dichiarato folle, delirante, manifestazione di fanatismo. Invece si tratta, in genere, di una esposizione logica e coerente almeno su un piano culturale islamico che va quindi valutata attentamente.
Gli Occidentali conoscono pochissimo il resto del mondo mentre il resto dl mondo conosce bene la civiltà europea allo steso modo in cui tutti conoscono l’inglese ma i madre-lingua inglese difficilmente parlano altre lingue. Conseguentemente tendiamo a interpretare gli "altri" con le nostre categorie mentali facendo gravi errori di prospettiva. E’ davvero singolare partire dalle categorie mentali occidentali , di destra o di sinistra, non importa, per spiegare un fenomeno tutto interno al mondo islamico che ha come aspetto caratterizzante proprio il rifiuto delle categorie mentali occidentali. In questo errore di prospettiva tendiamo poi a considerare i dirigenti di al Qaeda come se fossero beduini del deserto o pastori afgani: si tratta invece di persone tutte non solo dotate di ampia cultura islamica ma che conoscono molto bene il mondo occidentale. Se il mullah Omar era in effetti un limitato " prete di campagna" bin Laden ha studiato nelle scuole migliori, le stesse frequentate dai principi sauditi, trascorreva le vacanze in Svezia e a quanto pare da giovane vestiva casual ed era appassionato di musica rock come un qualunque teen-agers americano. Il suo vice, al Zawahri era era brillante medico, nipote dell'Iman della università Al Azhar e quel tale Atta che ha guidato l'attacco alle torri gemelle aveva avuto tutte e due i nonni rettori della stessa prestigiosa università.
Intendiamo in questo lavoro con il termine di al Qaeda non solo la organizzazione propria di bin Laden ma tutti i gruppi che si ispirano al modello da esso rappresentato.
Cercheremo quindi di comprendere il mondo del terrorismo islamico esaminando attentamente alcuni documenti di rivendicazioni fatti pervenire da essi
MESSAGGIO DI BIN LADEN AGLI IRACHENI
Nel novembre del 2002 bin Laden fece pervenire alla TV satellitare Al Jazeera una cassetta, in seguito considerata autentica dagli esperti della CIA. In essa erano contenuti due distinti messaggi, uno rivolto agli Iracheni e l’altro al popolo americano. In questo ultimo bin Laden ha minacciato nuovi attentati suicidi contro i “crociati”. Nelle minacce sono compresi anche gli alleati degli Stati Uniti in Iraq, riservandosi “il diritto di rispondere nel momento e nel luogo più opportuni a tutti i paesi che partecipano a questa guerra ingiusta , in particolare la Gran Bretagna, la Spagna, l'Australia, la Polonia, il Giappone e l'Italia”
In seguito le minacce si sono concretizzate solo per la Spagna l’11 marzo 2004.
Noi esamineremo pero in questa sede solo il primo messaggio, quello rivolto agli Iracheni
Testo del Messaggio |
IL NOSTRO COMMENTO
Si inizia con indicare come martire chi combatte senza danaro in cambio. La frase di per se appare poco chiara e direi anche poco felice: forse si voleva indicare i combattenti islamici in contrasto con i giovani che si arruolano nella rinascente polizia irachena che invece sono spinti dal bisogno di guadagnare. Il termine arabo tradotto con “martire “ in italiano è, come è noto, “ shaid” : esso significa” testimone” (come in greco “martire” ) e viene usato per indicare il combattente islamico che cade in combattimento e in questo modo da testimonianza della sua fede
Il Jihad nel corano ha due significati: uno di guerra agli infedeli e l’altra di sforzo personale nel cammino della fede. Nel linguaggio di al Qaeda viene usato solo nel primo significato.
La terra dell’Iraq viene qualificata come quella di “Salahuddin” (grafia italiana più comune: Salah ad-Din ), noto in Occidente con il nome latinizzato di Saladino e questa indicazione ha una valenza altamente emblematica per un musulmano iracheno. Saladino infatti, di stirpe Curda, nacque proprio a Tigritt , governò Egitto e Siria e soprattutto pose fino al regno cristiano di Gerusalemme sconfiggendo i Crociati nella battaglia di Hattin nel 1187. Viene quindi considerato l’eroe nazionale arabo nelle guerre medioevali contro i crociati: un esempio che sembra attuale, tagliato su misura ai fini di bin Laden . Certamente a nessuno occidentale verrebbe in mente di ricordare Goffredo di Buglione ma,si sa ,viviamo in mondi spirituali diversi
Dopo un accenno più o meno fuggevole al petrolio viene il punto più interessante. Parla di voci (propaganda ) che parlano di governi democratici e pacifici che cooperino con i governi rinnegati: si deducono allora elementi importanti delle concezione dei fondamentalisti:
essi considerano l’idea della democrazia e della collaborazione con gli Occidentali (“crociati” nel loro linguaggio) e anche della pace ( in contrapposto al Jihad che non può essere vietato) come cose contrarie all’Islam.
I governi rinnegati sono quelli che intrattengono buoni rapporti con l’Occidente , praticamente tutti i regimi arabi e mussulmani (l’unica eccezione era l’Afganistan )
fra gli asserviti all’Occidente include non solo, comprensibilmente, Garzai (presidente dell’Afganistan ) e i partiti democratici curdi che appoggiarono l’intervento americano ma anche i partiti Baath e Abu Mazen Ora un partito bath (socialisti ) era quello di Saddam Hussein e l’altro ancora governa attualmente in Siria : non sono stati mai amici dell’Occidente e tanto meno di Israele ma piuttosto guardarono all’URSS e alla sinistra europea. Tuttavia per la mentalità fondamentalista si tratta sempre di tendenze che guardano fuori dell’Islam e quindi assolutamente inaccettabili. Per quanto riguarda Abu Mazen , presidente del consiglio palestinese, è espressione della corrente che accetta la divisione della Palestina in due stati il che appare un tradimento della causa mussulmana che non transige sulla totale distruzione di Israele.
Si parla inoltre di “Jahiliya”: letteralmente tale termine indica le tenebre che erano sulla terra prima che Dio si rivelasse a Muhammad : quindi si tratterebbe del paganesimo pre-islamico, adoratore degli idoli. Tuttavia è comune nel lessico degli estremisti indicare con questo termine tutto ciò che si allontana dall’islam mettendo dei feticci ( il danaro, la democrazia, la libertà sessuale) al posto di Dio e della Shari’ah: in effetti corrisponde a nostre espressioni come “ dio-danaro” o “ idolo del successo”
In sintesi il comunicato sostiene una guerra santa che, in effetti, se ha come primo obbiettivo gli USA in realtà è rivolta contro tutti i governi arabi e tutte le tendenze della comunità islamiche che muovano verso la democrazia e più in generale verso il modo moderno considerato espressione diabolica e contro il quale è doveroso solo il Jihad, “la guerra sul sentiero di Allah” come recita il comunicato .
LA RIVENDICAZIONE DEGLI ATTENTATI DI ATOCHA
l’11 marzo 2004 avveniva in Madrid l'attentato più sanguinoso e anche in effetti l'unico in Occidente dopo quello delle Torri Gemelle. Esaminiamo brevemente il documento di rivendicazione degli attentati ai treni di Atocha che riportiamo
TESTO Se punite fatelo nella misura del torto subito" (Corano 16/126). "Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggio dell'omicidio" (Corano 2/191).
In nome di Allah Il Clemente, il Misericordioso: "Operazione Treni della Morte
Le brigate Abu Hafsi Al-Misri avevano
già promesso nel comunicato precedente datato 11 del mese islamico di
Muharram 1425 che corrisponde al 2 marzo 2004, che le brigate Abu Hafs
avrebbero preparato una nuova operazione. Ed eccola, le brigate
mantengono le loro promesse. Le squadre della morte sono riuscite a
penetrare nel profondo dell'Europa crociata colpendola in maniera
dolorosa".
