Ancora morti e profughi nel Congo
Da gennaio, in combattimenti tra ribelli hutu ruandesi e le forze governative sostenute dalle Nazioni Unite, nel Kivu, nel Congo orientale più di 1.000 civili sono stati uccisi, circa 900.000 civili sono stati costretti a fuggire mentre 7.000 donne sono state violentate.
Lo sostengono in un rapporto 84 gruppi per i diritti annunciato in una relazione che ha criticato fortemente le forze di pace delle Nazioni Unite per il sostegno dato alla sanguinosa offensiva del governo contro i ribelli.
Le forze delle Nazioni Unite qui sono tra l’incudine e il martello: Il loro mandato è quello di sostenere le forze congolesi, ma queste sono costituite da gruppi di ex ribelli e sono mal addestrati, male equipaggiati e soprattutto non rispettano per niente i diritti umani.
Le forze di pace delle Nazioni Unite, che hanno il mandato di proteggere i civili,avrebbero bisogno di lavorare con le forze governative per assicurarsi che i civili ottengano la protezione di cui hanno bisogno, e non diano appoggio ai ribelli
Tuttavia Kevin Kennedy, un portavoce della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Congo, (MONUC), ha dichiarato che la missione continuerà a sostenere le forze governative contro i ribelli hutu, perche questa operazione è necessaria per pacificare la regione: finché gli uomini delle milizie hutu sono nascosti nelle foreste del Kivu non ci sarà pace.”
Al momento è l’ONU a mantenere una parvenza di legge e l’ordine nella zona
Le agenzie non dicono pero che l’ONU non deve dare il suo appoggio alle forze governative ma esprimono preoccupazione per le conseguenze umanitarie delle azioni militari
Il Congo (ex Zaire) dopo la lunghissima e disastrosa dittatura di Mobutu precipitò in guerre civili alle quali parteciparono anche gli stati confinanti che causarono la morte, si dice,4 di milioni di persone ( ma le cifre sono contestate)
In seguito anche per l’intervanto di forze dell’ONU, nella maggior parte del territorio la situazione si è stabilizzata: nel Kivu invece i disordini e li combattimenti continuano ma le vittime sono molto meno numerose rispetto al recente passato