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 LA LEGGE SULLA BLASFEMIA

Giovanni De Sio Cesari

 

Il caso di Asia Bibi, una donna cristiana di 45 anni, madre di cinque figli, condannata a morte ha riproposto all’attenzione mondiale in problema della legge sulla blasfemia  che vige in Pakistan  e altre nazioni islamiche

Si tratta di una legge, che ricalca una norma della Sharia, che punisce severamente tutti quelli che abbiano in qualche modo offeso il profeta Maometto o altro personaggi o principi o simboli della fede islamica a prescindere della fede che egli segua. Di per se non sembra una legge ingiustificata in quanto tutte le religioni vanno ovviamente rispettate e quindi magari si potrebbe chiedere la estensione delle nome anche alla altre religioni
 Il problema, pero, è che la legge nella sua indeterminatezza in effetti si è rivelato un mezzo iniquo per perseguitare i non mussulmani, in modo particolare i cristiani del Pakistan Infatti non solo ogni atteggiamento di critica all’Islam viene etichettato come blasfemia che sarebbe invece cosa del tutto diversa: ma soprattutto le accuse sono strumentali, false, mai veramente dimostrate. Le folle pero sono aizzate da personaggi che vogliono far salire la tensione religiosa : si raccontano, si esagerano, si inventano anche del tutto, fatti mai avvenuti che avrebbero compiuti i cristiani tanto che le folle islamiche cominciano ad agitarsi ad abbandonarsi a violenze: i giudici sotto la minaccia della folla e di fronte alla concreta possibilità di essere indicati essi stessi come nemici della fede islamica condannano senza prove e con processi farse Le condanne naturalmente avvalorano ancora di più le voci e la furia popolare in un crescendo di un circolo vizioso che è difficile spezzare
 Finora, pero, la legge sulla blasfemia non ha portato all’esecuzione di nessuno degli accusati o condannati ma la folle fanatizzate si abbandonano speso a uccisioni indiscriminate: nell’ultimo anno si  contano 33 casi.i

 Il problema è che l’islam, per propria legge che risale agli albori, ai tempi stessi di Maometto. non ammette il proselitismo religioso verso i propri seguaci ma solo quello rivolto verso gli altri. E’ doveroso quindi per ogni islamico cercare di convertire i non islamici ma se un non islamico cerca di fare proselitismo presso gli islamici viene prevista la pena di morte per lui e per chi si fosse eventualmente convertito. Esula proprio dalla mentalità islamica l’idea della libertà religiosa anche se si ammette la possibilità che comunità non islamiche possano sussistere anche nei paesi islamici
 La legge sulla blasfemia fu introdotta nell’ordinamento pakistano dal generale Zia-ul-Haq negli anni ’80. per compiacere gli ambienti più intransigenti e varie volta si è ventilata la possibilità della sua abrogazione. Il nuovo governo regolarmente eletto mostra di essere contrario ma non osa cancellare la norma in un paese già in guerra civile con i talebani nel timore di rafforzarli
 L’ 11 agosto del 2009 è stato celebrato in tutto il sub continente indiano il “Giorno Nero” per protestare contro la legge sulla blasfemia