UNA RIFLESSIONE AL GIORNO
7 settembre 2004
RESISTENZA IRACHENA
La guerriglia antiamericana non può considerarsi una resistenza contro lo straniero americano. Essa poteva considerasi tale quando gli americani conquistavano il paese ma l’esercito si sfaldò, la guardia repubblicana se la diede a gambe, il popolo non fece nulla ( altrimenti poco migliaia di soldati non avrebbero mai potuto prendere Bagdad con sei milioni di abitanti) . Quando gli americani hanno annunziato che se ne sarebbero andati dopo la elezione di un governo democraticamente eletto allora è scoppiata guerriglia e terrorismo: a che mirano ? Che senso avrebbe la guerra per cacciare gli americani se questi stanno per andare via? E’ come se nella seconda guerra mondiale i tedeschi volessero andare via dall’Italia appena avessimo eletto un governo democraticamente e noi combattessimo per non fare le elezioni e costringerli a continuare la occupazione dell’Italia. L’avremmo chiamata resistenza ?
In realtà ogni gruppo iracheno cerca di assicurarsi un pezzetto di potere appena gli americani se ne saranno andati: la guerra in Iraq è più una guerra interna per il potere che una guerra anti americana che non avrebbe senso: si combatte gli americano i per acquisire potere e titoli di merito non per cacciarli. Direi che è una specie di sanguinosa campagna elettorale.