"E' forse permesso loro uccidere i nostri bambin i, le nostre donne ed i
nostri anziani ed i nostri giovani in Afghanistan, in Iraq, in Palestina
ed in Kashmir ed è invece vietato a noi uccidere loro? Dice Allah, gloria
a Lui l'Altissimo: "E a chi vi attacca rispondete nello stesso modo."
Fermatevi davanti a noi e liberate i nostri prigionieri e uscite dalle
nostre terre e noi ci fermeremo. I popoli alleati dell'America devono
fare pressioni sui propri governi affinchè si ritirino subito
dall'alleanza con gli americani contro l'Islam)". Giovedì 20 Muharram 1425 corrispondente al 11 marzo 2004".
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IL NOSTRO COMMENTO
La concezione fondamentale che ispira lo scritto è la divisione del mondo in due parti nettamente distinte : la terra dall’Islam e la terra degli infedeli. Secondo la tradizione islamica infatti si distingue : “dar al islam”(terra dei credenti) da “dar al harbi”, letteralmente “ terra della guerra” , cioè dove è lecito portare la “jihad”, la guerra santa. Non si parla però ora di portare la guerra agli infedeli nelle loro terre ma di cacciarli via dalle terre dell’Islam: una guerra difensiva insomma, non offensiva. Va notato che la “umma” ( cioè la comunità dei credenti) non coincide con “ dar al islam: ( terra dell’islam). Infatti le “genti del libro”(cioè cristiani e ebrei) sono accettati in terre islamiche come “ dhimmis” ( cioè protetti) in cambio di un tributo detto “gizyàh” che sostituisce il tributo coranico imposto ai mussulmani detto “zakat” e questo è avvenuto da sempre. D’altra parte gli islamici possono trovarsi in “dar al-kufr” (nella terre degli infedeli. termine più benevole di “dar al harbi” ) come gli emigrati nel mondo moderno .Ciò che non viene ammesso è che gli infedeli si trovino in terra dell’Islam in armi o comunque con un potere politico: se questo avviene tutti i credenti hanno il dovere di combatterli per scacciarli. Non importa se essi sono stati chiamati da nazioni islamiche:per questo non tengono conto, per esempio, che gli Americani hanno combattuto la prima Guerra del Golfo perchè chiamati da paesi islamici come Arabia Saudita o Queit, che in Afganistan hanno trovati alleati fra i popoli del nord e consenzienti tutti i paesi islamici ecc. Non pensano cioè come noi occidentali in termini mondiali: i mussulmani non entrano nei contrasti fra gli infedeli e gli infedeli non debbono entrare nei contrasti fra musulmani.
Gli occidentali vengono definiti crociati: il termine è stato avvalorato anche da una famosa gaffe di Bush (a ulteriore dimostrazione della nessuna conoscenza degli occidentali del mondo arabo ). Nel nostro linguaggio comune infatti “crociata” sta per lotta contro il male in generale ( crociata contro la droga, il lavoro minorile, la prostituzione ecc. ) ma nel modo arabo esso conserva il suo significato originario di aggressione cristiana contro l’Islam. Per questo i fondamentalisti vedono gli occidentali come “Kafir” ,cioè “miscredenti” secondo il termine coranico, espressione del cristianesimo, e anche dell’ateismo, della non-fede comunque e le vicende medio orientali come lotta fra civiltà cristiana e civiltà islamica, concezione assolutamente estranea al nostra modo di pensare che ormai ha archiviato da secoli ogni idea di guerra di religione
Pertanto essi richiedono semplicemente che i “Kafir” (infedeli) escano dal “dar al islam” ( terre dei fedeli) considerando “terre dei fedeli” anche TUTTA la Palestina e il Kashmir. e che comunque gli infedeli lascino ogni ruolo politico e militare nella terre islamiche.
Interessante è la giustificazione del terrorismo.”L’uccisione di civili non deve rattristare gli islamici.”. in quanto essa sarebbe giustificata dal principio coranico “e a chi vi attacca rispondete nello stesso modo” che in effetti riecheggia il biblico “occhio per occhio” Non vi è alcun riferimento alle convenzioni internazionali e all’ONU considerate come estranei allo spirito dell’islam ma solo all’Islam stesso che se da una parte proibisce inutili crudeltà e quindi anche la uccisione di civili ma dall’altra , tuttavia secondo la interpretazione prima ricordata lo permetterebbe. Essi si considerano quindi legittimi combattenti e non terroristi.
Ricordano insieme le vittime civili in Iraq, Afganistan, Israele e Kashmir: non si distingue fra Americani, Israeliani e , da notare, nemmeno Indu.( stranamente non vengono ricordate la Cecenia e la Russia :si tratta comunque di” infedeli” che uccidono dei “credenti.”
Non si distingue fra uccisioni di civili non deliberate da altre che invece sono deliberate (cioè il terrorismo)
Gli attentati hanno lo scopo di impaurire i popoli affinchè facciano pressioni sui governi. Essi ritengono che gli occidentali siano troppo legati alla vita : il concetto costituisce un leit-motiv di molti comunicati
Si minacciano attentati devastanti contro gli Usa e gli altri paesi occidentali: il fatto che essi non si siano verificati non dipende certamente dalla volontà di al Qaeda ma solo evidentemente dalla impossibilità di attuarli ma è chiaro che essi non si fermeranno spontaneamente
Vi è il richiamo continua ad Allah. Essi infatti ritengono di combattere una guerra religiosa e per questo non contano le forze in campo in modo realistico ma fanno affidamento soprattutto sull’aiuto di Dio che è certamente piu potente degli infedeli (Allah akbar, Dio è grande , cioe onnipotente, infatti ,è la affermazione fondamentale)
Infine notiamo che si usa la datazione islamica, sia pur tradotta in quella internazionale, per segnalare ancora il loro riferimento alla comunità islamica
COMUNICATO PER L’ESECUZIONE DI N. BERG
Il filmato della decapitazione di Berg ha scosso il mondo intero: tuttavia quasi mai è stata data la traduzione del comunicato che veniva letto. Generalmente si crede che esso sia la lettura della sentenza di morte per Berg ma ciò non è affatto vero. Il comunicato infatti, sorprendentemente, non parla affatto né di Berg né dell’imminente decapitazione e questo, a nostro parere, ci sembra avvalorare i dubbi su quella esecuzione che potrebbe essere stata fatta in altro momento o su un uomo già ucciso. D’altra parte tutta la vicenda di Berg appare poco chiara, sembra più un oscuro affare di spie che di un occasionale ostaggio.
