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"PIANETA ISLAM" )
INDICE:
PREMESSA
Generalmente la rivendicazione di un
attentato non viene esaminato dai mass media e viene
dichiarato folle, delirante, manifestazione di fanatismo. Invece
si tratta, in genere, di una esposizione logica e coerente almeno
su un piano culturale islamico che va quindi valutata
attentamente.
Gli Occidentali conoscono pochissimo il resto
del mondo mentre il resto dl mondo conosce bene la civiltà europea allo
stesso modo in cui tutti conoscono l’inglese ma i madre-lingua inglese
difficilmente parlano altre lingue. Conseguentemente tendiamo a
interpretare gli "altri" con le nostre categorie
mentali facendo gravi errori di prospettiva. E’ davvero singolare
partire dalle categorie mentali occidentali, di destra o di sinistra, non importa, per spiegare un
fenomeno tutto interno al mondo islamico che ha come aspetto
caratterizzante proprio il rifiuto delle categorie mentali
occidentali. In questo errore di prospettiva tendiamo poi a
considerare i dirigenti di al Qaeda come se fossero beduini
del deserto o pastori afgani: si tratta invece di persone tutte
non solo dotate di ampia cultura islamica ma che conoscono
molto bene il mondo occidentale. Se il mullah Omar era in effetti un
limitato "prete di campagna" bin Laden ha studiato nelle
scuole migliori, le stesse frequentate dai principi sauditi,
trascorreva le vacanze in Svezia e a quanto pare da giovane
vestiva casual ed era appassionato di musica rock come un
qualunque teen-agers americano.
Il suo vice, al Zawahri era
brillante medico, nipote dell'Iman della università Al
Azhar e quel tale Atta che ha guidato l'attacco alle torri gemelle
aveva avuto tutte e due i nonni rettori della stessa prestigiosa
università.
Intendiamo in questo lavoro con il termine di al Qaeda non
solo la organizzazione propria di bin Laden ma tutti i gruppi che si
ispirano al modello da esso rappresentato.
Cercheremo quindi di comprendere il mondo del
terrorismo islamico esaminando attentamente alcuni documenti di
rivendicazioni fatti pervenire da essi
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MESSAGGIO
DI BIN LADEN AGLI IRACHENI
Nel novembre del 2002 bin Laden fece pervenire
alla TV satellitare Al Jazeera una cassetta, in seguito considerata
autentica dagli esperti della CIA. In essa erano contenuti due distinti
messaggi, uno rivolto agli Iracheni e l’altro al popolo americano. In
questo ultimo bin Laden ha minacciato nuovi attentati
suicidi contro i “crociati”. Nelle minacce sono compresi anche gli
alleati degli Stati Uniti in Iraq, riservandosi “il diritto di
rispondere nel momento e nel luogo più opportuni a tutti i paesi che
partecipano a questa guerra ingiusta, in particolare la Gran Bretagna,
la Spagna, l'Australia, la Polonia, il Giappone e l'Italia”
In seguito le minacce si sono concretizzate solo per
la Spagna l’11 marzo 2004.
Noi esamineremo pero in questa sede solo il primo
messaggio, quello rivolto agli Iracheni
Testo del Messaggio
«Chi combatte senza avere in cambio soldi è un
martire. E’ questa la mia seconda lettera indirizzata ai nostri
fratelli musulmani in Iraq. Oh gente di Salahuddin. Il vostro
Jihad è un Jihad benedetto, specialmente quello dei fratelli
palestinesi. Gli americani si sono messi nei guai andando in
Iraq, sono rimasti impantanati nello stagno del Tigri e
dell’Eufrate. Bush ha pensato che l’Iraq è ricco di petrolio e ora
è rimasto bloccato. Voi state combattendo questa guerra senza
porre condizioni. Questa è una crociata contro il mondo
islamico. Oh giovane popolo dell’Islam ovunque nel mondo e in
special modo nello Yemen, devi puntare sul Jihad e mostrare i tuoi
muscoli. Segui la retta via e non seguire il popolo che segue i
miscredenti che vuole sviarti da questa missione. Stanno
giungendo delle voci in Iraq, come sono giunte prima in Palestina,
in Egitto e in Giordania e nello Yemen e negli altri paesi che
parlano di un sistema pacifico e democratico che cooperi con i
governi rinnegati e che sia al servizio di ebrei e crociati, senza
combattere sulla via di Allah. Essi invitano l’umanità a
entrare nella religione miscredente della democrazia e invitano
gli iracheni ad entrare nel Consiglio governativo iracheno che
opera senza seguire l’Islam; essi fanno un grande errore e sono
contro Allah, l’Islam è la religione di Allah e loro sono della
Jahiliya Dico agli iracheni: è davanti a voi la vittoria
contro gli americani e le forze dei crociati. Essi vietano ciò che
ha permesso Allah come il Jihad. Dico a tutti coloro che aiutano
gli americani che in verità essi sono dei miscredenti rinnegati,
così come il partito socialista Baath e i partiti democratici
curdi. Quello del Consiglio governativo è un governo scelto
dall’America, come quello di Karzai o quello di Abu Mazen ed è un
governo traditore. C’è bisogno in Iraq di un governo islamico che
segua l’Islam. Dico ai fratelli iracheni che sono con voi nel
vostro sforzo e nel vostro Jihad: dovete prodigarvi per instaurare
uno stato islamico. I danni che hanno subito gli americani dopo
la guerra sono arrivati a tre miliardi di dollari e questo
costringerà per il terzo anno agli americani ad approvare un
bilancio straordinario. Oh mujahidin iracheni vi dico, per
finire, che voi siete l’esercito di Allah e siete la prima linea
per difendere la comunità islamica del mondo, la Nazione di
Maometto».
