Al Qaeda rivendica il rapimento di Italiani in Mauritania
L’emittente araba al Arabya ha ricevuto e pubblicato una rivendicazione per il rapimento dell’italiano Sergio Cicala, 65 anni, e di sua moglie, Philomene Kabouree, di 39 anni scomparsi nel sud-est del paese il 18 dicembre.
La rivendicazione è del “Gruppo Salafita per la predicazione e il combattimento” che ha con al Qaeda stretti legami ideologici ma non operativi: d’altra parte al Qaeda, come struttura operativa, non esiste più da molti anni ma è attiva solo come una matrice ideologica
La stessa organizzazione, già attiva in tutto il Magreb, ha esteso il suo territorio anche alla Mauritania: aveva rivendicato la responsabilità per una serie di attentati in Algeria e in altri paesi della regione e in particolare il rapimento di tre operatori umanitari spagnoli nel nord della Mauritania, a fine novembre.
Nel dicembre 2007, il gruppo aveva chiesto anche la cancellazione della Dakar, dopo aver ucciso quattro turisti francesi.
In un messaggio audio registrato il 27 dicembre, Salah Abu
Mohamed, portavoce del gruppo, ha detto che il rapimento è legato
ai crimini del governo italiano in Afghanistan e in Iraq
La coppia fu rapita in Mauritania vicino al confine con il Burkina Faso quando fu attaccato il minibus che li trasportava
Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri, ha detto
questo non pregiudica gli sforzi per ottenere il rilascio della coppia
e che avrebbe usato tutti i canali politici e diplomatici.
I sequestri in quella zona erano di solito legati al denaro del
riscatto, piuttosto che all’ideologia e, anche se non
ufficialmente confermata, si sa che sono stati spesso pagati riscatti.
Da parte sua, il governo della Mauritania ha cercato di rassicurare gli
stranieri dicendo che sta prendendo tutte le misure necessarie per
garantire la loro sicurezza ma non è certo agevole controllare
territori immensi e desolati come quelli della Mauritania
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La foto ricevuta e pubblicata da Al Arabya