Tale problema però ora non ci interessa particolarmente. Esaminiamo invece il testo letto che è soprattutto una esortazione propagandistica per il Jihad e come tale rivolto non agli Occidentali ma ai mussulmani
Testo del messaggio Lode a Dio che piega il sole con un cenno e che raggiunge gli infedeli sconfiggendoli. Dio con la sua giustizia ci guarda tutti i giorni , benedizione su tutti coloro le cui case sono illuminate dall’islam. Nazione dell’Islam, la prima luce dell’alba già si intravede così come si comincia a intravedere la vittoria. Dio ci ha onorato a Falluja con una vittoria da Lui stesso propiziata e appoggiata. Nazione dell’Islam, c’è ancora forse una scusa per restare indifferenti ? Come può riuscire a dormire un mussulmano mentre vede sgozzare l’Islam, mentre vede calpestare la sua dignità , mentre vede la fonte dl disonore e delle sevizie nella prigione di Abu Chraib ? Dove è la vostra indignazione per il trattamento ricevuto dalla religione di Dio ? Dove è la vendetta per gli abusi e i soprusi contro le donne e gli uomini mussulmani dentro le prigioni dei crociati? Dio vi ringrazia ma vi chiede : perchè non vedete che Dio si è mostrato? Perchè non vedete da soli i giovani dell’islam sempre volenterosi e dediti al sacrificio? Possibile che non apprendiate da loro cosa significa sacrificio? Per quanto ancora somiglierete alle donne e non fate altro che gemere, e urlare e piangere? Tra i sapienti c’è chi si rivolge ai popoli liberi del mondo, chi spera in Kofi Annan . che implora l’aiuto di Aub Moussa (segretario della lega araba),chi promuove manifestazioni pacifiste come se non avesse mai ascoltate le parole di Dio “ o mussulmani, incitate i credenti al combattimento.” Non siete ancora sazi della guerra santa fatta attraverso i congressi e le riunioni culturali ? Non è ancora giunta per voi il momento della vera guerra santa fatta sguainando la spada con la quale fu inviato in terra il signore dei profeti? Oppure, come al solito disapproverete la nostra azione per compiacere gli americani? Che il Profeta sia benedetto, Lui è il nostro migliore difensore lui che ha ordinato di tagliare la testa ai prigionieri della battaglia di Badr Noi vediamo in lui la nostra guida Quanto a te Bush , cane dei crociati , con l’aiuto di Dio , devi aspettare che arrivino giorni molto difficili Insieme ai tuoi soldati ti pentirai di aver posto piede in Iraq e di avere alzato la spada contro i mussulmani Quanto a voi,mogli e madri degli americani noi vi diciamo che abbiamo offerto all’amministrazione americana lo scambio di questo prigioniero con alcuni prigionieri di Abu Ghraig ma l’amministrazione ha rifiutato. Noi vi diciamo che è stato offesa la dignità delle musulmane e dei mussulmani nelle prigioni di Abu Ghraig e in altre prigioni. Per questo voi dovete aspettare bare e ancora bare seguite da altre bare. |
IL NOSTRO COMMENTO
Viene ricordata la battaglia di Badr. Evidentemente si rivolge ai mussulmani perchè difficilmente un Occidentale coglierebbe il senso di questo richiamo. Nel 634, 3° anno dell’Egira, presso i pozzi di Sadr, circa 300 mussulmani affrontarono quasi mille soldati provenienti dalla Mecca che avevano avuto il compito di proteggere una carovana. I seguaci di Maometto rimasero vincitori. Si trattò di un piccolo scontro ma nella storia dell’Islam ebbe una grande importanza e si parlò anche di visioni di Maometto, di intervento di angeli, di atti eccezionali di eroismo: è considerata comunque la prima battaglia del jihad . La sorte dei superstite viene variamente decritta: alcuni vennero poi rilasciati ma altri furono decapitati per ordine diretto di Maometto . Il comunicato, ricordando l’episodio vuole legalizzare e giustificare l’uso della decapitazione per i nemici dell’Islam visto che già nella prima battaglia Maometto stesso dispose in tal modo.
Tutto lo scritto è soffuso di uno spirito religioso con i continui richiami alla fede, al Corano, agli haidith, in tono drammatico ed escatologico : essi sentono di avere la verità e la vittoria, non c ‘è spazio per ogni compromesso che sarebbe un tradimento della Santa Causa.
Viene cosi ,senza alcuna esitazione, affermato il netto, inequivocabile rifiuto dell’Onu e di qualsiasi mediazione, del confronto culturale, del pacifismo e il conseguente richiamo alla guerra “vera” , combattuta e sanguinosa, l’unica in grado di liberare l’Islam dai suoi nemici
Si richiama la “umiliazione” dei mussulmani nelle carceri che ha colpito particolarmente il mondo islamico, soprattutto per i suoi risvolti sessuali
Gli avvenimenti di Falluja sono sentiti come una vittoria: nel momento in cui gli americani si fermano per evitare ulteriori massacri e per tentare un accordo questo atto viene sentito di per se come una vittoria
Si allude a una richiesta di scambio di prigionieri ma le autorità americane invece hanno sempre smentito: non sapremo se tale richiesta è stata realmente avanzata o meno ma, come abbiamo notato, tutta la vicenda è poco chiara.
L’impressione generale che ne ricaviamo è quella della impossibilità del dialogo fra Occidentali e fondamentalisti. Il linguaggio stesso del comunicato pare quello di mille anni fa: nessun moderno ( non solo europeo ma anche cinese, giapponese o indiano ) si esprimerebbe in questi termini o peggio trasmetterebbe una tale cassetta.
Il fondamentalismo arabo pare uscito fuori da un romanzo di storia medioevale.
L’ultima parte del comunicato è rivolto invece agli occidentali che vengono definiti “crociati” e ai quali viene minacciata una serie infinita di lutti non solo per l’invasione dell’Iraq ma per avere aggredito i mussulmani che la causa propria del jihad.
Ci si è chiesto anche perchè l’uccisione è avvenuto tramite la decapitazione. Probabilmente essa è stata sentita come la più conforme alla tradizione islamica. Veramente in Iraq era in uso la impiccagione e anche la fucilazione ma evidentemente sono sembrate troppo moderne e occidentalizzanti. La decapitazione tuttavia avrebbe bisogno di persone particolarmente esperte nell’uso della spada che, evidentemente, sono difficili da reperire: per questo l’esecuzione è stata particolarmente straziante.
Noteremmo che la sensibilità araba è diversa, almeno per gli integralisti, che ritengono che la punizione degli colpevoli debba essere eseguita in pubblico per ammonimento a tutti .
Teniamo presente che qualche secolo fa anche la sensibilità occidentale era molto diversa. Nella Rivoluzione Francese davanti alla ghigliottina stavano le donne che applaudivano a ogni testa caduta: e la ghigliottina era già un fatto altamente umanitario perchè prima le pene erano molto più terribili : non solo decapitazione, ma torture come mezzo giudiziario ordinario, e squartamenti e altri orrori, tutto davanti a folle plaudenti per non parlare dei roghi della "Santa" Inquisizione o delle croci erette lungo le strade dai civili romani. Dall '800 in poi invece, queste pratiche sono diventate insostenibili. Questo spiega la impossibilità di noi moderni di guardare l'esecuzione di Berg : in altri tempi da noi o nei paesi arabi tuttora, invece l'esecuzione deve essere "esemplare", cioè deve essere fatta vedere e infatti l’esecuzione di Berg viene registrata proprio perchè essa venga vista: il fine di quella cassetta è quella di dare un esempio cioè di atterrire gli occidentali: forse riescono nel loro scopo.
La televisione del Qatar al Jazeera ha trasmesso il giorno 9 settembre 2004 un video con immagini del numero due della rete terroristica di Al Qaeda , al Zawahri. Nel video afferma che i movimenti delle forze militari americane in Afghanistan sono "limitati". e la vittoria vicina
Alcuni passaggi sono stati letti in realtà dallo speaker di Al-Jazeera, che ha riassunto alcuni punti, mentre altri sono stati trasmessi interamente,
Riportiamo i passaggi salienti del messaggio video:
La sconfitta americana in Iraq e in Afghanistan e' diventata solo una questione di tempo, a Dio piacendo L'intera parte orientale e meridionale dell'Afghanistan - sono diventati terreno libero per i mujaheddin I combattenti della resistenza irachena hanno mandato a gambe all'aria i piani statunitensi In Iraq i mujaheddin hanno sventato il piano americano, dopo la debolezza mostrata dal governo interinale nei due paesi gli americani sono presi fra due fuochi: se restano moriranno dissanguati, e se si ritirano avranno perso tutto I nemici sono confinati nelle loro roccaforti. Gli americani si nascondono nelle loro trincee e si rifiutano di uscire a fronteggiare i mujaheddin, mentre questi li bombardano, sparano e li isolano'' Continuiamo a dare la caccia agli americani e ai loro alleati, anche in casa loro I rinnegati che offrono agli americani le basi militari e l'aiuto per uccidere i musulmani si debbono preparare per il giorno della resa dei conti, perché gli americani sono già pronti alla fuga. |
IL NOSTRO COMMENTO
Tutto il messaggio ha l'evidente scopo di rincuorare i combattenti islamici prospettando un vittoria che, anche se non è immediata, è comunque certa. Naturalmente dare una prospettiva certa di vittoria è elemento fondamentale in ogni guerra: nessuno esercito combatte se non crede più di poter vincere. Anzi si sa bene che la convinzione della vittoria conta più ancora che l'effettiva potenza militare. A Waterloo i francesi non furono materialmente sconfitti anzi ormai erano vincitori: ma quando videro apparire le avanguardie prussiane alle loro spalle fuggirono disordinatamente perchè pensarono (probabilmente a torto) che non avrebbero potuto fronteggiare il nuovo nemico. Per i combattenti islamici la situazione è però diversa. Le sorti della guerra non dipendono dagli uomini e dalle loro armi ma solo e sempre da Allah che è onnipotente ( Allah Akbar ) e che ogni cosa decide: quindi ogni insuccesso può venire interpretato non come un segno del profilarsi di una sconfitta finale ma solo di un prova inviata loro da Allah che comunque darà la vittoria finale agli islamici appena essi se ne renderanno degni.
