Pubblicato in  Italianotizie    05/10/19  Home  

 

 

 

Il 70° anniversario  della Repubblica Popolare Cinese

 

 

 

 

 

 

Giovanni De Sio Cesari

 

 

 

 Il 1 ottobre si è celebrata in tutta la Cina il 70° anniversario della proclamazione  della  Repubblica Popolare Cinese con  grandi festeggiamenti dovunque e tutto ordinato e organizzato. In particolare in piazza tien an men si è tenuta la sfilata militare più potente dell’intera storia della Cina Ma al di là del trionfalismo ufficiale e del compiacimento popolare certamente  genuino, non mancano le ombre  in questo anno Potremmo cominciare a chiederci perché festeggiare con tanta enfasi l’anniversario della vittoria di  quel comunismo maoista che ridusse la Cina all’estremo della povertà con  milioni di morti per fame e  fanatismo fino alla follia. La Cina  moderna è cosa ben lontana da quel  modello. Tuttavia, a differenza dell’URSS  in Cina il passaggio da un regime  comunista estremista a un sistema chiaramente capitalista non viene stranamente  considerato un capovolgimento ma si finge che si ci sia una unita  di evoluzione : la Cina  si proclama tuttora un paese comunista e ufficialmente non rinunzia alla instaurazione del comunismo sia pure  rimandato a un futuro  indeterminato sempre più lontano  e irrealistico.
 Bisogna poi considerare che comunque con la proclamazione  della repubblica popolare del 1949 la Cina comunque pose fine a un intero secolo di invasioni straniere,  prima europee e poi giapponesi, a uno stato di disordine e  di perenne guerre civile che aveva ridotto all’estrema rovina il paese che si proclamavo il centro del mondo.  La Cina comunque rinasceva nella sua unità  e indipendenza : è cosa da festeggiare comunque anche oggi

In questo settantesimo anniversario non mancano, come dicevamo, pero le ombre   che in ordine  inverso di importanza possiamo indicare nel problema degli Uiguri, della  rivolta  di Hong Kong, nella guerra dei dazi  scatenata da  Trump.

 Delle  vicende degli Uiguri poco sappiamo con certezza perché la regione è praticamente chiusa agli stranieri: abbiamo solo fonti cinesi e dell’opposizione Uigura che riferiscono ovviamente cose diverse e opposte. Tuttavia  appare abbastanza sicuro che vi sia una repressione capillare  di ogni dissenso  anche solo possibile che sta  portando praticamente alla distruzione della identità degli Uiguri e alla loro assimilazione  forzata ai cinesi: cresce una nuova generazione di uiguri educata e alla maniera cinese. Tuttavia il problema è sempre qualcosa di remoto e periferico e  riguarda un numero limitato di individui  che sono divenuti una minoranza nel loro stesso paese,  cosi come è avvenuto gia da decenni nel vicino Tibet

 Maggiore importanza invece assume la vera e propria ribellione in atto ad Hong  kong Il ritorno della colonia inglese alla  madre patria fu salutata con immenso entusiasmo in tutta la Cina  perché poneva fine e a un secolo di  occupazione del suolo cinese da parte dei barbari venuti dal mare ( gli europei)  Per facilitare pero il passaggio alla madre patria si concordo però che per  50 anni a Hong Kong non sarebbe cambiato praticamente nulla in concreto, con il famoso principio di due  sistemi e un solo paese. Ma i movimenti di Hong Kong che non sono una  cosa di oggi ma durano ormai da cinque anni  ( dalla  famosa protesta degli ombrelli )  è scioccante  per i cinesi. Alla fine  sono gli stessi cinesi   di Hong c Kong che non vogliono riunirsi alla  madre Cina  In effetti i cinesi di Hong Kong hanno fatto parte  dell’impero inglese per 100 anni e quindi  hanno appreso la cultura politica inglese, sono abituati alla libertà e alla democrazia e ad essi non sorride certo l idea di essere governati da una autocrazia come da sempre gli altri cinesi sono abituati Si aggiunga inoltre  una certa preoccupazione di ordine economico . Hong Kong deve il suo eccezionale sviluppo al fatto di  essere un porto franco, una luogo al di fuori degli stati e godere quindi di uno status  eccezionale. Cosa   avverrà  quando poi  perderà queste su peculiarità e divenire una  dei  tanti  distretti industriali della Cina?

 Comunque  non crediamo che Hong kong possa esserea alla lunga una minaccia per il sistema cinese e che. come molti commentatori dicono possa essere una miccia  che possa fare esoplodere l intero sistema cinese

Ma  quello che veramente  è un problema serio è la guerra  dei dazi . Lo sviluppo prodigioso della  Cina è stato innescato e sostenuto dalle esportazioni verso i paesi più prosperi  del Occidente ma  è pure una tendenza che non può continuare all’infinito  perché nessuno stato può essere in passivo  nella bilancia estera  dei pagamenti troppo a lungo  Non  è solo uno spot elettorale di Trump, come spesso molti dicono , ma una  esigenza ineludibile di riequilibro della bilancia dei pagamenti

 D ‘altra parte i cinesi lo hanno sempre previsto e in particolare  nel  Congreso del partito del 2018  si è dato piu rilievo ai consumi interni che all’aumento del PIL basato sulle esportazioni.  Stranamente la Germania pare invece non essersi preparata a questo

Tuttavia in tal modo lo sviluppo cinese è sempre più lento: si è dimezzato dagli inizi  del secolo. Un ulteriore rallentamento potrebbe scatenare scontento  e tensioni e mettere seriamente in crisi tutto il sistema che deve la sua  stabilita  al suo successo economico  Il paese è ancor povero nel suo complesso con un reddito che è circa la meta di quello italiano.

Questo ci pare il vero rischio del sistema cinese e non il bisogna di democrazia e libertà che  in Cina, a parte Hong Kong è sentito solo da minuscoli  gruppi di dissidenti.