F A L S A S O T T I G L I E Z ZA
NeI 1762 Kant compose una piccola opera, radicalmente critica, del valore della logica aristotelico- scolastica
paragonata a un colosso che ha la testa nelle nuvole dell'antichità e i piedi di argilla.
Si tratta di "Die falsche SpitzfirIdigkeit der vier syllogistichen Figuren erwiesen"(la falsa sottigliezza delle quattro figure del
sillogismo), la quale appare intesa a demolire la pretesa propria
deI razionalismo di Leibniz e Wolf, di poter dedurre tutto il sapere da un unico principio
logico.
Infatti, il punto piu interessante dell'operetta è ,come osserva Vanni Rovighi ( l), la netta
opposizione alla pretesa di dedurre tutta la realtà dal principio di contraddizione.
Si tratta di uno scritto compilato in poche ore (come riferisce Kant stesso),
ma chiaramente frutto di una assidua e lunga meditazione.
Il Torelli (2) lo giudica "un coerente sviluppo delle dottrine logiche già accennate nella"
Nova dilucidatio": viene infatti ribadito l'assunto basilare che, partendo dal
principio di identità,non possono essere raggiunte le verità fondamentali che invece possono essere attinte tramite "gesunder Verstarld, gesunder vernunft"
(un sano giudizio,una sana ragione, insomma una recta ratio a,volerla dire con termine tradizionale
scolastico).
La metafisica viene quindi riconosciuta come indipendente dalla logica, non attingibile con gli strumenti della conoscenza razionale.
Si prefigura pertanto, l'autonomia della Ragione metafisica il che però, non significa che Kant voglia negare
valore alla logica, come ossserva Oggioni, (3)la logica deve essere vivificata
dal giudizio sul dato concreto:vi è insomma il richiamo all'empirismo che Oggioni
definisce "rudimentale"in contrapposizione alIe inutili sottigliezze scolastiche
Esaminiamo quindi, i punti essenziali dello scritto (4).
Inizia il discorso affermando che, giudicare significa comparare una nota con una cosa
(predicato con un soggetto). La precettistica del sillogismo è quindi, ridotta a due
punti essenziali che esprimono la stessa legge del pensiero, secondo il quale, in un confronto fra due
giudizi "nota notae est nota rei ipsius " e "repugnans notae repugnat
rei ipsi".
Nei paragrafi seguenti (dal 2 al 4), si dimostra come il principio sopra esposto, riduce il sillogismo a un giudizio mediato e quindi
possa semplificare e chiarire la portata logica formale del sillogismo stesso.
Nel paragrafo 5 vi è la conclusione: la sillogistica tradizionale che schematizza figure e modi del sillogismo, è frutto di una inutile sottigliezza:non che le regole tradizionali siano false, ma si possono raggiungere gli stessi
risultati con facilità applicando il principio che il sillogismo è un giudizio mediato.
Nella conclusione, Kant cerca di spingere la sua analisi sulle fondamenta gnoseologiche della conoscenza mediata.
Il giudizio viene ridotto all'apprensione immediata di una connessione immediatamente data e
perciò, non dimostrabile:la deduzione quindi, collega fra di loro due cognizioni empiricamente date, ma non
può dimostrare le connessioni logiche sulle quali si fonda.
Giudizio e ragionamento costituiscono, quindi, la conoscenza propriamente detta,
superiore, intellettiva, razionale.
Secondo Oggioni, (5) questa teoria è caratterizzata da tre aspetti fondamentali:
1) antitradizionale o antidogmatico, in quanto non riducibile ad una pura operazione di analisi concettuale;
2) sintetico-empiristico, in quanto il giudizio connette due contenuti forniti
dell'esperienza;
3) anti-fenomenistica o anti-psicologistico, in quanto il giudizio non è passività,
bensì operazione logica di distinzione e connessione.
A noi pare che nel lungo cammino verso il criticismo, Kant abbia percorso un altro tratto di strada: la metafisica non può essere
ricavata per deduzione e, d'altra parte poi appare chiaro che un
giudizio in ultima analisi deve basarsi su una apprensione immediata, empirica.
Vero e' che non siamo certamente ancora al Criticismo: infatti l'attività sintetica del soggetto
viene ancora considerata come un riflesso della esperienza e non come ordine posto dal soggetto.
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1) Vanni Rovighi S., Introduzione allo studio di Kant, La scuola Editrice,Brescia
,1968, pag. 78
(2)Tonelli G. ,Elementi metodologici e metafisici in Kant dal 1745 al 1768,
edizioni di Filosofia,Torino, 1959 pag. 204 e segg.
(4)La falsa sottigliezza delle quattro figure solligistiche ,trad. di G Mangione, in "rivista critica di
storia della filosofia, 29,1965
(5) Qp. cit. pag. 59 e segg.