Diciamo usando un terminologia della epistemologia moderna che il fondamentalista islamico è " impermeabile all'esperienza": ha gia una sua verità assoluta : ogni fatto viene inquadrato in quella prospettiva e in un modo o nell'altro la conferma : manca cioè di quello che Popper definirebbe la possibilità della falsificazione delle ipotesi., del confronto critico con i fatti
Da quanto si sa della personalità di al Zarawri dobbiamo presumere che egli effettivamente crede in quello che dice, il suo discorso non è affatto un inganno propagandistico tanto comune nel laico occidente.
Tuttavia egli sente il bisogno di mostrare effettivamente che la vittoria si profila come segno della volontà di Allah
E da notare che il quadro che egli traccia ha scarsi riferimenti religiosi: egli vuol mostrare come la realtà delle operazioni convalidi la certezza della vittoria finale Mostra quindi che solo apparentemente i crociati hanno conquistato terre islamiche n ma che in effetti la maggior parte delle territorio sfugge al loro controllo. Essi sono asserragliati, assediati dai combattenti islamici, in disperata e inutile difesa e non all'attacco.
Il punto essenziale del discorso è che i crociati in un modo o nell'altro sono destinati alla sconfitta : se andranno via saranno sconfitti e se resteranno saranno sconfitti lo stesso perchè sanguineranno sempre di più. Non sembra minimamente impressionare il fatto che le perdite dei crociati siano ben minori di quelle islamiche: nella prospettiva della jihad ogni caduto è uno shaid ( un martire) che gode delle gioie del paradiso e non va pianto ma invidiato. emulato : la morte di uno shaid ne suscita altri cento. Invece i crociati non sopportano le perdite , non possono sanguinare all'infinito perchè essi non hanno la consolazione della fede: questo è il vero e profondo motivo della sconfitta. finale degli infedeli : la fede vince le armi
In particolare egli poi si rivolge a quei mussulmani che collaborano con i "crociati": i crociati andranno via ,fuggiranno e allora chi salverà i collaborazionisti dalla giusta ira di Allah che si abbatterà su di essi per mano dei mujadin vittoriosi.?
A nostro parere questa pare la parte più
inquietante del messaggio : quale bagno spaventoso di sangue si preparerebbe in
Iraq se mai gli occidentali dovessero veramente ritirarsi?
CHI E AL ZAWAHRI
Ayman al Zawahri,nato
nel 1951, medico e chirurgo, proviene da una illustre famiglia
egiziana: suo nonno fu imam dell’università Al Azhar del Cairo. Fin
dall'adolescenza
aderì alla setta dei "Fratelli mussulmani mussulmani,"
Fu arrestato e scontò tre anni di carcere per il suo coinvolgimento
nell’omicidio del presidente Anwar Sadat, Fu anche in
Afghanistan negli anni Settanta e Ottanta, durante l’occupazione sovietica del
paese. Più tardi, cercò di costituire una base della Jihad egiziana in Cecenia e
Daghestan.
Confluito in Al Qaida, Zawahri ne è considerato l'ideologo Scomparve
dalla circolazione con l’inizio dell’intervento militare in Afghanistan,
nell’ottobre 2001.
Al Zawahri, è stato più volte ripreso accanto a bin Laden in fotografie e
video fra cui il più noto è quello del 10 settembre 2003 nel quale
I due camminavano in una zona montana. Al Zawahri in quell’occasione promise
all’Occidente una risposta «epocale» nel caso di una «nuova aggressione» contro
i musulmani ed esortò i combattenti islamici a seppellire gli americani «nel
cimitero dell’Iraq».
11 SETTEMBRE 2001 : UN COLPO DI GENIO ?
Ci poniamo innanzi tutto il problema di quali fossero i motivi profondi, non occasionali che spinsero un gruppo di islamici all’attacco all’America del 11 settembre 2001
Possiamo attribuire l’azione a una reazione contro la politica USA ma solo a livello generale cioè non a particolari atti politici ma alla presenza stessa degli USA e degli Occidentali nel mondo islamico.
Negli anni precedenti infatti gli Usa erano stati alleati dei movimenti più religiosi in funzione anticomunista mentre i movimenti laici guardavano in genere alla Russia. e anzi gli USA aveva appoggiato lo stesso bin Laden in Arganista. Non a caso il più fedele alleato degli Usa è stata la monarchia wahabita dell'Arabia ( i wahabiti sono il movimento di riferimento di bin Laden. ), l'unica ad avere osservata sempre la shari'ah.
La politica Usa era fortemente sbilanciata verso l'Islam più integralista e di questo infatti viene giustamente accusata .
Perchè mai allora l'incredibile attacco alle
Torre Gemelle e al Pentagono?
Bisogna partire dal mondo arabo per spiegare un fenomeno tutto interno al
mondo arabo- islamico
DA MODELLO A “SATANA”
Prima degli anni 80 prevalsero nel mondo arabo correnti che più o meno esplicitamente si ispirarono alla cultura occidentale, in genere al modello socialista. Basterà ricordare il Nasserimo ma anche i Morabitum del Libano, gli stessi Palestinesi di al Fatah . i partiti Bath di Siria ed Iraq (il partito baath era un partito socialista). Ma questa opera di modernizzazione non ha dato i frutti sperati per motivi che qui non esaminiamo. Correnti allora integraliste islamiche che qui indichiamo con il temine generico e improprio di "fondamentalismo" hanno preso consistenza e rilievo. ed é nata quindi una lotta tutta interna al mondo arabo-musulmano fra coloro che intendevano portare avanti l'opera di modernizzazione in senso occidentale e coloro che invece ritenevano che il rinnovamento poteva venire solo da un ritorno integrale all'Islam. In particolare Khomeini definì l'America il " grande Satana". Il termine "Satana " più ancora che "nemico" può essere inteso come "tentatore" . Infatti l'Occidente con il suo benessere , con le sue vetrine scintillanti, con la sua potenza economica può essere considerata la tentazione di seguire una via diversa da quella indicata da Allah. L'Occidente, da un punto di vista del rigorismo islamico è il "male": è egoismo eretto a sistema, immoralità contrabbandata come libertà, prostituzione come costume abituale. Bisogna allora contrapporre a tanto male il ritorno integrale al Corano, la purificazione da ogni influsso occidentale. Come è stato autorevolmente affermato il fondamentalismo avversa l'America e l'Occidente non per quello che " FA" ma per quello che "E'" e che potrebbe contagiare anche l'Islam : questo è il punto fondamentale.
SI ALZA IL TIRO
Il conflitto fra le due fazioni arabe, come era forse inevitabile in un mondo come quello arabo non democratico, è passato dal piano puramente culturale al confronto politico e militare. In Iran esplose la rivoluzione scita , una vera rivoluzione popolare, come concordano tutti gli osservatori. In qualche altro paese prevalse qualche regime integralista ma nel complesso le elittes rivolte all'occidente hanno mantenuto il potere. Anche nei paesi dove il fondamentalismo si era affermato i frutti non erano stati quelli sperati e alla fine degli anni 90 l'integralismo politico ispirato all'Islam sembrava in declino. L' Iran si era impantanata in una guerra inutile contro l'Iraq costata un milione di morti, Il FIS in Algeria si era ridotto a puro terrorismo, in Afganistan i Talebani avevano superato ogni misura (si arrivò alla distruzione dei televisori !). A questo punto alcuni gruppi hanno ritenuto che il vero nemico da colpire non fossero i regimi arabi laici ma gli occidentali considerati loro protettori. Gruppi come quelli di al Qaeda hanno cioè alzato il tiro colpendo gli USA nella speranza di unire tutti il mondo arabo musulmano in una guerra comune contro l'Occidente e fare apparire cosi i regimi arabi non islamici come una emanazione dell'Occidente, del grande Satana, regimi collaborazionisti
Il conflitto è tutto interno al mondo mussulmano ed è debordato al di fuori di esso quando la parte soccombente ha tentato di riprendere vigore coinvolgendo gli Occidentali in un conflitto che non li riguardava e che essi difficilmente riescono anche a comprendere.
