UNA RIFLESSIONE AL GIORNO
18 giugno 2004
Il canone della bellezza femminile
Un tempo l’ideale di bellezza femminile era una donna soda, forte, capace di generare molti figli e con facilità.
Poi venne il Romanticismo , origine di ogni male: allora l’amore divenne sentimentale e le donne diafane, smagrite
Nell’immaginario collettivo si affermarono le figure della Traviate e della Boheme , donne tisiche e sofferenti Ma ,dico io, una donna che è cosi malandata che dopo qualche mese muore può sì, ispirare pietà ma come fa a ispirare passioni di amore,? come si può fare l’amore con una donna sull’orlo della morte, bisogna proprio essere dei degenerati !
Le romantiche nostre progenitrici si stringevano tanto il corpetto per mostrare un vitino sottile da stare poi tanto male che è gran meraviglia che poi riuscissero a generare anche i nostri padri.
Poi si è mantenuto l’ideale della donna “magra” fino ai nostri giorni con momenti di esagerazione e di altri di moderazione.
Ma si tratta di modello innaturale: le donne sono state create un pò tonde con qualche curva, adatte alla maternità: anatomicamente hanno l’adipe al disopra dei muscoli più degli uomini e per questo il loro corpo viene considerato morbido e sinuoso e dolce e bello.
Il modello delle indossatrici poi è del tutto assurdo: troppo alte ( le donne sono più piccole degli uomini), troppo magre (qualche curva ci vuole), camminano che sembra la parodia dell’andatura femminile ( un pò ancheggiare va pure ben, ma si esagera) e poi indossano vestiti brutti (che la scoprono senza farla apparire attraente )