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10.07.2009 Le ragioni
degli Uighuri di Giovanni De Sio
Cesari
Rebiya Kadeer, leader del Congresso mondiale degli
Uighuri, la donna d'affari che è stata incarcerata per anni in Cina,
prima di essere costretta all’esilio negli Stati Uniti, ha
illustrato le ragioni degli Uighuri in una conferenza stampa tenuta
a Washington.
Parlando dopo i disordini nello Xinjiang, che
hanno provocato almeno 150 morti, Kadeer ha sottolineato la mancanza
di risposta da parte tutti i Paesi islamici per le violenze e la
situazione in cui si trovano gli Uighuri, dopo decenni di brutale
repressione dei musulmani nello Xinjiang.
I paesi musulmani,
come il Pakistan, l'Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Siria e un
certo numero di altri paesi musulmani come pure gli Stati asiatici
ex sovietici come Kazakistan e Uzbekistan–non hanno mai detto nulla
in favore della protesta degli Uighuri, di quelli che sono stati
uccisi, incarcerati, costretti all’esilio.
Kadeer ha
attribuito la mancanza di azione di tutti i Paesi islamici al
successo della propaganda cinese sia per il mondo musulmano che in
quello occidentale.
Tale propaganda, ha detto, ha inviato un
messaggio al mondo musulmano che gli Uighuri sono musulmani
occidentalizzati - che non sono veri musulmani, e allo stesso tempo,
ha detto, ai paesi occidentali che gli Uighuri sono terroristi con
legami con al-Qaeda.
La propaganda è stata molto efficace su
entrambi i lati.
Il governo cinese ha accusato gli esuli di
aver fomentare i recenti disordini ma Kadeer ha respinto l’accusa
come completamente falsa: la violenza è esplosa spontanea come un
sintomo di frustrazione e risentimento contro la politica repressive
della Cina.
Il suo gruppo, ha ripetutamente chiesto solo
proteste pacifiche e ha esortato tutte le parti a dar prova di
moderazione.
"Ci auguriamo che le Nazioni Unite, gli Stati
Uniti e l'Unione europea invierà commissioni per indagare su ciò che
veramente ha avuto luogo nello Xinjiang.
Ci auguriamo che la
Casa Bianca prenderà una decisa posizione che spinga il governo
cinese a dar prova di moderazione, e anche a dire la verità su ciò
che è accaduto, e di risolvere il grave problema”.
Nella foto da al jazeera: soldati cinesi
presidiano una moschea
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