Il fondamentalismo ha conseguito cosi il risultato che si era prefisso: l’America ha portato la guerra in Medio Oriente e il fondamentalismo, che ormai andava spegnendosi ha ritrovato nuova forza e vigore, si è potuto congiungere al nazionalismo arabo ( che è movimento diverso e per molti tratti antagonista), ha innalzato la bandiera della resistenza all’invasione, della lotta contro i “crociati” (secondo la incauta definizione suggerita proprio da Bush ) , ha perfino trovato ampia comprensione nella sinistra occidentale (che invece per essi è il “male” in assoluto).
L’invasione dell’Iraq ha coronato il sogno di ogni fondamentalista: una guerra grande e generale di resistenza del popolo islamico contro l’invasore cristiano senza perdersi in guerre inconcludenti e fratricide nell’ambito stesso della Umma (comunità dei fedeli). I pasdaran iraniani morivano lottando contro l’esercito iracheno anche esso islamico cosi come i talebani Pashtun lottavano contro Tagiki e Usbeki, anche essi fervidi mussulmani: potevano questi fatti essere considerati jihad? Era poco convincente ma lottare contro un esercito crociato marciante in “dar al islam “ (terra dell’Islam) e questo si che è facile dichiararlo “ jihad.”
In questa prospettiva l’11 settembre può essere considerato una grande vittoria del radicalismo islamico, un vero colpo di genio che ha trasformato una guerra interna in una grande guerra religiosa e nazionale.
E’ impossibile riuscire a prevedere gli esiti di un conflitto quando esso è in corso:si rimane colpiti dagli avvenimenti particolari più recenti ma il corso delle operazioni può rovesciarsi e spesso si possono vincere molte battaglie e perdere la guerra. Tuttavia possiamo prendere in esame gli elementi fondamentali in gioco e valutarli al di là degli avvenimenti immediati . Alla fine 1940 si poteva essere colpiti dalla serie impressionanti di vittorie della Germania e pensare che essa aveva ormai vinta la guerra ( errore che fece Mussolini) ma se si fosse analizzato le immense risorse industriali degli Usa e le immense risorse umane dell’ URSS e della Cina si poteva prevedere quale sarebbe stato l’esito finale della guerra.
Prescindiamo allora dalle operazioni militari in corso in Iraq, in Afganistan e in qualche altra parte del mondo e vediamo le prospettive e le forze in campo
Non ci poniamo il problema se gli USA potevano
reagire all’attacco dell 11 settembre in un modo diverso da come hanno fatto :
hanno reagito con campagne militare e questo è un dato di fatto da cui non si
può prescindere.
Parimenti ci sembra inutile discutere all’infinito se l’intervento militare sia
stato e in quale misura condizionato da interessi petroliferi, di potenza,
magari personali: tutto ciò è ininfluente: la guerra purtroppo è una realtà, non
conta se si poteva evitare o se essa copra altri interessi.
Un prima domanda che ci poniamo è se se è possibile una mediazione, una composizione più o meno pacifica della controversia.
Ma quali sono le richieste del fondamentalismo? Sono chiare, inequivocabili ripetute in tutti i comunicati: l’Occidente deve uscire fuori dal “dar al islam “ (terre dell’Islam) come premessa alla instaurazione di un una repubblica ( meglio: emirato) islamico (cioe alla conquista del potere da parte del fondamentalismo ) L’Occidente può aderire a questa richiesta?
Noi crediamo che sia assolutamente impossibile. Innanzi tutto va considerato che un passo fondamentale sarebbe la sparizione di Israele ( che occupa terre islamiche):gli occidentali non lo permetterebbero mai e d’altra parte gli arabi non sembrano nemmeno in grado di farlo. Non varrebbe a nulla la formazione di uno stato autonomo palestinese:anzi esso sarebbe visto solo come un primo passo e una vittoria per una seconda guerra di annientamento.
In una prospettiva poi più ampia,in un mondo tanto globalizzato non è realistico pensare che gli occidentali si disinteressino di una parte tanto importante del mondo. La visione di un mondo diviso in due parti distinte ( musulmana e non mussulmana) è al di fuori di ogni realtà moderna e d’altronde non lo è mai stato se si considera che l’islam nel corso della sua storia ha incessantemente combattuto contro gli infedeli.
Si consideri poi che il medio oriente contiene le maggiori riserve di petrolio del mondo : non solo l’America (come spesso superficialmente si dice) ma tutto il mondo ha interessi vitali in quelle terre che invece sono politicamente oltremodo instabili, Di fronte a una crisi petrolifera i paesi MOLTO ricchi (USA)avrebbero DELLE difficoltà, i paesi pure industrializzati ( Italia) avrebbero GROSSE difficoltà , i paesi EMERGENTI ( est asiatico) RICADREBBERO miseramente nel sottosviluppo, per i paesi sottosviluppati sarebbe la CATASTROFE.
Si pensi poi alle decine di milioni di mussulmani che vivono in occidente Si consideri poi che l’Occidente non ha mai imposto le proprie civiltà agli arabi ma essi si sono avvicinati all’Occidente ( come tutto il resto del mondo, d’altronde) Se al Cairo o a ad Algeri le donne non vanno velate questo non è una imposizione dell’Occidente ma una loro scelta: questo discorso per noi ovvio non viene inteso dal fondamentalismo che vorrebbe stendere intorno all’islam un specie di nuova cortina di ferro.
Non essendo i possibile quindi un compromesso vediamo quali sono le forze in campo.
Da parte del fondamentalismo abbiamo poche organizzazioni fra di loro poco coordinate ( non esiste nemmeno alcuno con il quale eventualmente trattare) riescono ad aver vaste simpatie nelle masse arabe, in certi ambienti particolari ma in realtà restano pur sempre isolati.: un iracheno può anche ballare sui soldati americani uccisi ma accettare come propri governanti gli uccisori sarebbe tutta altra cosa.
Tuttavia anche in pochi possono costituire un gravissimo pericolo. La civiltà moderna infatti è molto complessa ma proprio per questo molto vulnerabile. Solo qualche migliaio di shaid (cioe Kamikaze) potrebbero portare il caos in Occidente e mettere in crisi l’economia moderna che ha bisogno soprattutto della fiducia nel futuro. L’uso di armi non convenzionali potrebbe poi portare a disastri incalcolabili.
Dall’altra parte vi è la enorme potenza industriale economica e militare degli USA Il resto del mondo dalla Russia alla Cina, dall’India all’Europa per il momento fa molti distinguo e riserve ma in sostanza dovendo scegliere il campo è dalla parte dell’America: il disaccordo riguarda il modo di combattere il fondamentalismo non il fatto che esso va combattuto. In queste condizione qualunque azione di successo del fondamentalismo si ritorcerebbe contro di essi stessi. In realtà è quello che è avvenuto dopo l’11 settembre: l’azione è stata spettacolare ma la conseguenza è stato che l’unico governo fondamentalista ( in Afganistan) è stato abbattuto, al Qaeda è stata dispersa, i fondamentalisti vengono vigorosamente perseguiti in tutti i paesi arabi e non, e soprattutto è tramontata la possibilità che essi possano assumere il potere in qualunque paese.