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IL NOSTRO COMMENTO
Si inizia con indicare come martire chi combatte
senza danaro in cambio. La frase di per se appare poco chiara e
direi anche poco felice: forse si voleva indicare i combattenti islamici
in contrasto con i giovani che si arruolano nella rinascente polizia
irachena che invece sono spinti dal
bisogno di guadagnare. Il termine arabo tradotto con “martire “ in
italiano è, come è noto, “shaid” : esso significa” testimone” (come in
greco “martire”) e viene usato per indicare il combattente
islamico che cade in combattimento e in questo modo dà testimonianza
della sua fede
Il Jihad nel Corano ha due significati: uno di
guerra agli infedeli e l’altra di sforzo personale nel cammino della
fede. Nel linguaggio di al Qaeda viene usato solo nel primo
significato.
La terra dell’Iraq viene qualificata come quella di
“Salahuddin” (grafia italiana più comune: Salah ad-Din ), noto in
Occidente con il nome latinizzato di Saladino e questa indicazione ha
una valenza altamente emblematica per un musulmano iracheno. Saladino
infatti, di stirpe Curda, nacque proprio a Tigritt , governò Egitto e
Siria e soprattutto pose fino al regno cristiano di Gerusalemme
sconfiggendo i Crociati nella battaglia di Hattin nel 1187.
Viene quindi considerato l’eroe nazionale arabo nelle guerre medioevali
contro i crociati: un esempio che sembra attuale, tagliato su misura
ai fini di bin Laden. Certamente a nessuno occidentale
verrebbe in mente di ricordare Goffredo di Buglione ma, si sa, viviamo
in mondi spirituali diversi
Dopo un accenno più o meno fuggevole al petrolio viene il
punto più interessante. Parla di voci (propaganda ) che
parlano di governi democratici e pacifici che cooperino con
i governi rinnegati: si deducono allora elementi importanti delle
concezione dei fondamentalisti:
- essi considerano l’idea della democrazia e della
collaborazione con gli Occidentali (“crociati” nel loro
linguaggio) e anche della pace (in contrapposto al Jihad che non
può essere vietato) come cose contrarie all’Islam.
- I governi rinnegati sono quelli che intrattengono buoni rapporti
con l’Occidente, praticamente tutti i regimi arabi e mussulmani
(l’unica eccezione era l’Afganistan )
- fra gli asserviti all’Occidente include non solo,
comprensibilmente, Garzai (presidente dell’Afganistan ) e i partiti
democratici curdi che appoggiarono l’intervento americano ma
anche i partiti Baath e Abu Mazen. Ora un partito bath
(socialisti ) era quello di Saddam Hussein e l’altro ancora
governa attualmente in Siria : non sono stati mai amici dell’Occidente
e tanto meno di Israele ma piuttosto guardarono all’URSS e alla
sinistra europea. Tuttavia per la mentalità fondamentalista si tratta
sempre di tendenze che guardano fuori dell’Islam e quindi
assolutamente inaccettabili. Per quanto riguarda Abu Mazen ,
presidente del consiglio palestinese, è espressione della corrente che
accetta la divisione della Palestina in due stati il che appare un
tradimento della causa mussulmana che non transige sulla totale
distruzione di Israele.
Si parla inoltre di “Jahiliya”: letteralmente tale
termine indica le tenebre che erano sulla terra prima che Dio si
rivelasse a Muhammad: quindi si tratterebbe del paganesimo
pre-islamico, adoratore degli idoli. Tuttavia è comune nel lessico degli
estremisti indicare con questo termine tutto ciò che si allontana
dall’islam mettendo dei feticci ( il danaro, la democrazia, la libertà
sessuale) al posto di Dio e della Shari’ah: in effetti corrisponde a
nostre espressioni come “ dio-danaro” o “ idolo del
successo”
In sintesi il comunicato sostiene una guerra
santa che, in effetti, se ha come primo obbiettivo gli USA in realtà è
rivolta contro tutti i governi arabi e tutte le tendenze della comunità
islamiche che muovano verso la democrazia e più in generale verso
il mondo moderno considerato espressione diabolica e contro il
quale è doveroso solo il Jihad, “la guerra sul sentiero di Allah”
come recita il comunicato .
Inizio
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LA
RIVENDICAZIONE DEGLI ATTENTATI DI ATOCHA
l’11 marzo 2004 avveniva in Madrid l'attentato più
sanguinoso e anche in effetti l'unico in Occidente dopo quello delle
Torri Gemelle. Esaminiamo brevemente il documento di
rivendicazione degli attentati ai treni di Atocha che riportiamo
TESTO
Se punite fatelo nella misura del torto
subito" (Corano 16/126). "Uccideteli ovunque li incontriate, e
scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggio
dell'omicidio" (Corano 2/191).
In nome di Allah Il Clemente, il Misericordioso:
"Operazione Treni della Morte
Le brigate Abu Hafsi Al-Misri avevano già promesso
nel comunicato precedente datato 11 del mese islamico di Muharram
1425 che corrisponde al 2 marzo 2004, che le brigate Abu Hafs
avrebbero preparato una nuova operazione. Ed eccola, le brigate
mantengono le loro promesse. Le squadre della morte sono riuscite
a penetrare nel profondo dell'Europa crociata colpendola in
maniera dolorosa". Si tratta solo di una parte del pagamento
di vecchi conti con la Spagna crociata alleata dell'America nella
sua guerra contro l'Islam. Dov'è l'America o Aznar? Chi ti
proteggerà da noi, chi proteggerà te la Gran Bretagna, il Giappone
e l'Italia, e gli altri che operano con voi. Quando colpimmo le
forze italiane a Nassiriya vi lanciammo un monito per voi e per
gli agenti dell'America affinchè ritiraste la vostra alleanza
contro l'Islam e non avete compreso il messaggio. Speriamo che lo
comprendiate questa volta. Noi delle brigate Abu Hafs Al-Misri non
ci rattristiamo per la morte di quelli che vengono definiti
civili".
