Pubblicato da Rassegna pedagogica, marzo 2013 HOME
(KERSCENSTEINER: la scuola del lavoro
Giovanni De Sio Cesari
La personalità
Il carattere specifico della concezione e della pratica educativa propugnata dal Kerschensteiner è l’introduzione del lavoro professionale come base dell’educazione. Nel primo Novecento fu comune l’idea di introdurre nella scuola il lavoro manuale tanto che il movimento di rinnovamento pedagogico che lo caratterizzò fu chiamato , oltre che “scuole attiva” o “scuole nuove” anche “scuola dl lavoro”. Tuttavia generalmente ( Dewey) non si intendeva portare l’alunno a forme di lavoro propriamente professionale e immediatamente produttivo. Il lavoro era visto come un strumento educativo: non importa cosa di produce e o in quanto tempo o di quale qualità ma solo “come” si produce. cioè con quale risultato educativo Invece in Kerschensteiner il lavoro per essere veramente educativo deve essere “vero”, produttivo, Nel Makarenko l’educatore sovietico di alcuni decenni posteriore. troviamo una idea analoga di un lavoro professionale vero e proprio: ma in quel caso vi erano ragioni pratiche di autosufficienza economica dell’esperimento educativo .
Georg Michael Keschensteiner nacque a a Monaco nel 1854 in un famiglia cattolica A 17 anni divenne maestro elementare : I primi anni di insegnamento furono duri e difficili In seguito studiò matematica, si laureò, insegnò matematica e scienze naturali in vari istituti superiori. L a sua carriera di pedagogista cominciò quasi per caso quando, nel 1895, fu nominato consigliere scolastico a Monaco. Iniziò cosi una vasta riforma scolastica che riguardò dapprima le primarie e in seguito si estese anche alle successive Berufschulen (scuole professionali) che costituirono un vanto germanico.
Keschensteiner spiegò una grande attività. A un certo punto per motivi politici fu messo, però, da parte . In seguito pero ebbe vasti riconoscimenti e scrisse le opere piu importati. Mori nel 32: attualmente è generalmente disconosciuto ma presenta spunti interessanti nella prospettiva modernamente sentita di un raccordo fra scuola e mondo del lavoro
Fra le sue opere ricordiamo: Die staatsbürgerl. Erziehung der deutschen Jugend (1901; L'educazione civile della gioventù tedesca), Begriff der Arbeitsschule (1912; Concezione della scuola del lavoro), e la piu importante : Theorie der Bildung (1926; Teoria dell'educazione).
Principi educativi
Egli segui sul piano filosofico la filosofia diei valori (soprattutto Windelband e Rickert) di ispirazione kantiana. Si intendeva reagire al positivismo che riduceva tutto alla scienza e quindi alla realtà dell’esistente dalla quale si sarebbero dovuto anche dedure le finalità dell’educazione e, in generale, i valori morali e civili. La filosofia dei valori invece distingue i giudizi di realtà da quelli di valore. Nel primo caso noi indichiamo come è la realtà ( alcuni rubano ) mentre nel secondo caso noi giudichiamo un fatto relativamente a un valore ( rubare è male). I valori non possono essere ricavati dai fatti ma danno ad essi significato: dal fatto che molti rubano non si può dedurre che è lecito ( o non è lecito) rubare ma dal valore “onestà” si da significato ( negativo) al fatto che alcuni rubano. La filosofia dei valori si rifa alla Ragion pratica di Kant: le leggi morali sono intese come leggi autonome che l’uomo dà a se stesso. Tuttavia si ritiene che i valori possano incarnarsi diversamente secondo i contesti storici culturali. Non sono quindi leggi assolute, come nel pensiero kantiano, ma valori che si rinnovano e si inverano continuamente e in forme diverse nella storia.