In queste condizione certamente il fondamentalismo uscirà distrutto: il problema però è quanto migliaia o milioni di esseri umani debbono ancora morire per una guerra persa in partenza.
Ma perché i fondamentalisti non si rendono conto di ciò? Il fatto e che essi fanno affidamento sull’aiuto e la volontà di Allah Una prescrizione biblica vietava agli ebrei di fare un censimento perchè essi non dovevano contare sul loro numero ma sulla volontà di Dio: i ferventi islamici fanno lo stesso ragionamento. Sono sempre esistiti nel passato movimenti “millenaristi” pronti a imprese impossibili fidando sull’aiuto divino: le loro imprese sono sempre finite in un disastro: lo stesso avverrà presumibilmente anche per il fondamentalismo
PARTE QUARTA
DUE TERRORISMI A CONFRONTO
INDICE :Introduzione Confronto Contrastare il terrorismo Conclusione
Il nostro paese ha già conosciuti in anni recenti il terrorismo anzi tuttora incredibilmente una coda sanguinosa di esso è ancora operante. Cercheremo in questo lavoro di delineare un confronto fra il terrorismo “cosiddetto” di sinistra degli anni 70 e il terrorismo “cosiddetto” islamico degli anni 2000. Per comodità di esposizione noi indichiamo con il temine di Brigate Rosse (BR) tutti quei gruppi che applicarono la dottrina della lotta armata dichiarando di voler rovesciare la società capitalistica ( o delle multinazionali o della borghesia o altri simili concetti ) che essi effettivamente o meno facessero capo alle BR . Parimenti noi usiamo il termine di terrorismo di al Qaeda per indicare tutte quei gruppi che condividono genericamente i principi di al Qaeda (lotta armata all’America, all’Occidente mediante attentati indiscriminati) anche se tali gruppi non hanno alcun legame con al Qaeda stessa. In sostanza usiamo i termini di BR e al Qaeda per indicare non propriamente delle organizzazioni ma un certa categoria di organizzazioni e gruppi che perseguono obbiettivi e adottino metodi delle BR e o di al Qaeda.
Restringiamo il nostro campo di in indagini all’ambito dell’Italia e dei paesi occidentali in generale tralasciando invece le vicende che si svolgono nei paesi mussulmani.
Tralasciamo in questa sede anche di analizzare le ragioni e i motivi profondi che possono aver determinati i due fenomeni ( di cui abbiamo trattato altrove): consideriamo che comunque e in ogni caso essi sono stati o sono fenomeni da combattere e quindi finalizziamo l’analisi alla individualizzazione degli elementi fondamentali su cui fondare un strategia di contenimento e di lotta .
Notiamo che in linea generalissima le BR e i fondamentalisti di al Qaeda hanno in comune l’idea che le proprie imprese di per sé non siano risolutive o sufficienti ma che esse possano innescare una rivoluzione grande e generale tale da poter rigenerare la realtà profonda della proprie nazioni e in prospettiva del mondo intero : non si pretende quindi di raggiungere direttamente degli obbiettivi ma si pensa di poter iniziare un fenomeno che espandendosi a catena possa raggiungerli
Esaminiamo pertanto i caratteri piu salienti e le situazioni relative ai due fenomeni.
AREA DI RECLUTAMENTO Con questo temine intendiano tutti quegli ambienti nei quali è possibile che le organizzazioni possano trovar non solo aderenti ma anche complici, simpatizzanti, conniventi. ben tenendo presente la netta distinzione fra i quelli che aderiscono ( in genere molto pochi) e gli altri (i moltissimi ) che non hanno niente a che veder con essi.
L’area di reclutamento elle BR era costituita da una area culturale e politica dalla cosi detta sinistra extraparlamentare. Questa era numericamente un piccola minoranza nella popolazione italiana che diventava consistente solo nel particolare ambito degli studenti. Le BR parlavano a nome del popolo , del proletariato, delle masse ma le organizzazioni che realmente le rappresentavano ( i sindacati, il PC e altre ) erano assolutamente contrarie e inequivocabilmente si opponevano ad esse. Il terrorismo islamico invece fa riferimento al safalismo e a tutti coloro che credono in islam integrale, puro, tradizionale , alle predicazioni appassionate di tante moschee. Si badi bene : ribadiamo che i mussulmani intransigenti non vanno confusi assolutamente con i terroristi ma che tra di essi possono trovare aderenti i terroristi. Bisogna ora riconoscere che l’idea di un islam integrale è ampiamente diffuso nel mondo dell’islam anche in Occidente . Le tendenze moderne, accomodanti con la modernità e con l’Occidente sono pure presenti nell’Islam certamente e anche molto vivaci: ma costituiscono pur sempre una parte quasi sempre ristretta alle elittes culturali e politiche.
Dal punto di vista elettorale la sinistra extraparlamentare non andava oltre un 1 o 2 % : in Algeria ,uno dei paesi più laici anche per esser stata francese per oltre un secolo quando furono ammesse alle elezioni le tendenze radicali dell’islam stavano per aver la maggioranza e soltanto un colpo di stato, seguito da una terribile repressione e guerra civile li ha allontanati dal potere.
OPINIONI PUBBLICA . Le BR speravano che alle loro gesta il popolo, i proletari si sarebbero sollevate entusiasticamente ma esse furono sempre accolte pressocchè unanimamente con orrore fatta eccezione in qualche piccolissima frangia di extraparlamentari
Nessuno riguardava la morte delle vittime delle BR con soddisfazione:quando Moro fu rapito. la sua scorta uccisa e poi anche lui assassinato tutti provarono sdegno e orrore: anche se naturalmente i mass media ebbero notevole importanza nel veicolarli e diffonderli tuttavia nessun dubbio che quei sentimenti fossero veramente sentiti e spontanei.
Quando furono colpite le Twin Towers invece esplose una ondata di entusiasmo in tutto il mondo islamico. I palestinesi uscirono spontaneamente nelle strade a festeggiare e a stento le autorità palestinese riuscirono a convincerli a ritirarsi o almeno a non farsi riprendere dai mass media. In Pakistan le manifestazioni a favore di bin Laden furono oceaniche, violente spontanee: furono contenute solo e a stento dell’esercito in armi . Negli stessi paesi occidentali le organizzazioni islamiche si rifugiarono in una specie di zona grigia che condannava genericamente il terrorismo ma sosteneva pure che lo si doveva capire, e soprattutto poi non era sicuro chi fossero gli autori degli attentati, si favoleggiò a lungo di un complotto ebraico. Dall’Europa e dall’America stessa partivano tanti giovani mussulmani nati ed educati in Occidente per arruolarsi sotto le bandiere di bin Laden ,
Secondo un famoso e clamoroso sondaggio di al arabya il 94% degli arabi approverebbe la presa di ostaggi in Iraq che tanto orrore suscita in occidente. Insomma abbiamo l’impressione che il cuore dei mussulmani sia con i terroristi e solo considerazioni razionali e realistiche li allontanino. In realtà bisogna anche considerare che secoli di sconfitte hanno creato in tutti il mondo islamico un senso di ”umiliazione” profonda che in qualche modo il terrorismo riscatta perchè sfida apertamente e coraggiosamente il potente e ricco Occidente.
APPOGGI INTERNAZIONALI: Le BR non potevano contare sull’appoggio di alcun stato ma solo sulla complicità di altre organizzazioni segrete. Infatti tanto le nazioni occidentali che quelle del comunismo reale si ponevano come loro nemiche. E vero che spesso si è parlato di interferenze di servizi segreti occidentali o comunisti ma in verità si trattava di qualche manipolazione vera o presunta per qualche oscuro fine particolare non di un appoggio. Il terrorismo islamico invece potrebbe contare sull’aiuto di stati islamici nei quali potrebbero essere al potere gruppi vicini al fondamentalisti . Ciò avvenne con certezza in Afganistan prima dell’intervento americano: ma non sappiamo quanto altri paesi sarebbero disposti a farlo se non vi fosse il timore dell’intervento delle potenti armate Occidentali, non sappiamo se qualche stato effettivamente dia loro qualche aiuto segreto.