"E' forse permesso loro uccidere i nostri bambini,
le nostre donne ed i nostri anziani ed i nostri giovani in
Afghanistan, in Iraq, in Palestina ed in Kashmir ed è invece
vietato a noi uccidere loro? Dice Allah, gloria a Lui l'Altissimo:
"E a chi vi attacca rispondete nello stesso modo." Fermatevi
davanti a noi e liberate i nostri prigionieri e uscite dalle
nostre terre e noi ci fermeremo. I popoli alleati dell'America
devono fare pressioni sui propri governi affinchè si ritirino
subito dall'alleanza con gli americani contro l'Islam)". Vi
avvertiamo che le brigate della morte arriveranno vicino a voi
molto presto, vedrete i vostri morti a migliaia, se Allah vorrà,
questo è un avvertimento. In un'altra operazione la brigata
dell'esercito di Al-Quds ha colpito la festa dei massoni ebrei ad
Istanbul, ed è la festa principale dei massoni nella quale ne sono
stati uccisi tre dei loro capi, e se non ci fosse stato un errore
tecnico sarebbero morti tutti i massoni ma il decreto divino ne ha
uccisi solo tre, e la loda spetta ad Allah". Diciamo inoltre
alle brigate Bilal ibn Rabah che la direzione è d'accordo su
quanto proposto, l'operazione avrà inizio con l'arrivo del
delegato. E diciamo inoltre alle Brigate Abu Ala Al-Harithi che la
direzione ha deciso che lo Yemen sarà il terzo pantano per i
dittatori del nostro tempo che sono gli americani, la punizione
per il governo apostata verrà nella seconda fase dopo quella di
Musharraf". Per questo bisogna mettere in allerta tutte le
cellule e iniziare l'operazione presso (4515 SB). E non
dimenticate il massacro, non dimenticate Abu Ala Al-Harithi, non
dimenticate il dotto Al-Rabbani che lo Yemen ha consegnato
all'Egitto e lo sceicco Abdel Qader Abdel Aziz che è stato
arrestato tre mesi dopo i fatti dell'11 settembre. E diciamo a
coloro che uccidono i dotti islamici sunniti in Iraq che la
pagheranno".
E diciamo ai musulmani nel mondo che il colpo
del vento nero della morte ( il colpo atteso contro l'America) ora
si trova nella fase finale al 90% e se Allah vuole è vicino. (Nel
momento giusto i Mujahidin) vinceranno i fedeli della vittoria di
Allah. Un avviso per la Umma: non avvicinatevi alle istituzioni
civili e militari americane e dei loro alleati. Allah è il più
grande, l'Islam è prossimo.
- Brigate Abu Hafs Al-Misri (Al-Qaeda ) –
Giovedì 20 Muharram 1425 corrispondente al 11
marzo 2004". |
IL NOSTRO COMMENTO
La concezione fondamentale che ispira lo scritto è la
divisione del mondo in due parti nettamente distinte: la terra
dall’Islam e la terra degli infedeli. Secondo la tradizione islamica
infatti si distingue: “dar al islam” (terra dei credenti) da “dar al
harbi”, letteralmente “terra della guerra” , cioè dove è lecito portare
la “jihad”, la guerra santa. Non si parla però ORA di portare la guerra
agli infedeli nelle loro terre MA di cacciarli via dalle terre
dell’Islam: una guerra difensiva insomma, non offensiva. Va
notato che la “umma” (cioè la comunità dei credenti) non coincide
con “ dar al islam: (terra dell’islam). Infatti le “genti del
libro” (cioè cristiani e ebrei) sono accettati in terre islamiche come
“dhimmis” ( cioè protetti) in cambio di un tributo detto “gizyàh” che
sostituisce il tributo coranico imposto ai mussulmani detto
“zakat” e questo è avvenuto da sempre. D’altra parte gli
islamici possono trovarsi in “dar al-kufr” (nella
terre degli infedeli, termine più benevole di “dar al harbi” ) come gli
emigrati nel mondo moderno. Ciò che non viene ammesso è che gli
infedeli si trovino in terra dell’Islam in armi o comunque con un potere
politico: se questo avviene TUTTI i credenti hanno il dovere
di combatterli per scacciarli. Non importa se essi sono stati chiamati
da nazioni islamiche: per questo non tengono conto, per esempio, che gli
Americani hanno combattuto la prima Guerra del Golfo perchè
chiamati da paesi islamici come Arabia Saudita o
Queit, che in Afganistan hanno trovati alleati fra i popoli del
nord e consenzienti tutti i paesi islamici ecc. Non pensano cioè come
noi occidentali in termini mondiali: i mussulmani non entrano nei
contrasti fra gli infedeli e gli infedeli non debbono entrare nei
contrasti fra musulmani.
Gli occidentali vengono definiti CROCIATI: il
termine è stato avvalorato anche da una famosa gaffe di Bush (a
ulteriore dimostrazione della nessuna conoscenza degli occidentali
del mondo arabo). Nel nostro linguaggio comune infatti “crociata” sta
per lotta contro il male in generale (crociata contro la droga, il
lavoro minorile, la prostituzione ecc. ) ma nel mondo arabo esso
conserva il suo significato originario di aggressione cristiana contro
l’Islam. Per questo i fondamentalisti vedono gli occidentali come
“Kafir”, cioè “miscredenti” secondo il termine coranico,
espressione del cristianesimo, e anche dell’ateismo, della
non-fede comunque e le vicende medio orientali come lotta fra
civiltà cristiana e civiltà islamica, concezione assolutamente estranea
al nostra modo di pensare che ormai ha archiviato da secoli ogni idea di
guerra di religione
Pertanto essi richiedono semplicemente che i “Kafir”
(infedeli) escano dal “dar al islam” ( terre dei fedeli) considerando
“terre dei fedeli” anche TUTTA la Palestina e il Kashmir, e che
comunque gli infedeli lascino ogni ruolo politico e militare nella
terre islamiche.
Interessante è la giustificazione del terrorismo.
”L’uccisione di civili non deve rattristare gli
islamici”, in quanto essa sarebbe giustificata dal principio
coranico “e a chi vi ATTACCA rispondete nello stesso modo” che in
effetti riecheggia il biblico “occhio per occhio” Non vi è alcun
riferimento alle convenzioni internazionali e all’ONU considerate come
estranei allo spirito dell’islam ma solo all’Islam stesso che se
da una parte proibisce inutili crudeltà e quindi anche la uccisione di
civili ma dall’altra , tuttavia secondo la interpretazione prima
ricordata lo permetterebbe. Essi si considerano quindi legittimi
combattenti e non terroristi.
