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STORIA DELLA CRITICA

Il pensiero della Montessori è stato un momento essenziale della pedagogia del Novecento e non solo nella per quelle specifica della prima infanzia specifica

Il suo carattere totalizzante che abbiamo prima messo in luce, se ha portato a adesioni entusiastiche e senza riserve si è risolto sul piano della critica pedagogica spesso a stroncature altrettanto decise e critiche radicali. Solo in tempi più recenti il discorso ha assunto toni più pacati.

Infondo l’opera motessoriana ha avuto per mezzo secolo un carattere religioso che non permetteva mezzi termini.

Va anche notato che la Montessori, pur essendo l’unica pedagogista italiana di statura internazionale non fu mai accetta nel mondo accademico e pedagogico italiano.

Essa fu avversata nel clima neo-idealistico dell’Italia fra le due guerre e poi dal prevalere del pensiero cattolico e marxista.

In genere ostili furono anche se con alcune significative eccezioni anche gli esponenti dell’attivismo pedagogico.

Critiche più positive vennero invece generalmente dalle correnti pedagogiche maggiormente sensibile alle esigenze della pedagogia scientifica. e soprattutto in tempi più recenti, negli anni settanta dalle correnti ispirate allo strutturalismo pedagogico

Accenniamo agli autori ci sembrano più significativi.

LOMABARDO-RADICE: il suo giudizio, formulato negli anni venti pesò molto negativamente sulla fortuna italiana della Montessori che, infatti, ottenne riconoscimenti soprattutto all’estero dove pubblicò in lingue straniere molte delle sue opere.

Egli considerò positivamente della Montessori soltanto l’appello alla spontaneità: è per tutto il resto la forma se non la sostanza positivistica della Montessori era assolutamente all’opposto della concezione neo-idealistica del Lombardo-Radice.

FERRIERE: ebbe sempre profonda stima e grande ammirazione per la Montessori: ma ,obbiettivamente, va anche notato che il Ferriere accettò ogni esperienza di scuola non tradizionale senza troppe distinzioni.

DEWEY invece giudicò con molta severità l’opera della Montessori: ritenne chela libertà di cui tanto parlava la Montessori era più evidente che reale in quanto alla tirannia del maestro si sostituiva la coercizione ben più efficace dell’ambiente scrupolosamente e minuziosamente controllato dalla maestra. Soprattutto il Dewey coglieva la profonda differenza dell’attivismo dalla Montessori in quanto la seconda isolava il bambino dalla realtà vera circostante laddove il primo si poneva soprattutto come superamento dello scarto fra scuola e società, poggiava sull’assunto che il pensiero vero poteva nascere solo da situazioni vere : la Montessori invece un terrore della "materia grezza". Giudicava inoltre assolutamente carente l’educazione sociale delle scuole montessoriane

BOSCHETT-ALBERTI prese anche ispirazione dalla Montessori .Non giudicò però il suo metodo come qualcosa da accettare o rifiutare in toto sperimentando che il fenomeno della "concentrazione" montessoriano poteva manifestarsi anche con materiali e ambienti diversi di quello montessoriano .La sua "scuola Serena" di Agno in effetti coniugava il clima proprio della scuola Montessoriana con una aderenza a un ambiente "reale":

Ci pare però che questa strada non sia stata battuta da altri.

CODIGNOLA. Dava un giudizio estremamente negativo; i bambini Montessoriani gli apparivano degli "omaccioni", non bambini reali come non reale ma puramente artificioso e privo di vita gli appariva tutto l’ambiente fatto per soffocare lo spontaneo fiorire dell’infanzia.

WALLON: dal punto di vista psicologico osservava che la crisi di contrapposizione fra bambino e adulto fosse un fatto "fisiologico" e pertanto una tensione positiva, produttrice che il metodo della Montessori tendeva invece a soffocare completamente .

NEWMAN nota invece una incoerenza profonda fra i mezzi, i metodi Montessoriani che sono essenzialmente materialistici e la concezione spiritualistica che ella invece proclama continuamente, :Non vede come gli alti valori etici possano essere raggiunti semplicemente con esercizi psicomotori.

HESSEN riprende anche su un piano psicologico la mancanza di gioco che la Montessori decisamente ed inequivocabilmente negò ritenendo che il lavoro con il suo materiale fosse l’unica attività veramente adatta ai bambini. Sul piano propriamente pedagogico lo Hessen ritenne poi che la educazione Montessoriana fosse intrinsecamente autoritaria in quanto costringe larvatamente il bambino manipolando l’ambiente.