PERICOLOSITA la BR uccisero un certo numero di persone considerati bersagli strategici mentre altri terroristi si limitavano a ferire ( gambizzare), mai hanno operato massacri indiscriminati. mai avrebbero in nessun caso usato armi di sterminio di massa. Le bombe che fecero vittime casuali furono generalmente attribuite a organizzazioni di destra e comunque non collegabili alla BR
Il terrorismo di bin Laden non fa differenze fra civili e militari, uccide in modo assolutamente indiscriminato : nelle Twin Towers sono morte persone di ogni nazionalità, religione età e condizione sociale. Soprattutto però va considerato che se anche un piccolo numero di persone dovessero accettare la loro logica le conseguenze sarebbero catastrofiche. Una serie di attentati facili ad operare proprio,perchè indiscriminati in supermercati, mezzi di trasporto, luoghi di lavoro avrebbero effetti catastrofici sulla economia dell’occidente, causerebbero a catena effetti devastanti inimmaginabili. Se poi pensiamo alla possibilità che i terroristi possano impadronirsi di armi di sterminio di massa che oramai non richiedono grandi tecnologie ( bombe atomiche sporche, virus letali,) la prospettiva sarebbe veramente un incubo senza fine. Potrebbero causare milioni di morti in Occidente, le reazioni sarebbero incontrollabili , il mondo intero potrebbe andare incontro alla catastrofe.
LIMITI RAZIONALI Gli uomini delle BR erano comunque eredi di una tradizione razionalistica e scientifica della nostra civiltà. Essi si illusero che le masse li avrebbero seguito ma quando, dopo qualche anno, apparve chiaro anche ad essi che questo non sarebbe accaduto abbandonarono la lotta armata passarono alla dissociazione, al pentimento, fecero autocritica. Diverso invece l’atteggiamento mentale degli islamici. Essi ritengono di seguire un comando divino: nessuna esperienza, nessun risultato negativo può far breccia in questo intimo convincimento. Le sconfitte saranno considerate come prove da superare, la potenza divina sarà sempre maggiore di qualunque forza terrena degli infedeli, la fede avrà sempre la meglio su ogni considerazione realistica. Un terrorista islamico non si pente , non recede, e sordo e cieco a ogni considerazione realistica : la fede muove le montagne Egli ha già deciso di morire, il paradiso lo aspetta, cerca solo il momento opportuno per entrarci.
TERRORISMO POTENZIALE E ATTUALE. Va anche notato che in effetti il terrorismo di al Qaeda in Italia non ha mai colpito. In tutto l’Occidente in realtà dopo gli attentati dell11 settembre 2001vi sono stati solo quello di Atocha in Spagna. Al Qaeda ha minacciato continuamente ossessivamente attentati devastanti, distruzione apocalittiche, si parla ogni tanto di autocarri pieni di esplosivi ma poi nulla è di questo si è fortunatamente verificato fino a ora (ottobre 2004) E’ vero che nostri connazionali sono caduti vittime del terrorismo ma ciò è avvenuto quando essi sono stati coinvolti nei conflitti che si combattono nei paesi musulmani. . Il terrorismo delle BR invece era effettivo, si manifestò realmente, insanguinò l’italia per quasi dieci anni.
Date le caratteristiche di cui sopra le BR furono combattute e sconfitte su due versanti: una intensificazione delle repressione delle forze dell’ordine e poi soprattutto la lotta cultuale.
Questi due mezzi sono però di difficile uso da parte occidentale per il terrorismo islamico. Infatti esso nasce da un ambiente del tutto estraneo al nostro mondo.
Le nostra polizia ha grandi difficoltà nell’ individuare nella gran massa dei mussulmani i pochi che possono effettivamente aderire alla terrorismo e spesso confonde persone che hanno solo una gran fede con terroristi che è grave errore. Gli aderenti alle BR erano tutte persone schedate, conosciute, di cui si ricostruiva facilmente il percorso ideologico,
Il terrorista islamico è uno sconosciuto, è una persona che viene dal nulla, che se è appena un pò accorto non mostra affatto le sue propensioni ideologiche, I manuali di al Qaeda raccomandavano di mettere nelle valigie degli aderenti qualche bottiglie di wiskey e qualche rivista sexy : questi li avrebbe fatto subito individuata dalla polizia come persone aliene dal fanatismo religioso.
Per quanto riguarda poi il versante culturale coloro che inclinano al terrorismo islamico hanno per principio il rigetto della cultura occidentale e quindi sono del tutto sordi a qualunque nostro discorso. Nessuno occidentale non mussulmano potrebbe seriamente pretendere di indicare il vero significato del corano e degli haidith : è come pensare che un buddista potesse fare l’omelia durante una messa cattolica. Questo forse è un concetto che sfugge spesso a noi occidentali : il problema è di carattere religioso culturale, tutto interno al mondo islamico: gli argomenti per contrastarlo debbono quindi scaturire da quello stesso mondo al quale fanno riferimento, possono essere presentati solo da un mussulmano non certo da un cristiano o peggio ancora da un ateo. Lo strumento essenziale e fondamentale è la “fatwa”. cioè un parere di conformità o meno alla dottrina islamica emessa da un autorevole esperto mussulmano.
RUOLO DELLE COMUNITA ISLAMICHE Il mondo occidentale ha grandi difficoltà a combattere il terrorismo senza ricorrere a interventi militari che possono avere effetti contrari e alimentare il terrorismo stesso e che comunque hanno grandi costi umani e politici ( e anche immensi costi economici ). Il mondo musulmano invece puo combatterli dall’interno con efficacia senza altro maggiore.
In particolare noi ci aspettiamo che le comunità mussulmane nei paesi europei prendano posizioni chiare, nette inequivocabili contro il terrorismo come quelle che prese ai tempi delle BR l’allora Partito Comunista e i sindacati , vera chiave di volta della sconfitta finale del BR, Se il Partito Comunista avesse assunto una posizione ambigua probabilmente saremmo andate incontro ad avvenimenti ben più gravi .
Ora i mussulmani dell’occidente debbono prendere coscienza che il terrorismo islamico ha come prima vittima proprie le loro comunità: se l’occidente si sentisse veramente minacciato la prima misura che prenderebbe sarebbe l’espulsione del”mare in cui nuotano i pesci “ cioè delle comunità mussulmane: sarebbe una vera catastrofe per tutti quei milioni di mussulmani che hanno trovato una nuova patria , una via dignitosa di vita nel paesi dell’Occidente. e non solo per essi. A noi pare che negli ultimi anni le comunità islamiche d’occidente si siano messe sia pur timidamente su questa strada.
La posizione del mussulmano che dice che non ha niente a fare con il terrorismo e che quindi la cosa non lo riguarda non è una posizione adeguata. Il terrorista dice di agire a suo nome, fa riferimento alla comune fede. E’ necessario che il mussulmano sia in prima fila nella lotta al terrorismo, non puo assumere una posizione defilata. Cosi come fecero i comunisti e i sindacati con le BR dimostrando, al di la di ogni dubbio, che i terroristi rappresentavano solo se stessi e non le masse operaie e lavoratrici.
I mussulmani debbono quindi agire su due fronti: isolare culturalmente tutti coloro che propagandano idee estremiste . Se un iman invita al jihad in una moschea non possiamo fingere che esso parla solo a nome proprio: tutti quelli che lo ascoltano e non lo contestano apertamente sono in qualche modo corresponsabili. Non era certo consentito nelle sezioni del PC o nelle assemblee sindacali fare propaganda o il panegirico del terrorismo.
