Pubblicato  in APPUNTI , novembre  2007:                                                                 HOME

 

LA CORAZZATA POTEMKIN

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

Da oltre trenta anni, da quando cioè  Fantozzi la definì “ una cacata pazzesca “  ottenendo  “92 minuti di applausi” e un ininterrotto successo cinematografico,  il termine di “ corazzata  Potemkin”  ha costituito, nell’ immaginario collettivo italiana il simbolo  di un certo cinema e anche di  una certa cultura che si presenta come  impegnata ma risulta inconcludente  incomprensibile, saccente e  soprattutto noiosa.

  Recentemente l’on. Diliberto ha avuto il coraggio intellettuale di ripresentare il film in una manifestazione a Livorno, sfidando un luogo comune, consolidato  ormai da cosi tanto tempo, ed è ripreso un pò l’interesse o, meglio, la curiosità sull’opera  cinematografica. al di la del mito fantozziano: cerchiamo  di dare qualche breve notizia e qualche breve considerazione ai nostri affezionati lettori  in merito

 Il brano  famoso, o meglio, “famigerato” che si vede nel film di Fantozzi che rappresenta la stragedella scalinata, con il famoso occhio della madre e caduta della carrozzina non fa parte del film originale ma è una   imitazione girata appositamente  che riproduce però fedelmente l’originale.

In realtà “La  corazzata  Potemkin ”  non è un film cosi detto di  assay , intellettualistico  di difficile comprensione, non presenta simbolismi astrusi, tesi cervellotiche, situazioni surreali, non è concepito per  persone particolarmente acculturate o che abbiano  conoscenze particolari dell’argomento: anzi. al contrario. è essenzialmente un film di propaganda, adatto al grosso pubblico, alle masse , come si diceva allora, Non dura molto, anzi con i suoi 70 minuti  risulta piuttosto breve rispetto agli standard comuni 

L’edizione italiana è commentata da una voce fuori campo che spiega chiaramente tutte le situazioni  che  man mano vengono rappresentate, L’impianto del film è semplice e popolare: da una parte il bene dall’altro il male e alla fine il bene  sembra trionfare sul male strappando l’applauso allo spettatore.  La scena della scalinata  ha lo scopo di mostrare il male, il male assoluto che non risparmia   nemmeno il bambino in carrozzina, per commuovere e sdegnare   lo spettatore.

 Il film non è affatto, nel suo complesso, noioso: ha un ritmo  avvincente, drammatico, incalzante .

Il limite dell’opera non è quello di essere astruso o intellettualistico come apparirebbe dal film di Fantozzi ma, al contrario, di rappresentare le vicende in modo semplicistico, unilaterale, di non approfondire la personalità  dei personaggi, la problematicità della vicenda, la complessità  delle situazioni

Esso  rappresenta  il capolavoro  del regista sovietico  Sergej M. Ejzenštejn   e uno dei capolavori in assoluto dei film muti: fu prodotto nel ventennale degli avvenimenti,  nel 1925,  nel pieno dell’entusiasmo  suscitato dalla Rivoluzione di Ottobre che in quegli anni si diffondeva in tutto il mondo  anche in quegli ambienti che poi in seguito ne furono i nemici mortali, ben  prima cioè che   gli orrori staliniani rompessero drammaticamente  l’illusione che stesse nascendo un nuovo mondo: se non proprio un "paradiso in terra" almeno un mondo più giuste e umano .

La vicende narrate sono effettivamente accadute anche se nel  film ovviamente vengono modificate ampiamente,  secondo le esigenze artistiche e ideologiche.  L’ammutinamento della nave da guerra non fu un fatto isolato,  cosi come fu quello del Baunty ,ma si iscriveva in una situazione di disordini e rivolta  generalizzata

 La Russia della fine 800 presentava una "intellighenzia " occidentalizzata molto elevata (di cui il romanzo russo è la massima espressione) ma la stragrande maggioranza della popolazione era composta  da  una massa di contadini miserrimi, ignoranti, superstiziosi. Le riforme, timide e contraddittorie, operate dagli zar rendevano insopportabile la miseria e l’oppressione di sempre facendo intravedere un mondo nuovo più moderno ma nel contempo  non riuscendo a risolvere gli  immensi problemi sociali ed economici : si veniva cosi a preparare una situazione esplosiva

 Nel 1904 scoppiò in Estremo Oriente la guerra contro il Giappone nella quale la Russia subiva umilianti sconfitte  mentre le condizioni generali divenivano sempre più insopportabili. Il 22 gennaio del 1905 una pacifica dimostrazione a Pietroburgo,  guidata dai pope, veniva repressa sanguinosamente con una brutalità del tutto ingiustificata. Dappertutto in Russia quindi si accesero focolai di rivolta e di disordini di cui appunto l’ammutinamento del Potemkin è uno degli episodi, Nel film  i rivoltosi vengono presentati  come  rivoluzionari coscienti , dei comunisti ante  litteram: in realtà i moti  del 1905 erano diretti contro il malgoverno non contro lo zar: il popolo richiedeva allo zar di intervenire per porre  rimedio alla situazione, aveva fiducia in lui, non concepiva una Russia senza zar, il “piccolo padre” di tutti che a tutti doveva la giustizia. Solo quando poi  apparve chiaramente la incapacità dello zar a ristabilire la giustizia le masse contadine persero la fiducia in lui  

I rivoltosi del Potemkin non erano quindi dei rivoluzionari, come appaiono nel film,  ma dei fedeli sudditi dello zar che volevano un pò di giustizia, condizioni più umane e si aspettavano queste  cose proprio dallo zar.

Il film si chiude con la scena nella quale le altre navi russe non aprono il fuoco contro il  Potemkin dei rivoltosi e suggerisce l’idea quindi una vittoria della rivolta stessa che sembrerebbe estendersi a tutta la flotta . In realtà i moti dl 1905 fallirono e si spensero anche se lentamente: anche i marinai del Potemkin dovettero cercare riparo all’estero

Lo zar da una  parte volle andare incontro alle esigenze del progresso  convocando la Duma,  l’assemblea elettiva, ma d’altra accentuò la repressione nel timore di un ripetersi dei moti.  Segui una politica contraddittoria e incerta che alla fine provoco poi la sua caduta. Va ancora notato che la caduta dello Zar non fu effetto di una rivoluzione  violenta e organizzata ma  di un discredito generale,  di un disfacimento capillare: la rivoluzione di Ottobre con la presa del Palazzo di Inverno non fu diretta  contro lo Zar, come qualcuno crede, ma contro il governo moderato del Kerenskij che aveva , già  da parecchi mesi, esautorato lo Zar

Stranamente la caduta dello zar assomiglia a quella del comunismo: ambedue sono caduti per una sorta di implosione interna , senza lottare, per effetto di un  fallimento generalizzato .    

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

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