UNA RIFLESSIONE AL GIORNO
16 dicembre 2006
LA VITA E LA MORTE
Un tempo la riflessione sul aldila era centrale perchè centrale era l'dea della morte ma ora essa tende a perdersi perchè si perde l'idea della morte
Un tempo la morte era un
avvenimento sociale: si affrontava il giorno della maggiore angoscia in mezzo ai
propri cari, fra l’affetto dei familiari e degli amici e un sacerdote era presso
il capezzale per aiutare il fedele a prepararsi all’incontro con Dio . I
funerali erano solenni , coinvolgenti, la morte faceva parte della vita comune
Il “ memento mori” ( ricordati che devi morire) era qualcosa che la vita
quotidiana non permetteva di dimenticare.
Poi per grazia di Dio, è venuto il progresso e la medicina, è venuto il
benessere , è venuto il consumismo. Come si può spingere al consumo chi ha
tristi pensieri di morte? E poi ormai essa è cosa che riguarda persone remote .
gli anziani, le vittime della fame e delle guerre in terre lontane
Cosi si muore ormai soli, negli ospedali, luoghi remoti dalla vita, in mezzo a
estranei professionalmente indifferenti, lontani dalle persone che si amano
mentre una specie di congiura del silenzio nega ogni consapevolezza al morente
. E’ nata anche tutta una branca della psicologia con relativi master e
specialisti per trattare i malati terminali e la morte diventa cosa da
specialisti
Ma c'è da domandarsi: ma la morte esiste sempre che venga dopo pochi o molti anni, può essere furtiva o corale: e allora rimuovere il pensiero della fine e dell'aldila forse puo significare anche non capire la vita? il senso della vita ?