Pubblicato in Italianotizie 24/07/19 Home
Trump e l’economia cinese
Giovanni De Sio Cesari
il Quotidiano del popolo ha pubblicato i dati dell’economia cinese elaborati dall’ufficio centrale di statistica del paese per il secondo trimestre di quest’anno Il dato che più risalta è che il tasso di sviluppo globale è risultato del 6,2 che è il più basso dal 1992, da quando cioè, con l’azione riformatrice di Deng Xiaoping, cominciò il grande sviluppo economico del paese, il più grande nella storia dell‘umanità
Trump ha colto l’occasione per una serie di dichiarazioni via twitter dai toni trionfalistici per dire che la politica USA dei dazi avrebbe quindi avuto effetti quasi catastrofici sulla economia cinese ma le fonti cinesi hanno bollato tali commenti come semplici sciocchezze
Cerchiamo di esaminare il problema E vero che il tasso di sviluppo è il più basso ma il rallentamento era stato ampiamente previsto e il processo è in atto da molti anni
I tassi a due cifre dei primi anni del secolo sono ormai un ricordo da molto tempo e non possono essere ricondotti solo alla politica commerciale di Trump. E’ d’altra parte del tutto ovvio che tassi molto alti non possono durare troppo cosi come è avvenuto nel nostro miracolo economico e in tutti i paesi che hanno avuto simili fenomeni. Vanno poi esaminati anche nella loro composizione : comunque la Cina ha ancora un tasso di crescita ignoto in Occidente e soprattutto aumentano i consumi e i servizi. Il tasso di disoccupazione rimane intorno al 5% nelle aree industrializzate (si noti che nella Cina ancora agricola e arretrata non viene calcolato) L’economia quindi appare stabile e forte e non desta preoccupazioni
Allora come si spiegano i commenti catastrofisti di Trump?
Usa e Cina con l’avvento di Trump hanno intrapreso un scontro economico mai visto prima. Gli USA nel passato avevano favorito e accompagnato con soddisfazione il progresso della Cina, visto soprattutto come un a vittoria del liberismo ( capitalismo) sul comunismo, lotta che per oltre mezzo secolo gli USA avevano sostenuto nella cosiddetta guerra fredda
Ora quegli anni e quella guerra sono solo
un ricordo del passato e gli USA si sono a un certo punto resi conto che la
bilancia commerciale estera non può essere sempre in passivo e che,
soprattutto, la delocalizzazione di tante imprese in Cina per i minori costi
alla fine diventa insostenibile La delocalizzazione come la produzione in
generale di merci nei paesi del terzo mondo da una parte mette a disposizione
merci a basso costo ma dall’altra provoca la desertificazione industriale in
Occidente e di conseguenza sottooccupazione, poor working e disoccupazione.
Trump ha vinto le elezioni , malgrado la sua palese inadeguatezza, proprio
promettendo ai ceti interessati dell’America profonda un rovesciamento della
tendenza. Dobbiamo costatare poi che in effetti ci sta riuscendo e che per
questo la sua popolarità continua malgrado tutto gli errori, improvvisazioni e
sciocchezze che dice. D’altra parte è anche vero che lo squilibrio della
bilancia commerciale con l’estero è qualcosa che può durare per tempi limitati
(in senso storico): nessuna nazione può spendere all’estero più di quanto riceve
all’infinito. Lo sviluppo può essere innescato dalle esportazioni ma poi deve
essere sostenuto dal mercato interno. Ricorderei, al margine. che la guerra
dell’oppio che purtroppo fu il momento dello scontro dell’Occidente con la Cina
fu proprio dovuta allo squilibrio commerciale, allora tutto a vantaggio della
Cina
Tuttavia Trump sa benissimo che non si può interrompere il fiorente commercio
con la Cina che acquista molti prodotti in USA soprattutto agricoli e gli
agricoltori sono una delle basi del suo elettorato. Occorre cioè solo
riequilibrarli ed è per questo che i negoziati fra USA e Cina continuano fra
alti e bassi: ognuno delle due parti vorrebbe naturalmente che l’equilibrio
avvenisse a condizioni più favorevoli ai propri interessi. Lo scopo di Trump
quindi è quello di mostrare che la Cina ha più bisogno degli Usa per tali scambi
altrimenti la sua economia va a rotoli. Soprattutto pero Trump, più che
convincere i Cinesi. vuol convincere i suoi elettori che la sua politica ha
grandi effetti positivi poiche la Cina deve accettare le condizioni USA
Come abbiamo mostrato, l’economia cinese non è affatto in crisi ma gli elettori di Trump crederanno ai Twitter del presidente