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22.07.2008 Cina:
esplosioni sui bus dello Yunnan di Giovanni De Sio Cesari
Le autorità cinesi hanno comunicato che si sono
verificate tre esplosioni sugli autobus a Kunming, capitale dello
Yunnan che hanno provocato tre morti e 14 feriti. Gli osservatori
si chiedono quale possa essere la matrice degli attentati.
Lo Yunnan è una provincia montagnosa ai confini con Vietnam
Cambogia e Thailandia: è abitata da molte minoranze etniche
appartenenti a gruppi delle nazioni confinanti e a quei popoli che i
francesi chiamarono Montagnard: sono gruppi etnici precedenti
all’espansione dei popoli di origine mongoloide che abitavano
l’estremo oriente dagli albori della storia: un po’ come in Europa i
Baschi.
Questa circostanza ha fatto pensare che si tratti di
rivendicazioni di carattere etnico ma presumibilmente la matrice è
di tutta altra natura e va ricercata nelle tensioni presenti nella
zona per espropri di terreni agricoli.
In Cina infatti le
autorità espropriano in modo molto autoritario e veloce ogni volta
che occorre edificare opere moderne, come grattacieli e fabbriche.
Interi quartieri, così, di piccole case tradizionali cinesi vengono
quindi rapidamente abbattuti dalle ruspe per dare posto alle nuove,
imponenti, opere della Cina moderna lasciando ai poveri proprietari
un piccolo risarcimento e tanta rabbia.
Nello Yunnan per dar
posto a impianti minerari sono state confiscate delle terre ai
contadini: il modesto risarcimento non può sostituire quella che era
la fonte della loro sopravvivenza chi sa da quante generazioni. Nei
giorni scorsi sono quindi scoppiate violente dimostrazioni represse
con la solita durezza dalle autorità con morti e feriti. Sono fatti
comuni in tutta la Cina anche se le autorità sono solite minimizzare
o nascondere tali avvenimenti.
Gli attentati di Kunming sono
probabilmente una manifestazione di disperata protesta: le tensioni
etniche possono aver giocato, al massimo, solo un ruolo
secondario.
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