Viene
presentato un questionario di
autovalutazione orientativa (non di valutazione selettiva ) per giovani che intendono
iscriversi al corso di laurea in filosofia.
La
prima cosa che viene in mente a un
professore di liceo sarebbe quella di
preparare un serie di test corrispondenti grosso modo alle domande più comuni
che si è soliti fare ai nostri alunni.
Non
mi pare pero questa una giusta via da percorrere per due ordini di riflessione
che ora propongo alla cortese attenzione degli interessati.
Un
primo motivo è di ordine pratico: temo finiremmo per valutare non tanto i
giovani quanto i loro docenti di filosofia,
Possiamo
infatti fare domande generali su alcuni
autori fondamentali: ma teniamo presente che c’è chi segue i programmi Brocca e
chi non li segue: per i primi Kant ed Hegel sono i fondamenti dell’ultimo anno
per i secondi sono in coda al penultimo anno. i primi, operando una scelta, ben
difficilmente avranno trattato Spinoza
e Fichte e i secondi invece ne hanno fatto un “cavallo di battaglia”.
Ma soprattutto il livello di insegnamento è molto vario: tanti docenti approfondiscono ed ampliano i
problemi e formano i giovani ma altri purtroppo si limitano a modesti “suntini”
ed altri ancora velleitariamente vogliono far “tanto e nuovo” ma poi in realtà sono inconcludenti e al
giovane non rimane nulla.
Ora
credo che i giovani che hanno avuto docenti validi di filosofia già hanno idee chiare sui loro
interessi e sulle loro attitudini: l’errore avviene proprio per quei
giovani che per COLPA GRAVE dei loro
docenti credono che la filosofia si riduca e formulette e paroloni
.
C’e’
anche una perplessita di natura teorica
A
livello di liceo la disciplina chiamata “filosofia” corrisponde alla storia
della filosofia occidentale e piu precisamente
il pensiero di una serie autori che sono stati posteriormente
selezionati in base a una prospettiva culturale storicistica. Cosi si tratta
Galilei ma a nessun viene in mente di parlare del suo avversario
cardinale Bellarmino e nemmeno di avvertire lo studente che il primo
rappresenta una lodevole eccezione
mentre è il secondo a incarnare lo spirito dei tempi.
I programmi
Brocca hanno attenuato l’impostazione storicistica fondendola con una
prospettiva problematica :tuttavia non
tutti i docenti, anzi pochi direi hanno effettivamente recepito la novita e
molti dei giovani che si affacciano alla universita hanno una preparazione
centrata su Kant ed Hegel che nel 1923
poteva considerarsi al passo con i tempi
ma ora proprio non direi.
La
facoltà universitaria invece deve formare giovani per il domani,
La
preparazione filosofica a livello universitario non puo nella sostanza ridursi
a alla storia della filosofia (in una determinata prospettiva) come avveniva
per il passato quando preparava docenti di Storia della filosofia” anche se
certo la storia ne rimane una parte essenziale ed irrinunciabile.
La
scuola come annunciato gia dalla cosi
detta relazione Maragliano
si
accinge a superare l’impostazione storicistica
ed è in questa prospettiva che si progetta una estensione
dell’insegnamento della filosofia a tutti gli indirizzi scolastici, compresi quelli
tecnici e professionali
D’altra
parte, a prescindere dalla scuola la
richiesta della società civile sente sempre più il bisogno di un
approfondimento filosofico su problemi
,come esempio l’etica (genetica) la
politica (diritti umani), la religione (dialoghi interconfessionali), la
scienza (valutazione delle metodologie), la logica (informatica) e tanti altri
Giovani
(e ben preparati) laureati in filosofia potrebbero trovare un loro ruolo in
organismi nazionali o internazionali, nella stampa specializzata o non, in altro
che si occupino di tali
problemi. Forse sogno, non so, ma comunque credo che per il futuro la conoscenza della infinita questione della
cronologia degli scritti platonici sarà ben poco richiesta nel mercato del lavoro.
Con
questo non voglio svalutare l’importanza culturale della conoscenza della
storia della filosofia ma essa avrà un peso in una cerchia più ristretta di
esperti, non nella generalita dei
cittadini. In fondo lo stesso discorso possiamo fare per il latino: vi sono e
vi saranno ed è importante che vi siano e che vi saranno, esimi ed illustri
latinisti: ma cio’ non significa che TUTTE le persone colte debbano conoscere
il latino.
Dato
queste premesse allora mi sono
orientato, in un questionario di
autovalutazione a formulare tre
ordini di domande
1)
domande
di cultura filosofica generale: non
riguardano direttamente Cartesio o
Comte che non sappiamo se e come sono stati studiati ma vogliamo saggiare l’interesse che i giovani
hanno per un certo tipo di problematica “filosofica”
2)
domande
di comprensione di un testo filosofico. In questo ambito io vedrei pure con
favore un testo in inglese (con variante in francese) e perche no anche in
latino
3)
domande
di logica