Ricordano insieme le vittime civili in Iraq, Afganistan,
Israele e Kashmir: non si distingue fra Americani, Israeliani e, da
notare, nemmeno Indu (stranamente non vengono ricordate la
Cecenia e la Russia), si tratta comunque di ” infedeli” che uccidono dei
“credenti.”
Non si distingue fra uccisioni di civili non deliberate da
altre che invece sono deliberate (cioè il terrorismo)
Gli attentati hanno lo scopo di impaurire i popoli
affinchè facciano pressioni sui governi. Essi ritengono che gli
occidentali siano troppo legati alla vita: il concetto costituisce
un leit-motiv di molti comunicati
Si minacciano attentati devastanti contro gli Usa e gli
altri paesi occidentali: il fatto che essi non si siano verificati non
dipende certamente dalla volontà di al Qaeda ma solo
evidentemente dalla impossibilità di attuarli ma è chiaro
che essi non si fermeranno spontaneamente
Vi è il richiamo continua ad Allah. Essi infatti ritengono
di combattere una guerra religiosa e per questo non contano le forze in
campo in modo realistico ma fanno affidamento soprattutto
sull’aiuto di Dio che è certamente piu potente degli infedeli
(Allah akbar, Dio è grande , cioe onnipotente, infatti , è la
affermazione fondamentale)
Infine notiamo che si usa la datazione islamica, sia
pur tradotta in quella internazionale, per segnalare ancora il
loro riferimento alla comunità islamica
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COMUNICATO PER
L’ESECUZIONE DI N. BERG
Il filmato della decapitazione di Berg ha scosso il mondo
intero: tuttavia quasi mai è stata data la traduzione del comunicato che
veniva letto. Generalmente si crede che esso sia la lettura della sentenza di morte per
Berg ma ciò non è affatto vero. Il comunicato infatti,
sorprendentemente, non parla affatto né di Berg né dell’imminente
decapitazione e questo, a nostro parere, ci sembra avvalorare i
dubbi su quella esecuzione che potrebbe essere stata fatta in altro
momento o su un uomo già ucciso. D’altra parte tutta la vicenda di Berg
appare poco chiara, sembra più un oscuro affare di spie che di un
occasionale ostaggio.
Tale problema però ora non ci interessa
particolarmente. Esaminiamo invece il testo letto che è
soprattutto una esortazione propagandistica per il Jihad e come
tale rivolto non agli Occidentali ma ai mussulmani
Testo del messaggio
Lode a Dio che piega il sole con un cenno e
che raggiunge gli infedeli sconfiggendoli.
Dio con la sua giustizia ci guarda tutti i giorni ,
benedizione su tutti coloro le cui case sono illuminate
dall’islam.
Nazione dell’Islam, la prima luce dell’alba
già si intravede così come si comincia a intravedere la vittoria.
Dio ci ha onorato a Falluja con una vittoria da Lui stesso
propiziata e appoggiata.
Nazione dell’Islam,
c’è ancora forse una scusa per restare
indifferenti ? Come può riuscire a dormire un mussulmano
mentre vede sgozzare l’Islam, mentre vede calpestare la sua
dignità , mentre vede la fonte dl disonore e delle
sevizie nella prigione di Abu Chraib ?
Dove è la vostra indignazione per il
trattamento ricevuto dalla religione di Dio ? Dove è la
vendetta per gli abusi e i soprusi contro le donne e gli
uomini mussulmani dentro le prigioni dei crociati?
Dio vi ringrazia ma vi chiede: perchè
non vedete che Dio si è mostrato? Perchè non vedete da soli
i giovani dell’islam sempre volenterosi e dediti al
sacrificio?
Possibile che non apprendiate da
loro cosa significa sacrificio?
Per quanto ancora somiglierete alle
donne e non fate altro che gemere, e urlare e piangere?
Tra i sapienti c’è chi si rivolge ai popoli liberi
del mondo, chi spera in Kofi Annan, che implora l’aiuto di Aub
Moussa (segretario della lega araba), chi promuove manifestazioni
pacifiste come se non avesse mai ascoltate le parole di Dio
“ o mussulmani, incitate i credenti al combattimento. Non siete
ancora sazi della guerra santa fatta attraverso i congressi
e le riunioni culturali ?
Non è ancora giunta per voi il momento della
vera guerra santa fatta sguainando la spada con la
quale fu inviato in terra il signore dei profeti? Oppure, come al
solito disapproverete la nostra azione per compiacere gli
americani?
Che il Profeta sia benedetto, Lui è il nostro
migliore difensore lui che ha ordinato di tagliare la
testa ai prigionieri della battaglia di Badr
Noi vediamo in lui la nostra guida
Quanto a te Bush , cane dei crociati , con
l’aiuto di Dio , devi aspettare che arrivino giorni molto
difficili Insieme ai tuoi soldati ti pentirai di aver posto piede
in Iraq e di avere alzato la spada contro i mussulmani
Quanto a voi, mogli e madri degli
americani noi vi diciamo che abbiamo offerto
all’amministrazione americana lo scambio di questo
prigioniero con alcuni prigionieri di Abu Ghraig
ma l’amministrazione ha rifiutato.
Noi vi diciamo che è stato offesa la dignità delle
musulmane e dei mussulmani nelle prigioni di Abu Ghraig e in
altre prigioni. Per questo voi dovete aspettare
bare e ancora bare seguite da altre bare.
|
IL NOSTRO COMMENTO
Viene ricordata la battaglia di Badr. Evidentemente si
rivolge ai mussulmani perchè difficilmente un Occidentale coglierebbe il
senso di questo richiamo. Nel 634, 3° anno dell’Egira, presso i pozzi di
Sadr, circa 300 mussulmani affrontarono quasi mille soldati
provenienti dalla Mecca che avevano avuto il compito di proteggere
una carovana. I seguaci di Maometto rimasero vincitori. Si trattò di un
piccolo scontro ma nella storia dell’Islam ebbe una grande importanza e
si parlò anche di visioni di Maometto, di intervento di angeli, di atti
eccezionali di eroismo: è considerata comunque la prima battaglia del
jihad. La sorte dei superstite viene variamente descritta: alcuni
vennero poi rilasciati ma altri furono decapitati per ordine diretto di
Maometto. Il comunicato, ricordando l’episodio vuole legalizzare e
giustificare l’uso della decapitazione per i nemici dell’Islam visto che
già nella prima battaglia Maometto stesso dispose in tal modo.
