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11.09.2008 Il “complotto”
dell’11 settembre fra scienza e buonsenso di Giovanni
De Sio Cesari
IL PROBLEMA Oramai da molti anni
assistiamo alla contestazione della ricostruzione ufficiale dei
fatti dell’11 settembre: in una serie pressoché infinita di
giornali, video, film libri e soprattutto poi nella rete internet,
da siti ed e-mail si grida al “complotto” che viene presentato in
una miriade di versioni più o meno contrastanti ma che comunque
hanno in comune un concetto essenziale: i fatti dell’11 settembre
non sono imputabili ad attentatori islamici ma a un gruppo interno
agli USA che ha inscenato l’attentato per propri fini politici, un
oscuro “complotto” insomma. I sostenitori riconoscono che la tesi
è davvero estrema: tuttavia affermano che non partono da
supposizioni politiche ma da meri e incontrovertibili fatti
scientifici secondo i quali gli attentati non possono essersi
verificati secondo la versione ufficiale e bisogna trovare quindi
un’altra versione sulla quale si possono fare supposizioni e ipotesi
ma che comunque è ben lontana dall’essere chiarita. La
contestazione si pone non su un piano politico (non si vuole
contrapporre apertamente alla tesi politica ufficiale un'altra tesi)
ma su un piano scientifico e per questo evita spesso di sostenere
apertamente altre ipotesi.
LA SCIENZA Allora
bisogna esaminare il problema sul piano scientifico: chiediamoci
quindi cosa effettivamente sappiamo Si tratta di fatti del tutto
eccezionali che non hanno quasi precedenti: mai era accaduto che
aerei di quelle dimensione fossero lanciati a massima velocità
contro degli edifici . Gli effetti appaiono sconcertanti. Due
grattacieli immensi sono crollati, un quarto aereo pare
volatilizzato nell’impatto con il Pentagono. Sono possibile
effetti del genere? E la domanda che sorge quasi spontanea Una
commissione indipendente americana, nominata fra gli esperti
specialisti nei vari rami tecnici e scientifici, ha risposto
sostanzialmente di sì, in un impressionante numero di relazioni
tecniche che riempiono ben 33 volumi. Vero è che si può notare che
essi davano per scontato che le cause fossero quelle indicate dalle
autorità e bisognava semplicemente giustificare gli effetti:
tuttavia è un fatto che essi non hanno trovato incompatibilità fra
le cause e gli effetti Sono poi sorti un gran numero di
“sedicenti” esperti che affermano invece che quegli effetti non
potevano derivare da quelle cause e ancora un altro buon numero di
altri “sedicenti” esperti che invece affermano che le teorie dei
primi sono senza fondamento. Parliamo di “sedicenti” non in senso
dispregiativo ma constatando che è difficile, se non impossibile,
giudicare se effettivamente siano o meno realmente degli
esperti. La questione viene quindi portata al giudizio del grosso
pubblico: si mostra, ad esempio, la impossibilità che un aereo di
grandi dimensione possa disintegrarsi completamente nell’impatto con
il Pentagono e che invece quegli effetti possono derivare da un
missile di un certo tipo. Ma il comune cittadino non ha alcuna
idea di quali possano essere gli effetti di un impatto di un aereo o
di un missile. Nessuno penserebbe di chiedere al comune
cittadino di giudicare se le ali di cui era dotato quell’aereo
fossero o meno in grado di farlo volare: è una questione di
specialisti. Giudicare se in un impatto del genere sia o meno
possibile la disintegrazione è questione infinitamente molto più
complessa e controversa: solo degli esperti particolarmente
specializzati possono avanzare ipotesi, ma solo ipotesi, preciserei,
non certezze incontrovertibili. Ma chiunque ha una laurea in
ingegneria, un diploma tecnico, ha fatto l’operaio meccanico e
semplicemente ha letto qualche articolo scientifico crede di poter
intervenire con competenza. Si fa ricorso al buon senso: ma
nell’ambito scientifico nulla è più ingannevole del buon senso:
l’ipotesi eliocentrica era quanto mai lontana dall’evidenza del buon
senso e la teoria della relatività appare ancora più assurda al buon
senso: chiaramente ciò che appare al comune buon senso non ha
nessuna rilevanza scientifica. Il punto essenziale del discorso,
a nostro parere, risiede proprio in questo: il pubblico è chiamato a
giudicare di fatti di cui non ha la minima competenza e crede quindi
di accettare una teoria scientifica mentre in realtà è mosso solo
dai suoi pregiudizi politici: chi è affetto da antiamericanesimo
crederà alla teoria del complotto, chi invece ha fiducia
nell’America la rigetterà con sdegno; nell’uno e nell’altro caso
crederà di valutare fatti scientifici mentre in effetti, nell’uno
nell’altro caso, è mosso solo dalle proprie convinzioni politiche.
