ALTRE RELAZIONI L'ARRIVO A L'VIV -- MERCATI-- PIETANZE -- ABITAZIONI TRASPORTI -- LINGUA-- RELIGIONE -- ECONOMIA -- POLITICA
L'ARRIVO
LINTERNO AEREO
L'Ucraina è piuttosto difficile da raggiunge
dall'Italia. E' possibile servirsi del treno via Budapest ma occorrono 48 ora di viaggio. Esistono anche dei pullman (usati quasi esclusivamente da immigrati) ma ci si arriva veramente allo stremo.
Noi abbiamo viaggiato su un velivolo di una compagnia ucraina. Ci hanno avvertito che non bisognava attenersi ai numeri segnati sui biglietti ma prendere il primo posto libero : i sedili erano piuttosto malandati : non vi erano le solite buste per eventuale vomito;di riviste o addirittura di radiodiffusione nemmeno a parlarne. La mia cintura di sicurezza non funzionava: lo ho detto alla hostess che mi ha sorriso dolcemente. Allora ho fatto un nodo alla meglio pensando che poi non servono a niente.
PASTO IN AEREO
Invece delle bevande solite ci hanno offerto un semplice bicchiere di acqua .
Poi comunque abbiamo avuto anche un pasto : un insalata, qualche salume, una fetta di pane nero, un panino, un succo di frutta.
Tutti i nostri compagni di viaggio sono ucraini o compagni di ucraine: noi siamo l’unica coppia interamente italiana e tutti ci guardano con curiosità.
Ci distinguono non tanto dall'aspetto fisico ma da tante altre cose che mi hanno fatto riflettere . Io avevo una macchina fotografica digitale e mia moglie aveva un beauty-case da viaggio , le immigrate buste di plastica e scatoloni; noi avevamo l'aria spensierata delle vacanze e vedevi occhi che trattenevano le lacrime. Soprattutto noi, senza avere maggior cultura o civiltà o meriti, eravamo i FORTUNATI, e avevamo un pezzo di carta su cui era scritto "nazionalità : italiana" e tutte le porte si aprivano e avevamo degli euro in tasca con cui potevamo comprare ogni cosa.
GRAN SASSO
Il tempo all’andata è abbastanza chiaro.
Sorvoliamo l’Abruzzo, con il massiccio del Gran Sasso.
ADRIATICO
Arriviamo sull’Adriatico a nord di Pescara,
CARPAZI
poi ancora la ex Jugoslavia, i monti Carpazi
L'VIV
e arriviamo a L'viv.
Atterriamo: ci sorprendiamo perchè tutti corrono all’entrata nell’aeroporto. Scopriamo il motivo subito dopo: tutti infatti si precipitano a prendere dei moduli e a riempirli freneticamente per mettersi poi in un fila lunghissima. Prendo anche io qualche modulo: non ve ne sono in italiano o in inglese ne trovo pero' molti in francese: si tratta di una serie interminabile di domande per la dogana.
AEREOPORTO: INTERNO
Le riempiamo con calma tanto siamo gli ultimi della fila. L’attesa dura circa un ora e mezzo. Quando sta per finire una signora ucraina ci avverte che abbiamo sbagliato i moduli: essendo noi italiani dobbiamo riempirne un altro: riusciamo ad averlo da un assistente dell’aeroporto: scritto in russo e ucraino cerco di capire: ma la signora ucraina ci viene in aiuto, si prende i nostri documenti, riempie tutto lei gentilmente e ce li porge. Solo allora mi rendo conto che in piccolo era scritto anche in inglese. I controlli per noi italiani sono rapidissimi. Mi chiedono però quanto danaro abbiamo con noi, lo dichiariamo ma lo vogliono anche vedere. Alla fine un addetto ci chiede l’assicurazione obbligatoria sanitaria : non si esprime in inglese o altra lingua occidentale: per fortuna la solita provvidenziale signora ce lo spiega. Paghiamo in euro e ci danno il resto in hregna ( meno di quanto dovrebbero ma è piccola cosa). Cerco il nastro trasportatore dei bagagli ma non esiste: i bagagli vengono scaricati a mano nella sala di aspetto. Sono rimaste solo le nostre due valige ; cerco di prenderle ma un uomo alto me lo impedisce: le prende lui e si offre di portarle al taxi. All’uscita finalmente trovo la nostra accompagnatrice e da allora i nostri problemi linguistici sono finiti.
AEREOPORTO
L'aeroporto è diverso da tutti gli altri che abbiamo visto, somiglia a una stazione ferroviaria. L’ingresso è monumentale ma in realtà consiste in di due sale soltanto, una per le partenze e una per gli arrivi.
SALA DI ATTESA
Non esistono quindi “gate” ma solo una sola porta di uscita. Non esistono nemmeno computer e scritte elettroniche che avvertano di arrivi e partenze ma solo tabelloni come nelle stazioni ferroviarie (tutti in caratteri cirillici)
I controlli sono lunghi estenuanti e attenti.
Il personale non pare comprendere l’inglese e quindi è difficile comunicare