Tutto lo scritto è soffuso di uno spirito religioso
con i continui richiami alla fede, al Corano, agli haidith, in tono
drammatico ed escatologico: essi sentono di avere la verità e la
vittoria, non c‘è spazio per ogni compromesso che sarebbe un tradimento
della Santa Causa.
Viene cosi, senza alcuna esitazione, affermato il netto,
inequivocabile rifiuto dell’Onu e di qualsiasi mediazione, del confronto
culturale, del pacifismo e il conseguente richiamo alla
guerra “vera” , combattuta e sanguinosa, l’unica in grado di liberare
l’Islam dai suoi nemici.
Si richiama la “umiliazione” dei mussulmani nelle
carceri che ha colpito particolarmente il mondo islamico,
soprattutto per i suoi risvolti sessuali.
Gli avvenimenti di Falluja sono sentiti come una vittoria:
nel momento in cui gli americani si fermano per evitare ulteriori
massacri e per tentare un accordo questo atto viene sentito di per se
come una vittoria.
Si allude a una richiesta di scambio di prigionieri
ma le autorità americane invece hanno sempre smentito: non sapremo
se tale richiesta è stata realmente avanzata o meno ma, come
abbiamo notato, tutta la vicenda è poco chiara.
L’impressione generale che ne ricaviamo è quella
della impossibilità del dialogo fra Occidentali e fondamentalisti. Il
linguaggio stesso del comunicato pare quello di mille anni
fa: nessun moderno ( non solo europeo ma anche cinese, giapponese
o indiano ) si esprimerebbe in questi termini o peggio
trasmetterebbe una tale cassetta.
Il fondamentalismo arabo pare uscito fuori da un
romanzo di storia medioevale.
L’ultima parte del comunicato è rivolto invece agli
occidentali che vengono definiti “crociati” e ai quali viene
minacciata una serie infinita di lutti non solo per l’invasione
dell’Iraq ma per avere aggredito i mussulmani che la causa propria
del jihad.
Ci si è chiesto anche perchè l’uccisione è avvenuto
tramite la decapitazione. Probabilmente essa è stata sentita come
la più conforme alla tradizione islamica. Veramente in Iraq
era in uso la impiccagione e anche la fucilazione ma evidentemente
sono sembrate troppo moderne e occidentalizzanti. La decapitazione
tuttavia avrebbe bisogno di persone particolarmente esperte nell’uso
della spada che, evidentemente, sono difficili da reperire: per questo
l’esecuzione è stata particolarmente straziante.
Noteremmo che la sensibilità araba è diversa, almeno per
gli integralisti, che ritengono che la punizione degli colpevoli
debba essere eseguita in pubblico per ammonimento a tutti .
Teniamo presente che qualche secolo fa anche la
sensibilità occidentale era molto diversa. Nella Rivoluzione
Francese davanti alla ghigliottina stavano le donne che
applaudivano a ogni testa caduta: e la ghigliottina era già un fatto
altamente umanitario perchè prima le pene erano molto più
terribili : non solo decapitazione, ma torture come mezzo
giudiziario ordinario, e squartamenti e altri orrori, tutto
davanti a folle plaudenti per non parlare dei roghi della
"Santa" Inquisizione o delle croci erette lungo le strade dai civili
romani. Dall' '800 in poi invece, queste pratiche sono diventate
insostenibili. Questo spiega la impossibilità di noi moderni di guardare
l'esecuzione di Berg : in altri tempi da noi o nei paesi arabi tuttora,
invece l'esecuzione deve essere "esemplare", cioè deve essere fatta
vedere e infatti l’esecuzione di Berg viene registrata proprio perchè
essa venga vista: il fine di quella cassetta è quella di dare un esempio
cioè di atterrire gli occidentali: forse riescono nel loro
scopo. (Harris, il comandante del "Bomber Command" dell'ultima guerra
mondiale, se avesse avuto a disposizione la TV avrebbe fatto vedere a
tutto il mondo le ceneri fumanti di Dresda, con l'unico scopo di
terrorizzare)
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VIDEO DI AL
ZAWAHRI
La televisione del Qatar al Jazeera ha trasmesso il giorno
9 settembre 2004 un video con immagini del numero due della rete
terroristica di Al Qaeda, al Zawahri. Nel video afferma che
i movimenti delle forze militari americane in Afghanistan sono
"limitati", e la vittoria vicina.
Alcuni passaggi sono stati letti in realtà dallo speaker
di Al-Jazeera, che ha riassunto alcuni punti, mentre altri sono stati
trasmessi interamente,
Riportiamo i passaggi salienti del messaggio video:
La sconfitta americana in Iraq e in
Afghanistan è diventata solo una questione di tempo, a Dio
piacendo;
L'intera parte orientale e meridionale
dell'Afghanistan - sono diventati terreno libero per i
mujaheddin;
I combattenti della resistenza irachena hanno
mandato a gambe all'aria i piani statunitensi;
In Iraq i mujaheddin hanno sventato il piano
americano, dopo la debolezza mostrata dal governo interinale;
nei due paesi gli americani sono presi fra due
fuochi: se restano moriranno dissanguati, e se si ritirano avranno
perso tutto;
I nemici sono confinati nelle loro roccaforti. Gli
americani si nascondono nelle loro trincee e si rifiutano di
uscire a fronteggiare i mujaheddin, mentre questi li bombardano,
sparano e li isolano'';
Continuiamo a dare la caccia agli americani e ai
loro alleati, anche in casa loro;
I rinnegati che offrono agli americani le basi
militari e l'aiuto per uccidere i musulmani si debbono
preparare per il giorno della resa dei conti, perché gli
americani sono già pronti alla
fuga. |
IL NOSTRO COMMENTO
Tutto il messaggio ha l'evidente scopo di
rincuorare i combattenti islamici prospettando un vittoria
che, anche se non è immediata, la ritengono comunque certa. Naturalmente
dare una prospettiva certa di vittoria è elemento fondamentale in ogni
guerra: nessuno esercito combatte se non crede più di poter vincere.
