Pubblicato in " Appunti " novembre 2011 n 9 ,anno VIII HOME
Lacrime e sangue: da Churchill a Monti
Giovanni De Sio Cesari
I termini lacrime e sangue” sono entrati nell’uso comune e fanno riferimento a un celebra discorso pronunciato da Winston Churchill il 13 maggio 1940 :
“Dico al Parlamento come ho detto ai ministri di questo governo, che non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi la più terribile delle ordalìe. Abbiamo davanti a noi molti, molti mesi di lotta e sofferenza.”
Era il momento in cui le armate tedesche stavano dilagando vittoriose in Francia e l’esercito inglese veniva respinto verso il mare. L’Inghilterra aveva di fronte a se due possibilità: accettare la sconfitta e quindi, in qualche modo, accettare una pace che Hitler era pronto a concludere oppure proseguire la guerra ad oltranza: La prima prospettiva era più conveniente sul piano immediato per l’Inghilterra ma in prospettiva era al fine dell’Inghilterra, del suo impero e della sua democrazia. La seconda invece significava una lunga e difficile guerra alla fine della quale, però, in prospettiva, c’era la salvezza dell’Inghilterra. Churchill sceglieva la seconda via e quindi avvertiva i suoi connazionali che questa scelta avrebbe comportato lacrime e sangue prima di una vittoria ancora lontana.
Non è n tipo di discorso nuovo nella storia: concetti simili per esempio furono esposti di Garibaldi quando, ritirandosi da Roma ormai conquistata dai Francesi si dirigeva con pochi volontari verso Venezia che ancora resisteva agli i austriaci.
Si tratta pero di discorsi che in politica sono rari e che vengono espressi solo in situazioni eccezionali
In linea generale i politici propongono sempre cose buone , minori tasse, maggiori servizi, prosperità per tutti o anche guerre ma vittoriose e soprattutto brevi e facili, come allora proponevano Hitler e Mussolini
Ed è comprensibile che sia cosi : tutti sono attirati dai benefici e fuggono i sacrifici e quindi sono sempre più propensi a credere a quelli che propongono i primi e non quelli che promettono i secondi.
Pero vi sono pure dei momenti nella storia dei popoli in cui un appello “lacrime e sangue” come quello di Churchill può aver un effetto galvanizzante su un popolo: si promette una meta da raggiungere difficile, ma anche profondamente sentita, e quindi si richiedono sacrifici per l’immediato. In questo modo la gente è già preparata, la sente come una scelta propria e quindi ne accette i sacrifici
Nella situazione italiana del momento il governo Monti ha agito allo stesso modo di Churchill: non si promettono benefici immediati e irrealistici ma realisticamente “sacrifici” promettendo che si cercherà di ripartirli “equamente” e mostrando in un futuro non troppo lontano ma nemmeno troppo vicino una ripresa economica. Molto opportunamente Monti ha precisato che non si tratta di lacrime e sangue ma solo di sacrifici. Nessun esercito straniero, nessuna dittatura sanguinosa ci minaccia come nell’Inghilterra del 1940; lacrime e sangue sarebbero una esagerazione
Il popolo italiano potrà accettare un certo numero di sacrifici, se vedrà che questi sono equi e finalizzati
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