Bisogna anche che non vi sia omertà: si comprende la riluttanza di denunciare alle autorità di polizia propri connazionali e correligionari da parte di mussulmani: Ma bisogna pure comprendere che se si vuole vivere in Italia e ottenere la cittadinanza e allora la propria nazione è l’italia ( come un qualunque altro paese occidentale). Se l’islam non è sentito come una fede di guerra e distruzione e allora non si può considerare proprio correligionario chi lo pratica,
In conclusione i mussulmani debbono dire in modo chiaro e netto senza equivoci, infingimenti, reticenze ai popoli occidentali che li hanno, accolti e soprattutto a se stessi: il jihad come viene bandito al modo di al Qaeda fa parte o meno dell’islam? Il Jihad deve essere inteso nel terzo millennio come guerra e strage di infedeli o solo come "sforzo", di miglioramento interiore? Ambedue i significati sono presenti nel Corano. Se la risposta è che il" Jihad è solo lo"sforzo interiore" allora siano i benvenuti , siano accolti come nostri concittadini e amici, arricchiscano nostri paesi non solo con il loro pur prezioso lavoro ma anche con la loro antica e illustre cultura Se la risposta fosse sciaguratamente che il jihad è guerra, che è dovere di ogni mussulmano combattere con le armi gli occidentali, che " dar al-kufr" (terra degli infedeli) è anche “dar al harbi” ( terra dove portare la guerra) e allora non potrebbero restare fra noi: la mancanza di risposta equivarrebbe a una risposta negativa Il terrorismo di al Qaeda come quello delle BR alla fine sarà sconfitto, è nella logica delle cose perchè in realtà è una lotta senza prospettive come lo fu quella delle BR. Allora i mussulmani inOccidente potranno far valere come proprio titolo di credito la loro partecipazione alla lotta cosi come fecero i comunisti italiani. Se questo non avverrà le comunità mussulmane correranno il costo di essere travolte dalla sconfitta del terrorismo.
Il macabro slogan su una delle porte dell'Università di Salamanca durante la guerra civile spagnola del 193639.
APPENDICE
FRA FALANGISMO E TERRORISMO ISLAMICO
INDICE : Introduzione Episodio di Salamanca Le ragioni dei falangisti Falangisti ed estremisti islamici
Nella rivendicazione dei recenti tragici attentati di Madrid ha colpito particolarmente l'opinione pubblica internazionale un frase in essa contenuta: " Noi vinceremo perchè i nostri giovani amano la morte mentre i vostri giovani amano la vita"
Questa affermazione ha portato alla memoria degli Spagnoli qualcosa di simile che veniva gridato nella Guerra Civile Spagnola.
" Abbasso la intelligenza , VIVA LA MUERTE !" era infatti uno slogan diffusa fra i falangisti. Uno scontro a questo proposito fra un esponente del Frachismo e il grande scrittore Unamuno nell'università di Salamanca divenne celebre in tutto il mondo e assunse un grande valore emblematico
E' stato anche tentato in questi giorni un parallelo fra l'affermazione falangista e quella del terrorismo islamico
All'università di Salamanca il 12 ottobre del 1936 dopo un veemente discorso del generale falangista Millán Astray si sentì alzare il grido dei suoi sostenitori "Abbasso la intelligenza, viva la morte.!"
Allora era rettore dell'università Miguel de Unamuno uno dei maggiori intellettuali della Spagna moderna che insorse appassionatamente. Riportiamo la versione delle sue parole secondo l'opera fondamentale sulla guerra civile spagnola di Hugh Thomas , "The Spanish Civil War"
" Finisco ora di ascoltare un grido necrofilo e senza senso: viva la muerte!" E io che ho trascorso la vita forgiando paradossi che hanno provocato l'ira degli altri devo dire, come esperto del tema ,che questo aberrante paradosso mi è ripugnante. Il generale Millan Astray è un mutilato, lo dico senza alcun senso dispregiative. Anche Cervantes lo era. Purtroppo ci sono molti invalidi di guerra in Spagna ora. E presto ce ne saranno di più, se Dio non ci aiuta. Mi dispiace pensare che il generale Astray debbo dettare i criteri per una sociologia di massa. Un invalido che manca della grandezza di Cervantes cerca un sollievo causando mutilazioni intorno a sè. "
A questo punto Millan Astray fu incapace di contenersi e gridò: "Abbasso la intelligenza, Viva la morte" Ci fu un clamore di approvazione a queste parole fra i i falangisti ma Unamuno continuò:
" Questo è il tempio della intelligenza e io sono il suo gran sacerdote. Siete voi che profanate il suo sacro recinto. Voi VINCERETE perchè avete la forza bruta in abbondanza. Però non CONVINCERETE. Perchè per convincere è necessario persuadere. E per persuadere è necessario avere qualcosa di cui voi mancate: ragione e diritto nella lotta. Considero inutile esortarvi a pensare in Spagna . Ho detto."
Vi sono anche altre versioni un pò diverse ma sostanzialmente quella riportata viene confermata.
José Millán-Astray (1879-1954) non era un personaggio da poco. Aveva un posto importante nella formazione del falangismo, era un esponente di spicco del nazionalismo spagnolo e soprattutto era celebre per i suoi discorsi violenti e travolgenti. Fu poi un appassionato del Bushido, il codice cavalleresco dei Samurai giapponesi e cercò di instillar i suoi principi ai cadetti dell'accademia militare quando ne divenne insegnante.
Il senso del grido "Abbasso la intelligenza, viva la morte!" ha un significato che va inteso nel contesto. Unamuno , polemicamente, lo prende alla lettera e quindi gli è facile mostrarne la mancanza di senso e la assoluta negatività. Per "intelligenza" i falangisti volevano indicare un falso intellettualismo di sinistra che voleva negare, in nome di un astratto razionalismo, i valori eterni della Spagna: certamente tesi criticabile,criticabilissima ma che tuttavia aveva un senso. In effetti nel dire "abbasso la intelligenza" i falangisti volevano dire "abbasso alcuni intellettuali che credono di avere solo essi la intelligenza delle cose. "
Anche lo slogan "Viva la muerte!" va inteso nel contesto. Si voleva cioè inneggiare alle persone che erano disposte a sacrificare la loro vita affinchè i valori eterni della Spagna vivessero, In sostanza significava : viva coloro che si immolanoi per la causa della Spagna. Pure questa tesi è certo criticabile ma non priva di valori: non significava inneggiare alla morte contro vita ma esaltare il sacrificio, fino alla rinuncia alla vita.
FALANGISTI ED ESTREMISTI ISLAMICI
Fra i due movimenti vi sono naturalmente differenze sostanziali .Tuttavia anche le somiglianze, le concordanze di massima sono ampie e suggestive.
I falangisti intendevano lottare per una Spagna ideale, la Spagna di sempre, la Spagna al di la del tempo presente,la Espanolidad come si diceva. Questa idea si collegava strettamente alla fede cattolica ritenuta la vera essenza della Spagna: religione e politica nella mentalità dei falangisti , o meglio in alcuni ambienti di essa, faceva tutto inscindibile.
In effetti anche nel mondo fondamentalista islamico avviene qualcosa di simile. Causa nazionale e causa religiosa si saldano: la decadenza del mondo arabo, il suo stato generale di debolezza di fronte all'Occidente viene visto come un effetto dell'abbandono della purezza dell'Islam. Affinchè quel mondo possa rinascere occorre abbattere in tutti i paesi arabi quei regimi che in un senso o nell'altro si richiamano ai valori occidentali. L'Islam esaltato è quello di sempre, mitizzato nell'età dei Califfi , degli Omeiadi ,degli Abassidi, un Islam ideale più che un Islam reale.
Dobbiamo tener presente che nel mondo islamico non hanno luogo le nostre tradizionali differenze di Destra e Sinistra: ma se volessimo applicare queste categorie al mondo islamico certamente il fondamentalismo islamico verrebbe classificato come estrema destra. Per uno strano gioco delle parti invece, in Occidente proprio la sinistra pare essere più comprensiva verso il fondamentalismo.
Se esaminiamo poi il "Viva la muerte!" falangista con " i nostri giovani desiderano la morte" le analogie paiono impressionanti. In fondo il significato delle due espressioni è molto simile: non si tratta di inneggiare alla morte ma a quelli che sono pronti a morire per il loro ideale e per la loro fede religiosa: gli shaid (i martiri) appunto, come vengono definiti