Anzi si sa bene che la convinzione della vittoria conta più ancora
che l'effettiva potenza militare. A Waterloo i francesi non
furono materialmente sconfitti anzi ormai erano vincitori:
ma quando videro apparire le avanguardie prussiane alle loro
spalle fuggirono disordinatamente perchè pensarono
(probabilmente a torto) che non avrebbero potuto fronteggiare il
nuovo nemico. Per i combattenti islamici la situazione è però
diversa. Le sorti della guerra non dipendono dagli uomini e dalle loro
armi ma solo e sempre da Allah che è onnipotente ( Allah Akbar ) e
che ogni cosa decide: quindi ogni insuccesso può venire
interpretato non come un segno del profilarsi di una sconfitta
finale ma solo di un prova inviata loro da Allah che comunque darà la
vittoria finale agli islamici appena essi se ne renderanno degni.
Diciamo usando un terminologia della
epistemologia moderna che il fondamentalista islamico è
"impermeabile all'esperienza": ha già una sua verità assoluta : ogni
fatto viene inquadrato in quella prospettiva e in un modo o
nell'altro la conferma: manca cioè di quello che Popper definirebbe la
possibilità della falsificazione delle ipotesi, del confronto critico
con i fatti.
Da quanto si sa della personalità di al Zarawri dobbiamo
presumere che egli effettivamente crede in quello che dice, il suo
discorso non è affatto un inganno propagandistico tanto comune nel laico
occidente.
Tuttavia egli sente il bisogno di mostrare effettivamente
che la vittoria si profila come segno della volontà di
Allah.
E' da notare che il quadro che egli
traccia ha scarsi riferimenti religiosi: egli vuol mostrare come la
realtà delle operazioni convalidi la certezza della vittoria
finale. Mostra quindi che solo apparentemente i crociati hanno
conquistato terre islamiche ma che in effetti la maggior
parte delle territorio sfugge al loro controllo (e in parte è
proprio così). Essi sono asserragliati, assediati dai combattenti
islamici, in disperata e inutile difesa e non all'attacco.
Il punto essenziale del discorso è che i crociati in
un modo o nell'altro sono destinati alla sconfitta: se andranno via
saranno sconfitti e se resteranno saranno sconfitti lo stesso perchè
sanguineranno sempre di più. Non sembra minimamente impressionare il
fatto che le perdite dei crociati siano ben minori di quelle islamiche:
nella prospettiva della jihad ogni caduto è uno shaid ( un martire) che
gode delle gioie del paradiso e non va pianto ma invidiato. emulato: la
morte di uno shaid ne suscita altri cento. Invece i crociati
non sopportano le perdite, non possono sanguinare all'infinito perchè
essi non hanno la consolazione della fede: questo è il vero e profondo
motivo della sconfitta finale degli infedeli: la fede vince le
armi.
In particolare egli poi si rivolge a quei
mussulmani che collaborano con i "crociati": i crociati andranno via,
fuggiranno e allora chi salverà i
collaborazionisti dalla giusta ira di Allah che si
abbatterà su di essi per mano dei mujadin vittoriosi?
A nostro parere questa pare la parte più inquietante
del messaggio : quale bagno spaventoso di sangue si preparerebbe
in Iraq se mai gli occidentali dovessero veramente
ritirarsi?
CHI E' AL ZAWAHRI
Ayman al Zawahri, nato nel 1951, medico e chirurgo,
proviene da una illustre famiglia egiziana: suo nonno fu imam
dell’università Al Azhar del Cairo. Fin dall'adolescenza aderì alla setta dei "Fratelli
mussulmani mussulmani," Fu arrestato e scontò tre anni di
carcere per il suo coinvolgimento nell’omicidio del presidente Anwar
Sadat. Fu anche in Afghanistan negli anni Settanta e Ottanta,
durante l’occupazione sovietica del paese. Più tardi, cercò di
costituire una base della Jihad egiziana in Cecenia e Daghestan.
Confluito in Al Qaida, Zawahri ne è considerato
l'ideologo. Scomparve dalla circolazione con l’inizio
dell’intervento militare in Afghanistan, nell’ottobre 2001. Al
Zawahri, è stato più volte ripreso accanto a bin Laden in
fotografie e video fra cui il più noto è quello del 10 settembre
2003 nel quale i due camminavano in una zona montana.
Al Zawahri in quell’occasione promise all’Occidente una risposta
«epocale» nel caso di una «nuova aggressione» contro i musulmani ed
esortò i combattenti islamici a seppellire gli americani «nel cimitero
dell’Iraq».
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SETTEMBRE 2001 : UN COLPO DI GENIO ?
Ci poniamo innanzi tutto il problema di quali
fossero i motivi profondi, non occasionali che spinsero un gruppo di
islamici all’attacco all’America del 11 settembre 2001
Possiamo attribuire l’azione a una reazione contro la
politica USA ma solo a livello generale cioè non a
particolari atti politici ma alla presenza stessa degli USA e
degli Occidentali nel mondo islamico.
Negli anni precedenti infatti gli Usa erano
stati alleati dei movimenti più religiosi in funzione anticomunista mentre i movimenti laici
guardavano in genere alla Russia, e anzi gli USA aveva appoggiato lo
stesso bin Laden in Afganistan. Non a caso il più fedele alleato
degli Usa è stata la monarchia wahabita dell'Arabia ( i wahabiti
sono il movimento di riferimento di bin Laden), l'unica ad avere
osservata sempre la shari'ah.