IL BUON SENSO Poiché è impossibile per noi ma in
fondo, noi riteniamo, anche per gli specialisti, risolvere il
problema sul piano scientifico possiamo allora a indagare i fatti
rifacendosi al buon senso. Tralasciamo gli aspetti tecnici e
scientifici: guardiamo al contesto degli avvenimenti. Partiamo
dalle certezze: quattro aerei sono stati dirottati, sono scomparsi
con il loro carico umano di centinaia di persone, due fra gli
edifici più grandi del mondo sono crollati dopo l’impatto con due
aerei, un altro aereo è scomparso senza quasi lasciar traccia; il
Pentagono è stato colpito da un qualcosa che volava che pero si è
disintegrato. La versione ufficiale sostiene che un gruppo di 18
dirottatori fanatici islamici abbia dirottato i quattro aerei
lanciandone due contro le Torri Gemelle, uno contro il Pentagono e
uno sarebbe caduto per la rivolta di passeggeri. Quali sono le
versioni alternative: vediamone le principali alla luce del buon
senso: 1) Il crollo delle due torri non è dovuto (solo)
all’impatto degli aerei ma ad esplosivo nascosto precedentemente:
non si capisce per quale strano motivo si sarebbero fatto due
attentati insieme. Anche senza la caduta delle Torri l’effetto
mediatico sarebbe stato comunque enorme. Gli aerei avrebbero potuto
anche non colpire le torri e allora come giustificare la presenza di
tonnellate di esplosivo, perchè poi rischiare di essere scoperti
nella difficile operazioni di minare l’intero edificio. In qualunque
modo si vuole vedere la cosa, il buon senso comune ci suggerisce che
sarebbe stata una follia, una assurdità. 2) Gli aerei che
colpirono le torri non erano quelli dirottati ma jet militari senza
piloti. Ma questo avrebbe dovuto significare che i due aerei
dirottati avrebbero dovuti essere nascosti da qualche parte e quindi
distrutti senza che se ne rimesse traccia, che tutti gli occupanti
fossero stati uccisi e fatti sparire i loro corpi, che gli aerei
dirottati immediatamente fossero stati sostituti altri aerei di
uguale potenza e grandezza senza che i radar si accorgessero della
sostituzione: tutte operazioni di tale difficoltà e complessità che
difficilmente sarebbero rimaste nascoste. Il buon senso pure in
questo caso ci fa ritenere del tutto assurda una tale ipotesi. 3)
Il terzo aereo non è caduto nel luogo che viene indicato dalle
autorità: certamente l’aereo con tutto il suo carico umano è
sparito: perchè mai lo si sarebbe fatto sparire? Si può invece
pensare che non sia caduto per la rivolta dei passeggeri ma
abbattuto da un aereo militare: l’ipotesi non è contro il buon
senso: le autorità avrebbero preferito mostrare degli americani
eroici anziché un proprio aereo che colpisce un aero civile pieno di
passeggeri. Ma in questo caso la sostanza degli avvenimenti non
cambierebbe: ci sarebbe stato un attentato islamico e non un
complotto interno. 4) Il Pentagono sarebbe stato colpito da un
missile e non dall’aereo dirottato. Il buon senso però si chiede
allora che fine ha fatto l’aereo che comunque è sparito e perchè mai
lo si sarebbe sostituito con un missile con la speranza, d’altronde
molto vaga, che quel missile sarebbe potuto passare per un aereo:
davvero incredibile per il buon senso che un attentato di tale
segretezza sia stato portato in un modo che avrebbe potuto tanto
facilmente essere scoperto. In verità si potrebbe al limite fare
un’altra supposizione: che l’aereo dirottato sia stato abbattuto da
un missile e che un secondo missile, per errore, abbia centrato il
Pentagono: l’ipotesi pare però molto remota ma comunque avallerebbe
la tesi governativa dell’attentato islamico e non quella del
complotto interno. Le ipotesi alternative quindi appaiono quindi
del tutto incomprensibili all’esame del buon senso: al massimo
resterebbero possibili ipotesi che le autorità non avrebbero detto
tutta la verità ma non che si tratti di un complotto. La
ragionevolezza dell’ipotesi del complotto può essere anche esaminata
nel suo complesso. Ammettiamo che un gruppo interno volesse
condurre un attentato per avere il pretesto di un intervento armato
o per qualunque altro motivo. Appare chiaro al buon senso che gli
avvenimenti dell’11 settembre appaiono troppo complessi, di
difficilissima esecuzione e soprattutto avrebbero bisogno della
complicità di migliaia di persone, tutte cose che certamente
renderebbe la loro segretezza veramente difficile da mantenere.
