UNA RIFLESSIONE AL GIORNO

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3 settembre 2004

 UOMO COME VALORE UNIVERSALE  .

Non è certo facile trovare valori condivisi con i quali giudicare le diverse culture, è vero: tuttavia tale valore può essere considerato l’uomo stesso  i cui bisogni  fondamentali ,materiali e spirituali, sono gli stessi a qualunque cultura appartenga  perché un uomo è sempre un uomo. Potremmo allora giudicare una civiltà in base alla capacita di soddisfare  tali bisogni.  

Facendo qualche esempio. Una civiltà in cui i genitori non siano costretti a sentire i loro figli “piangere  per la fame” può considerasi superiore a una nella quale la morte per fame sia cosa comune.

 Una civiltà in cui la donna si senta riconoscere la sua umanità a parità sostanziale  con quella dell’uomo è preferibile a quella nella quale una donna sia considerata solo un oggetto.

In casi del genere la  riprova della preferibilità ( o superiorità , se si preferisce)è data dal fatto che realmente  le persone preferiscono il primo tipo di cultura al secondo. Ogni uomo che provenga da un cultura dove domina la  fame e sperimenta una nella quale questo non avviene, ogni donna proveniente da una cultura discriminante  sperimenta la sua emancipazione testimonierà con le sue azioni la superiorità di una cultura su un altra.   

Non credo che tutte le culture siano equivalenti: ve ne sono di “ migliori” e di “peggiori”.