La politica Usa era fortemente sbilanciata verso l'Islam
più integralista e di questo infatti viene giustamente accusata .
Perchè mai allora l'incredibile attacco alle Torre Gemelle
e al Pentagono? Bisogna partire dal mondo arabo per spiegare
un fenomeno tutto interno al mondo arabo- islamico
DA MODELLO A “SATANA”
Prima degli anni 80 prevalsero nel
mondo arabo correnti che più o meno esplicitamente si
ispirarono alla cultura occidentale, in genere al modello socialista.
Basterà ricordare il Nasserimo ma anche i Morabitum
del Libano, gli stessi Palestinesi di al Fatah, i
partiti Bath di Siria ed Iraq (il partito baath
era un partito socialista). Ma questa opera di modernizzazione non
ha dato i frutti sperati per motivi che qui non esaminiamo. Correnti
allora integraliste islamiche che qui indichiamo con il temine
generico e improprio di "fondamentalismo" hanno preso
consistenza e rilievo, ed é nata quindi una lotta tutta interna al mondo
arabo-musulmano fra coloro che intendevano portare avanti l'opera di
modernizzazione in senso occidentale e coloro che invece ritenevano che
il rinnovamento poteva venire solo da un ritorno integrale all'Islam. In
particolare Khomeini definì l'America il
"grande Satana". Il termine "Satana " più ancora che
"nemico" può essere inteso come "tentatore" . Infatti l'Occidente
con il suo benessere, con le sue vetrine scintillanti, con la sua
potenza economica può essere considerata la tentazione di seguire
una via diversa da quella indicata da Allah. L'Occidente, da un
punto di vista del rigorismo islamico è il "male": è egoismo
eretto a sistema, immoralità contrabbandata come libertà, prostituzione
come costume abituale. Bisogna allora contrapporre a tanto male il
ritorno integrale al Corano, la purificazione da ogni influsso
occidentale. Come è stato autorevolmente affermato il
fondamentalismo avversa l'America e l'Occidente non per quello che
" FA" ma per quello che "È" e che potrebbe contagiare
anche l'Islam : questo è il punto fondamentale.
SI ALZA IL TIRO
Il conflitto fra le due fazioni arabe, come era
forse inevitabile in un mondo come quello arabo non
democratico, è passato dal piano puramente culturale al confronto
politico e militare. In Iran esplose la rivoluzione scita, una vera
rivoluzione popolare, come concordano tutti gli osservatori.
In qualche altro paese prevalse qualche regime integralista ma nel
complesso le élites rivolte all'occidente hanno mantenuto il
potere. Anche nei paesi dove il fondamentalismo si era affermato i
frutti non erano stati quelli sperati e alla fine degli anni 90
l'integralismo politico ispirato all'Islam sembrava in declino.
L'Iran si era impantanata in una guerra inutile contro
l'Iraq costata un milione di morti, Il FIS in Algeria si
era ridotto a puro terrorismo, in Afganistan i
Talebani avevano superato ogni misura (si arrivò alla
distruzione dei televisori !). A questo punto alcuni gruppi
hanno ritenuto che il vero nemico da colpire non fossero i regimi arabi
laici ma gli occidentali considerati loro protettori. Gruppi come
quelli di al Qaeda hanno cioè alzato il tiro colpendo gli USA
nella speranza di unire tutti il mondo arabo musulmano in una guerra
comune contro l'Occidente e fare apparire cosi i regimi arabi non
islamici come una emanazione dell'Occidente, del grande Satana, regimi
collaborazionisti.
Il conflitto è tutto interno al mondo
mussulmano ed è debordato al di fuori di esso quando la parte
soccombente ha tentato di riprendere vigore coinvolgendo gli
Occidentali in un conflitto che non li riguardava e che essi
difficilmente riescono anche a comprendere.
Il fondamentalismo ha conseguito cosi il risultato
che si era prefisso: l’America ha portato la guerra in Medio Oriente e
il fondamentalismo, che ormai andava spegnendosi ha ritrovato nuova
forza e vigore, si è potuto congiungere al nazionalismo arabo (
che è movimento diverso e per molti tratti antagonista), ha innalzato la
bandiera della resistenza all’invasione, della lotta contro i “crociati”
(secondo la incauta definizione suggerita proprio da Bush), ha
perfino trovato ampia comprensione nella sinistra occidentale (che
invece per essi è il “male” in assoluto).
L’invasione dell’Iraq ha coronato il sogno di ogni
fondamentalista: una guerra grande e generale di resistenza del
popolo islamico contro l’invasore cristiano senza perdersi
in guerre inconcludenti e fratricide nell’ambito stesso della Umma
(comunità dei fedeli). I pasdaran iraniani morivano lottando
contro l’esercito iracheno anche esso islamico cosi come i talebani
Pashtun lottavano contro Tagiki e Usbeki, anche essi fervidi mussulmani:
potevano questi fatti essere considerati jihad? Era poco
convincente ma lottare contro un esercito crociato marciante in “dar al
islam “ (terra dell’Islam) questo si che è facile dichiararlo “ jihad.”
In questa prospettiva l’11 settembre può essere
considerato una grande vittoria del radicalismo islamico, un vero colpo
di genio che ha trasformato una guerra interna in una grande guerra
religiosa e nazionale.
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PROSPETTIVE DEL
CONFLITTO
E’ impossibile riuscire a prevedere gli esiti di un
conflitto quando esso è in corso: si rimane colpiti dagli
avvenimenti particolari più recenti ma il corso delle operazioni può
rovesciarsi e spesso si possono vincere molte battaglie e
perdere la guerra. Tuttavia possiamo prendere in esame gli
elementi fondamentali in gioco e valutarli al di là degli
avvenimenti immediati . Alla fine 1940 si poteva essere colpiti
dalla serie impressionanti di vittorie della Germania e pensare
che essa aveva ormai vinta la guerra (errore che fece Mussolini)
ma se si fosse analizzato le immense risorse industriali degli Usa
e le immense risorse umane dell’ URSS e della Cina si poteva
prevedere quale sarebbe stato l’esito finale della guerra.