Un complotto avrebbe certamente preferito attentati tanto più
facili da eseguire e da nascondere: per esemplificare: provocare
esplosioni in centri commerciali, treni, uffici pubblici con la
morte di migliaia di persone, si poteva uccidere il Presidente o
altro personaggio importante, si poteva fare esplodere una bomba nel
bel mezzo del Senato, tutte cose incomparabilmente più facili da
occultare, eseguibili con un numero limitatissimo di persone e non
difficili per una organizzazione cosi potente da operare gli
avvenimenti dell11’settembre e farli passare per attentati islamici.
Perché mai imbarcarsi in una impresa cosi difficile e incerta come
quella dell’11 settembre: sarebbe stato contrario al buon senso
comune. D’altra parte perchè far ricadere la colpa su estremisti
islamici: non sarebbe stato più facile e più produttivo indicare
come colpevole il nemico di sempre, Saddam Hussein, visto che poi il
paese da invadere fondamentalmente era l’Iraq? Esaminiamo infine
il quadro generale. Non è mai accaduto che i servizi segreti abbiano
provocato deliberatamente un così gran numero di vittime fra i
cittadini americani stessi: sarebbe un fatto assolutamente unico
senza precedenti nel corso della storia non solo degli USA ma,
credo, di tutta la storia. Invece è agevole vedere che
l’attentato dell’11 settembre non è stato né il primo né l’ultimo
degli attentati islamici contro cittadini americani ed europei in
generale: ce ne sono stati tanti prima con centinaia di vittime, le
stesse Torri erano state oggetto precedentemente di un altro
attentato: altri attentati sono stati effettuati dopo. Si aggiunga
che alla notizia dell’attentato il mondo islamico fondamentalista
esplose in manifestazioni di gioia irrefrenabili appena controllate
dalle autorità: segno evidente che corrispondeva al loro modo di
concepire la lotta all’Occidente. Non sappiamo con certezza se
al Qaeda fosse o meno realmente responsabile direttamente o meno: ma
il fatto che essa, come tutte le altre organizzazioni
fondamentaliste, plaudesse sta ancora a indicare che rientrava
pienamente nella loro strategia.
CONCLUSIONE In
conclusione, noi non possiamo dal punto di vista scientifico forse
escludere l’ipotesi del complotto perché in realtà ne sappiamo
troppo poco: tuttavia, anche ad un esame superficiale come il
nostro, l’idea del complotto incontra tante e tanto grandi
incongruenze che il senso comune la può tranquillamente
scartare. Questo ovviamente non significa necessariamente che
l’Amministrazione USA non possa aver colto l’occasione
dell’attentato per propri fini egemonici, o che non abbia commesso
altri errori nella condotta della sua politica. Ma questo è altro
problema: quello che noi abbiamo cercato di esaminare è che i fatti
dell’11 settembre possano essere letti o meno come un complotto
interno.
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Note ----------------------------------------------------------- La foto è tratta dal sito
http://www.liceoberchet.it
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