Pubblicato da Rassegna pedagogica, febbraio 2013 HOME
MAKARENKO. l'educatore staliniano
Giovanni De Sio Cesari
LA PERSONALITA'
Anton Semeviovic Makarenko è l’ educatore piu rappresentativo dell’età staliniana o almeno l’unico ad essere conosciuto in Occidente ad opera in particolare del Volpicella negli anni ’50.
Alcuni cercano in Makarenko esigenze non marxiste ma in realtà egli è un comunista del suo tempo senza dubbi, coerente, assoluto. Ebbe sempre lodi esagerate per Stalin, come d’uso all’epoca, e non si ha ragione per credere che non fossero sincere. Definì ad esempio la costituzione staliniana come una punto fermo che dividerebbe la storia in due epoche contrapposte. Non ebbe però nessuna parte nei delitti dello stalinismo di cui, come tanti ai suoi tempi, non ebbe consapevolezza. In ogni caso resta una luminosa figura di educatore Nacque in Ucraina nel 1888. Aderì presto agli ideali della Rivoluzione anche se ottenne la iscrizione al partito solo qualche giorno dopo la morte, avvenuta nel 1939.
Le tragiche vicende della rivoluzione avevano lasciato un gran numero di ragazzi orfani e sbandati che sopravvivevano alla meglio ai margini della legalità vivendo di furtarelli. Makarenko si occupò di essi nelle scuole - colonie che diresse racimolandoli per le strade con energia, anche con spedizioni semi poliziesche. La sua azione pedagogica va considerata quindi nel quadro di questo particolare tipo di alunni, cosa non certo comune nella storia della pedagogia
Le sue opere pedagogiche hanno la forma della relazione o di romanzo pedagogico in cui descrive le esperienze educative che dirigeva . Intende cosi mostrare problemi e prassi concrete in opposizioni a teorie puramente astratte e teoriche da “abitatore del cielo” ,secondo la sua espressione Le più interessanti sono il Poema pedagogico e Bandiere sulle torri
Poema pedagogico,1935 tratta dell’esperimento della scuola Gorki, Dai primi difficilissimi momenti si giunge a una maturazione socialista La scuola ebbe vita stentata perchè entrò in collisione con la pedagogia al momento dominante
Bandiere sulle torri :altra esperienza comunitaria con particolare riguardo all’inserimento di elementi asociali e difficili: qualche volta si ammettono anche dei fallimenti come l’espulsione di qualche ladro incorreggibile.
PRINCIPI PEDAGOGICI
Nell’URSS , dopo la rivoluzione bolscevica dapprima vi fu un forte influsso della moglie di Lenin ( la Kruspaja). L’indirizzo prevalente fu definito “pedologia” con motivi molto vicini alla contemporanea pedagogia occidentale dell’Attivismo Pedagogico in quanto si credeva in una imminente caduta dello stato e alla conseguente instaurazione della società comunista senza classi e senza poteri statali costituiti, come nelle previsioni della dottrina marxista, Quindi la pedagogia voleva essere “liberatrice” in vista di una società che non avrebbe più conosciuti autorità e vincoli esterni Ma il sogno della instaurazione del comunismo non si realizzò e, lentamente, si prese atto che essa si sarebbe realizzato in un “dopo” che, man mano, diveniva sempre più lontano e indefinito ma nel quale comunque fortemente si credeva e si voleva credere
Negli anni 30 fu poi condannata ufficialmente la pedologia accusata di essere intrisa di elementi borghesi e controrivoluzionari.
Negli anni 30 si arrivò alla dottrina della “morte della scuola” sostituita dalle armate del lavoro che assorbivano in se anche il compito educativo e istruttivo Man mano però ci si rese conto che, comunque, una scuola distinta e specifica era pur necessaria, sia pure in contatto stretto con il lavoro, con la prassi, come si diceva.
In questa direzione si mosse quindi l’opera del Makarenko che guidò appunto degli istituti in cui il lavoro manuale si svolgeva parallelamente allo studio. Il lavoro era necessario anche economicamente perchè la scuola era, almeno in teoria, autosufficiente dal punto di vista economico basandosi sulla produzione degli allievi
Makarenko in questo quadro polemizzò aspramente contro l’innatismo naturalistico secondo il quale ciascuno ha delle caratteristiche innate, geneticamente determinate. Secondo la teoria marxista infatti l’uomo è formato dalla società , la natura ha importanza secondaria. Nasciamo quindi uguali e la società ci fa diversi . Quindi Makarenko trattò sempre il disadattamento che combatteva non come un dato biologico, una deviazione genetica ma sempre e solo come una deviazione dovuta a fatti sociali che bisognava riformare .