Prescindiamo allora dalle operazioni militari in
corso in Iraq, in Afganistan e in qualche altra parte del mondo e
vediamo le prospettive e le forze in campo
Non ci poniamo il problema se gli USA potevano
reagire all’attacco dell 11 settembre in un modo diverso da come
hanno fatto: hanno reagito con campagne militare e questo è un dato di
fatto da cui non si può prescindere. Parimenti ci sembra
inutile discutere all’infinito se l’intervento militare sia stato e in
quale misura condizionato da interessi petroliferi, di potenza,
magari personali: tutto ciò è ininfluente: la guerra purtroppo è una
realtà, non conta se si poteva evitare o se essa copra altri interessi.
Un prima domanda che ci poniamo è se se è possibile
una mediazione, una composizione più o meno pacifica della
controversia.
Ma quali sono le richieste del fondamentalismo? Sono
chiare, inequivocabili ripetute in tutti i comunicati: l’Occidente deve
uscire fuori dal “dar al islam “ (terre dell’Islam) come premessa alla
instaurazione di un una repubblica (meglio: emirato) islamico
(cioe alla conquista del potere da parte del fondamentalismo
) L’Occidente può aderire a questa richiesta?
Noi crediamo che sia assolutamente impossibile.
Innanzi tutto va considerato che un passo fondamentale sarebbe la
sparizione di Israele ( che occupa terre islamiche): gli occidentali non
lo permetterebbero mai e d’altra parte gli arabi non
sembrano nemmeno in grado di farlo. Non varrebbe a nulla la formazione
di uno stato autonomo palestinese: anzi esso sarebbe visto solo
come un primo passo e una vittoria per una seconda guerra di
annientamento.
In una prospettiva poi più ampia, in un mondo tanto
globalizzato non è realistico pensare che gli occidentali si
disinteressino di una parte tanto importante del mondo. La visione
di un mondo diviso in due parti distinte ( musulmana e non mussulmana) è
al di fuori di ogni realtà moderna e d’altronde non lo è mai stato
se si considera che l’islam nel corso della sua storia ha
incessantemente combattuto contro gli infedeli.
Si consideri poi che il medio oriente contiene
le maggiori riserve di petrolio del mondo: non solo
l’America (come spesso superficialmente si dice) ma
tutto il mondo ha interessi vitali in quelle terre che
invece sono politicamente oltremodo instabili. Di fronte a una crisi
petrolifera i paesi MOLTO ricchi (USA) avrebbero
DELLE difficoltà, i paesi pure industrializzati (Italia) avrebbero
GROSSE difficoltà, i paesi EMERGENTI (est asiatico) RICADREBBERO
miseramente nel sottosviluppo, e per ultimo per i paesi
sottosviluppati sarebbe la CATASTROFE.
Si pensi poi alle decine di milioni di
mussulmani che vivono in occidente. Si consideri poi che l’Occidente non
ha mai imposto le proprie civiltà agli arabi ma essi si sono
avvicinati all’Occidente (come tutto il resto del mondo, d’altronde). Se
al Cairo o a ad Algeri le donne non vanno velate questo non è una
imposizione dell’Occidente ma una loro scelta: questo
discorso per noi ovvio non viene inteso dal fondamentalismo
che vorrebbe stendere intorno all’islam un specie di nuova cortina di
ferro.
Non essendo i possibile quindi un compromesso
vediamo quali sono le forze in campo.
Da parte del fondamentalismo abbiamo poche
organizzazioni fra di loro poco coordinate (non esiste
nemmeno alcuno con il quale eventualmente trattare) riescono
ad aver vaste simpatie nelle masse arabe, in certi ambienti particolari
ma in realtà restano pur sempre isolati: un iracheno può anche ballare
sui soldati americani uccisi ma accettare come propri governanti
gli uccisori sarebbe tutta altra cosa.
Tuttavia anche in pochi possono costituire un
gravissimo pericolo. La civiltà moderna infatti è molto complessa
ma proprio per questo molto vulnerabile. Solo qualche migliaio di
shaid (cioe Kamikaze) potrebbero portare il caos in Occidente e mettere
in crisi l’economia moderna che ha bisogno soprattutto della
fiducia nel futuro. L’uso di armi non convenzionali potrebbe
poi portare a disastri incalcolabili.
Dall’altra parte vi è la enorme potenza industriale
economica e militare degli USA. Il resto del mondo dalla Russia alla
Cina, dall’India all’Europa per il momento fa molti distinguo e riserve
ma in sostanza dovendo scegliere il campo è dalla parte dell’America: il
disaccordo riguarda il modo di combattere il fondamentalismo non il
fatto che esso va combattuto. In queste condizione qualunque
azione di successo del fondamentalismo si ritorcerebbe contro di
essi stessi. In realtà è quello che è avvenuto dopo l’11 settembre:
l’azione è stata spettacolare ma la conseguenza è stato che l’unico
governo fondamentalista (in Afganistan) è stato abbattuto, al
Qaeda è stata dispersa, i fondamentalisti vengono
vigorosamente perseguiti in tutti i paesi arabi e non, e soprattutto è
tramontata la possibilità che essi possano assumere il potere in
qualunque paese.
In queste condizione certamente il fondamentalismo
uscirà distrutto: il problema però è quanto migliaia o milioni di esseri
umani debbono ancora morire per una guerra persa in partenza.
Ma perché i fondamentalisti non si rendono conto di
ciò? Il fatto è che essi fanno affidamento sull’aiuto e la volontà
di Allah.
Una prescrizione biblica vietava agli ebrei di
fare un censimento perchè essi non dovevano contare sul loro numero ma
sulla volontà di Dio: i ferventi islamici fanno lo stesso ragionamento.
Sono sempre esistiti nel passato movimenti “millenaristi” pronti
a imprese impossibili fidando sull’aiuto divino: le loro imprese sono
sempre finite in un disastro: lo stesso avverrà presumibilmente anche
per il fondamentalismo
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