PSICANALISI. Vi è un richiamo continuo della Montessori alla psicanalisi. Mentre pero questa parla di una regressione di carattere eminentemente sessuale legata sostanzialmente al complesso di Edipo la Montessori non accetta questa tali motivazioni. Ritiene però analogamente alla psicanalisi che il bambino nella società sia "deviato" ma per un generale disconoscimento delle sue capacità .Ritiene inoltre che la psicanalisi tende a curare i malati mentre il suo metodo si rivolge a tutti

Il MARXISMO in generale non può condividere l’idea che la scuola possa modificare la realtà ,possa essere la soluzione dei mali dell’umanità. Chiaramente la scuola è parte della società ,precisamente ne è una sovrastruttura fondamentale. Essa non può cambiare la società ma è la società che cambia la scuola o almeno la scuola cambia insieme alla società nella rivoluzione

L’ACCADEMIE DELLE SCIENZE di Mosca in un’opera di testo per le scuole sovietiche tradotto negli anni Sessanta in Italia rivolgeva accuse che anche ai maggiori detrattori della Montessori sembrarono assolutamente faziose ed esagerate. La Montessori tenderebbe ad evitare la socializzazione per combattere la coscienza di classe, le lezioni del silenzio preparerebbero alla passività del proletariato ,l’esercizio sensoriale avrebbe il fine di preparare gli operai alla catena di montaggio.

La PADAGOGIA LIBERTARIA occidentale di ispirazione marxista fu comunque generalmente ostile alla Montessori la cui pedagogia appariva essenzialmente una pedagogia borghese e tradizionalista.

MAZZETTI invece, ance se di ispirazione marxista fu il pedagogista italiano che maggiormente, sia pure criticamente, valutò positivamente la concezione montessoriani. Per quanto attiene al disconoscimento del gioco, il Mazzetti elaborò il concetto di gioco-lavoro: in effetti per il bambino non vi è distinzione fra l’uno e l’altro: la sua attività è fine a se stessa o, meglio, ha il fine di sviluppare la sua attività, la sua personalità e non un fine immediato esterno (come affermava Montessori) L’adulto cammina per andare in qualche posto ma il bambino cammina per camminare, o meglio per imparare a camminare :pertanto l’attività Montessoriana non può essere contrapposto al gioco, ne è un aspetto

Soprattutto il Mazzetti vede nella Montessori un collegamento tra la liberazione del bambino e quello della donna, del proletariato dell‘emarginato, del diverso in genere. Il messaggio della Montessori quindi è considerato un messaggio di liberazione generale della società letto alla luce di un marxismo umanista. Tale interpretazione però rimane isolata ,non pare aver avuto significative convergenze.

DE BARTOLOMEIS .esponente di una pedagogia laica ispirata alla scienza valuta anche egli positivamente la Montessori per quanto attiene ai principi .all’esigenza cioè di una pedagogia che trovi le sue basi nella scienza. Ritiene però che i metodi , i mezzi usati siano inadeguati

Anche severi furono i giudizi di ambiente cattolico.

CASOTTI ritenne in genere buoni i mezzi particolari adottati dalla Montessori

Ma inadeguata la concezione generale dell’uomo e della educazione: Applica cosi alla Montessori lo stesso metro di giudizio proprio del personalismo sull’attivismo in generale.

ALDO AGAZZI fu invece chiaramente ed inequivocabilmente ostile alla Montessori contrapponendola continuamente alle sorelle Agazzi a tutto vantaggio di queste ultime. Le sorelle Agazzi infatti hanno dato risposta valide ai principali problemi posti dalla pedagogia moderna mentre la Montessori rimane artificiosa: vede il metodo Agazzi nato nella scuola viva mentre quello Montessoriano scaturente dal laboratorio dove "si sta con il camice bianco" Sfugge quindi alla Montessori tutta la ricchezza dell’infanzia che verrebbe ridotta a un’inconcludente schematismo.

CORALLO da un giudizio ancora più totalmente negativo. La Montessori muove dallo scientismo e non dalla scienza. il primo infatti è degenerazione della seconda perché ha la pretesa di conoscere già tutto immediatamente mentre la seconda è sempre aperta e problematica ,si fonda proprio sulla possibilità dell’errore,

La Montessori ha infatti assolutizzato dei risultati senza alcun approfondimento scientifico ,sembra ignorare proprio il carattere saliente della problematicità scientifica, Inoltre ritiene che il fatto che la Montessori sia partita dai deficienti ha fatto si che la sua ella ha ignorato i valori più alti della personalità rimanendo prigioniera del concetto della prevalenza della motricità che può essere valido per i deficienti ma risulta inadeguato per i normali.

COGNITIVISMO :ha rivalutato almeno parzialmente la metodologia Montessoriana Essi infatti accusano l’attivismo di spontaneismo e rivalutano l’importanza di una educazione che faccia apprendere in modo ordinato e graduato le strutture mentali relative a ogni campo :Nei nostri programmi scolastici si parla infatti spesso di alfabetizzazione culturale. Ora la Montessori è precisamente su questa linea insegnando ai bambini l’uso esatto e perfetto degli schemi motori e sensoriali.

Chiaramente pero il cognitivismo non ritiene che bastino gli schemi motori a creare la base di tutta la personalità :essi sono soltanto la prima parte la base dell’educazione. se il loro apprendimento è necessario certamente non risolverà il problema educativo come invece la Montessori sostanzialmente rivendicava