L’educazione viene assimilata alla lavorazione dei metalli: occorre semplicemente insistere, non ci sono resistenze invalicabili
Vi è la esigenza della continuo confronto dialettico continuo con esperienza al concreto
Diceva makarenko che “gli abitatori del cielo” pensano che la personalità dell’uomo si sarebbe espanso come un gas se non avesse trovato ostacoli (secondo l’ottimismo naturalistico alla Rousseau ) ma se non si opera con forza e decisione viene su la solita gramigna. non l’uomo nuovo preconizzato al marxismo
COLLETTIVO
Egli contrappone ai vaghi sogni roussoniani (individualismo dell’uomo allo stato di natura) il collettivo, vero e unico educatore. Insiste nel presentare la sua pedagogia come più ortodossa, più vicina al marxismo rispetto a quella ufficiale dei primi tempi della rivoluzione (pedologia)
Il marxismo ha reso possibile la felicità dell’uomo inserendolo nel collettivo, togliendolo dalla solitudine in modo da poter raggiungere la felicità in questo mondo e non in un ipotetico al di la
Il Collettivo è quindi come un primum pedagogico a cui tutto va riportato è l’idea fondamentale che ispira la sua opera
Il collettivo agisce in due modi: porta l’uomo alla crisi e porta all’alternativa di adeguarsi o essere tagliato fuori.
Il momento educativo è visto quindi come un momento rivoluzionario all’interno dell’uomo, come una specie di colpo di stato interiore. Ma il collettivo agisce anche come una macchina che continuamente travolge e assimila ogni problema individuale
Da notare che ogni azione non è mai rivolta al singolo direttamente ma sempre e solo alla comunità
Come il potere sovietico di cui vuole essere la versione educativo
è onnipresente e onnipotente. Non è facilmente individuabile e precisabile ma rappresenta la volontà della comunità che non ammette resistenza. E’ presente anche l’ odio come un sentimento diffuso e dominante nella comunità rivolto verso tutti i nemici esterni e soprattutto interni in perfetta linea con la paranoia dei tempi staliniani
Il collettivo pero non è statico: vi sono anche le “linee di prospettive” che rappresentano la esigenza di avere sempre obbiettivi da raggiungere e che siano sempre più vasti. In effetti rappresentano la realizzazione dei valori della persona umana raggiunti attraverso la società comunista
La disciplina non à la obbedienza alla volontà degli altri ma al collettivo, cioè alla vera volontà di tutti che si stabilisce appena le catene dell’egoismo del singolo vengono infrante: in tal modo libertà e autorità coincidono
La disciplina ha due accezioni: ordine esterno come condizione della educazione e il fine dell’educazione stessa. I due significati tendono pero a integrarsi in quanto la disciplina è ferrea, militare come d’altronde necessaria in quell’ambiente di sbandati e ladri: si da ad essa un particolare valore estetico e si fonda sulle tradizioni della comunità. Le punizioni sono ammesse come educative. Consistono nella privazione del pasto o in lavoro extra, Particolare è l’arresto che è riservato ai comunardi da piu tempo e consiste nel ritirarsi in un locale determinato sulla parola. in qualche modo è un fatto di orgoglio, di onore.
Uno spirito autoritario è sempre presente. Makarenko da sempre direttive chiare e precise Ad esempio si riferisce che un lavoro di filodrammatica non andava avanti fino a che il direttore non dette direttive precise e soprattutto nominò dei responsabili: lasciati senza direttive ci si disperdeva in futilità.
Contro la volontà dell’alunno l’educatore deve saper porre assumere proprie decisioni Se un ragazzo vuole fare l’ingegnere e l’educatore ritiene che non sia adatto allora deve spingerlo con fermezza, anche contro la sua volontà.
Il direttore è duro e riservato: tuttavia dietro la durezza traspare l’affetto Gli allievi sono poi affettivamente molto legati a lui che li ha tolti dalla strada. Tutti possono accedere liberamente a lui: viene però bandito ogni rapporto esclusivo personale confidenziale: tutto deve essere fatto in pubblico sotto gli occhi del collettivo.
Anche l’amore è, un fatto politico un elemento del collettivo. I rapporti sessuali pare che vengano tollerati se non interferiscono con il lavoro: si cerca di inquadrarli, pero, nel sentimento umano.
ORGANIZZAZIONE
La comunità si pone come una repubblica sovietica in nuge Il militarismo è sempre presente e si rivela nella terminologia in squilli di tromba e rulli di tamburi. E’ visto, però, come una specie di gioco.
Gli alunni dividono il loro tempo in parti uguali fra lavoro e scuola.
Per il lavoro tutti gli alunni sono divisi in brigate del lavoro che prendono a modello l’esercito: I comandanti delle singole unità vengono scelti da Makarenko o dal comitato dei capi. I comandanti sono responsabili di tutto e quindi sono inflessibili e attenti a tutto. Una volta che indossano la fascia del comando non guardano più in faccia a nessuno, non hanno amici e simpatie. Per essi non vi sono esenzioni o privilegi: semplicemente svolgono un compito come tutti gli altri
Il lavoro nato nel comunità per esigenze pratiche assume un valore formativo quasi religioso: il lavoro rende l’uomo felice nella società comunista mentre lo rende schiavo in quella capitalista. Le feste del lavoro come la trebbiatura prendono un aspetto quasi religioso
Viene rigettata la concezione del Lunaciaski del lavoro come educativo a parte i risultati Per Makrenko invece il lavoro si misura dai risultati: la piu grande vittoria è la autosufficienza economica. Tuttavia afferma che il lavoro di per se non basta, non ha significato se non inquadrato in una prospettiva politica
Si interessano sempre di ogni miglioramento tecnico si introduce pure la catena di montaggio
Gli Insegnanti possono essere anche duri, senza alcuna sdolcinatura: importante è che sappiano davvero fare il loro mestiere ( si tratta di mastri operai) e solo cosi possono ottenere la considerazione dei loro allievi. Gli insegnanti a loro volta formano un collettivo
Il governo democratico significa semplicemente il governo dei competenti che conoscono le esigenze del collettivo e sanno come realizzarle.