Per Kerschensteiner l’ educazione consiste nella raggiungimento dei valori e insieme della cultura in generale: in altri termini acquisizione di valori e conoscenze
Diviene quindi fondamentale le la distinzione fra Kultur e Binding : con il primo termine in tedesco si indica la cultura di per se (civiltà, valori) con il secondo invece in quanto appresa (cioè la formazione)
Il kulturgut ( bene di cultura) per divenire bildengut (bene appreso) deve sollecitare tutta la personalità: se si impara una sola cosa ma bene allora si è avuta formazione. E contrario quindi alla pansofia alla universalità propugnata da Herbart o Pestalozzi
Per Kerschensteiner la cultura generale non può costituire un punto di partenza ma deve essere un punto di arrivo Si deve partire quindi dalla specializzazione intesa come appropriazione della cultura secondo propria personalità
Secondo l’ Autore il bene di cultura ( Kulturgut ) è assimilabile ( bildinggut) se concorda almeno in parte con la struttura della forma della personalità Quindi non si debbono presentare all’alunno cose troppo difficili che non puo apprendere ma rispettare le sue attitudini . Cosi arriviamo all’altro punto fondamentale della concezione di Kerschensteiner che è la vocazione
La Individualità è’ l’insieme dei caratteri innati dell’individuo. La educazione può svolgerla ma non prescindere da essa. La educazione, quindi, non è onnipotente anche se molto importante. Esamina minutamente le caratteristiche della vocazione. Ad esempio si distingue l’ uomo teorico dal pratico Il teorico poi puo essere razionale ( per il quale i valori sono oggettivi) , fantastico ( valori soggettivi, corrisponde all’artista) religioso ( valori assoluti) L’uomo pratico puù essere economico, del comando , del sociale e cosi via
Il lavoro
Rispettando quindi la personalità dell’alunno la scuola deve divenire una comunità di lavoro perchè attraverso di esso può avvenire concretamente e facilmente l’educazione intesa come prima accennato.
Il lavoro puo essere manuale o intellettuale .Nessuno dei due è di per se superiore: dipende dallo sforzo spirituale che vi si pone
Il lavoro non deve pero essere pero pura applicazione manuale ma per essere educativi deve essere cosciente Si richiedono quattro fasi:
1) 1) Coscienza del problema 2) determinazione del piano di lavoro 3) esecuzione del lavoro 4) autocritica
la educazione tecnica economica non può essere disgiunta tuttavia da quella scientifica che non deve essere riservata solo a pochi
La scuola del lavoro deve essere aperta socializzante in modo da sviluppare quella socialità che la scuola tradizionale invece in effetti impedisce
L’educazione dell’uomo non può mai essere disgiunta da quella del cittadino, nemmeno per un momento ,non può essere una pura teoria intellettuale
Da essa nasce l’educazione politica che consiste, nel fare spontaneamente quello che il diritto prescrive. e nel convincimento che la libertà e la totalità coincidono
La funzione dell’educatore è basilare e ne traccia la figura ideale enumerandone le caratteristiche : viene ammesso il momento eteronimo dell’autorità
La libertà non consiste nello scegliere tra il bene e il male ma nello scegliere i mezzi per fare il bene
Bisogna soddisfare i bisogni dell’età ma senza perder di vista anche quello che avverrà dopo in un quadro gonerale dlel’educazione
Per quanto riguarda le ‘educazione religiosa egli afferma che deve informarsi al concetto di Dio: Rimane pero nel vago :pur essendo egli nato in famiglia religiosa non è chiaro se egli personalmente sia un crdeebnt eo meno
Osservazione conclusive
E difficile pensare che il lavoro vero e proprio, professionale possa essere anche e sempre educativo. Il lavoro produttivo moderno è spesso parcellizzato ,ripetitivo, faticoso: l’anticipazione del lavoro nell’educazione pare eccessiva e anche pericolosa .
Altro punto discutibile è il concetto di vocazione. A prescindere dal dibattito teorico dela loro esistenza e consistenza si deve notare che è ben difficile vederla in un ragazzo che è ancora molto plasmabile : i ragazzi possono essere interessati a questo o a quello ma raramente queste preferenze corrispondono a delle vere e proprie inclinazioni e comunque esse si precisano solo con il tempo: pensare che un ragazzo possa gia aver chiaro quale possa essere la propria professione e si possa sapere che ha effettivamente le attitudini necessaria pare ben poco realistico.
Il Kerschensteiner è certamente una espressione di un particolare momento storico dell’affermazione delle Berufschulen che comunque ebbero parte non certo secondaria del successo straordinario che nell’800 caratterizzò la vita economica (e non solo economica) della Germania
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