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L’oppio e la Cina

mercoledì, dicembre 30, 2009
di Giovanni De Sio Cesari

fumeria_d_oppio

L’oppio è conosciuto e usato in Cina fin dalla antichità. Tuttavia solo nel ‘700 ‘i suo uso cominciò a  diffondersi  in ampie fasce della popolazione costituendo quindi un pericolo per l’ordine pubblico. Per questo le autorità ne vietarono l’importazione dall’India  gestita dalla Compagnia delle indie orientali  Poichè il traffico continuava allora il governatore cinese di Canton, Lin Zexu, ne fece distruggere un certo quantitativo conservato nei magazzini: questo fatto fu la causa  immediata della guerra  dell’Oppio,(1840- .42)  una delle più inique mai avvenuta nell’umanità nella quale le truppe cinesi furono facilmente  travolte dall’esercito inglese formato dai Sepois indiani e  costretti quindi ad accettare che nel paese si spacciasse oppio. L’uso dell’oppio si diffuse allora drammaticamente in tutte le classi sociali e fu causa non secondaria della decadenza di quella grande civiltà. Con  la caduta dell’impero l’oppio fu proibito ma in realtà la sua diffusione continuo e nel 1949 si parla di ben 40 milioni di cinesi dipendenti dall’oppio quando invece in Occidente il problema era ristretto a piccolissime cerchie di “intellettuali”

Il partito comunista, appena al potere, iniziò subito una violenta ed efficace lotta all’oppio e la piaga secolare spari nel volgere di qualche anno in una società ormai strettamente controllata: fu questo certamente un grande merito storico del maoismo. Con il superamento del maoismo e le riforme di Deng Xiaoping,  il fenomeno  delle tossicodipendenze si è riaffacciato in Cina perche era venuto meno il controllo capillare precedente: tuttavia resta pur sempre un fenomeno molto marginale o comunque non appare apertamente. Le pene restano pero severissime in un paese che conosce comunque sempre pene severissime, del tutto alieno dall’idea di “rieducazione del reo” proprio di sistemi penali occidentali. In particolare gli spacciatori sono condannati invariabilmente a morte. E non si è fatta nessuna eccezione  nemmeno per  Akmal Shaikh, cittadino inglese di origine pakistana : e  non poteva essere diversamente

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Una fumeria d’oppio cinese

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