L’assemblea generale di tutti gli alunni e insegnanti decide di tutto e le sue deliberazioni valgono per tutti anche per lo stesso direttore: sembra però che in realtà non prendano mai decisioni in contrasto con lui e che siano pilotate dall’alto
Esiste anche una sorta di tempio :è la stanza della bandiera che è l’unica ad essere chiusa a chiave e che rappresenta la sacralità della comunità La religione viene, pero, decisamente avversata, condannata e, soprattutto, derisa Viene spesso assimilata alla degradazione morale perfino all’alcolismo.
Il furto viene considerato il peggiore nemico della comunità il problema fondamentale , il peggiore dei vizi. Viene però tollerato al di fuori. verso i Kulaki poichè la proprietà privata è essa stessa un furto
La ricompensa individuale viene rigettata in quanto esso deve essere di per se autosufficiente.
Oltre che scuola e lavoro sono presenti altre attività : teatro, escursioni bande musicali, arti, cinema, sport
Alcuni alunni, pur dedicandosi al lavoro coscienziosamnete, vorrebbero però ampliare le altre attività liberali. Finiscono con la autocritica incredibilmente, come in uso nell’era staliniana
Data la natura dell’esperimento della famiglia non si tratta Viene però in altre opere data ad essa molta importanza come prima cellula di formazione dell’uomo La famiglia costituisce un collettivo di cui il padre è il capo ma non certo il padrone. La autorità dei genitori è delegata ad essi dallo stato e non viceversa. Il figlio deve vedere nel padre un esempio del buon comunista, un compagno ideale dei grandi eroi del lavoro dell’Unione Sovietica. Sono rigettate la autorità che mantiene le distanze quella del ragionamento dell’amore della bontà della discussione, l’autorità è in senso sovietico
OSSERVAZIONE CONCLUSIVE
Un giudizio su Makarenko non può prescindere dalle condizioni del tutto eccezionali nelle quali egli opero. Il contesto sociale era terribile, con le purghe staliniane che facevano credere a tutti che dappertutto vi fossero nemici demoniaci che assediavamo la cittadella della Rivoluzione dall’interno ed all’esterno. Gli allievi erano in realtà dei corrigendi, situazione del tutto eccezionali nei movimenti pedagogici. La figura stessa del Makarenko era una di quelle eccezionali di educatore che riescono catturare e suscitare entusiasmo negli alunni, insomma un carisma del tutto particolare
Ma i modelli educativi devono essere orientati non all’eccezione dei maestri e anche degli alunni ma alla ordinarietà .Gli insegnanti che fanno del lora opera una missione e che hanno un eccezionale carisma sono e non possono non essere che una eccezione.
Se usciamo quindi dalla eccezionalità del maestro, degli alunni e del momento storico e valutiamo la pedagogia di Makarenko alla l luce dlella normalità della ordinarietà il nostro giudizio generale non puo che essere negativo
In effetti a Makarenko si possono rivolgere le stesse critiche che in qualche modo si rivolgono al comunismo inteso come collettivismo che fu il punto centrale della sua opera educativa
Il collettivo schiaccia il singolo ponendogli la scelta fra aderire o essere emarginato scelta puramente teorica perche in realtà è una strada obbligata E d’altra parte quella continua quotidiana opera di schiacciamento el singolo ad opera del collettivo che fa ancora più impressione perché toglie anche il desiderio di opposizione, direi anche la consapevolezza. Una società nella quale il collettivo schiaccia l’individuo è una società nella quale la personalità non ha modo di esprimersi e perde originalità, creatività e in consegueenza il progresso. Se da una parte le istanze sociali sono importanti e fondmamentali d’altra parte è anche vero il contrario che l’individualita l’originalità della persona umana è altrettanto importante e va altrettanto salvaguardata.
Anche il principio della volontà del collettivo si presta al solito processo che si ebbe anche in politica. Non vi sono elezioni perchè non vi sono delle posizioni realmente diverse. La volontà dlel collettivo è quella delle persone che sono esperte o si proclamano tali. In un processo inevitabile alla fine avremo alcuni che si dichiarano piu coscienti di altri ( il partito ) nell’ambito del quale ci sara il comitato a vari livelli fino a quello centrale che esprimerà poi un leader vera autocoscienza scineza del popolo ( proletariato) Un processo che non si ebbe solo nella Russia staliniana ma che si ripetette pari pari in tutti i regimi comunisti
Ora tutte tali conseguenze negative no si manifesatno nelle istituzioni dirette da Makarenko ma come dicevamo solo per la eccezionalitàdelle situazione e soprattutto dell’educatore .
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