L’apertura di Ahmadinejad
Difficile valutare al momento il significato della “apertura” che il presidente iraniano ha detto di voler fare verso l’Occidente.
Egli infatti da una parte ha dichiarato che l’Iran presenta una sua proposta all’Occidente per un nuovo round di colloqui per il raggiungimento di un mondo “pieno di progresso e di giustizia”, ha invitato i politici delle cosiddetta sei potenze – Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Russia, Francia e Germania – a esaminare il complesso di proposte dell’Iran per affrontare le sfide “principali che si pongono all’umanità”.
Ma sulla questione che veramente interessa l’Occidente ha mostrato un netta chiusura: ha detto che le discussioni sul programma nucleare del suo paese sono “finite”e Teheran non tornerà mai indietro né negozierà ulteriormente.
“Dal nostro punto di vista la questione nucleare è finita, non potremo mai negoziare sui diritti evidenti della nazione iraniana”.
L’ Iran ha inoltre aumentato il numero di centrifughe installate da 1.000 a 8.300, incrementando la capacità di arricchimento potenziale, ed ha bloccato un’inchiesta dell’ AIEA sull’ eventuale uso militare.
Anche El Baradei, il negoziatore delle ONU, ha confermato lo stallo nei negoziati.
Tuttavia Ahmadinejad ha pure riconfermato che ‘Iran, ha sempre sostenuto che la sua tecnologia nucleare mira solo a produrre elettricità. che le armi nucleari non hanno un posto nella sua dottrina di difesa e ha chiesto agli Stati Uniti e altri paesi con tali armi di smantellare le loro”.
Difficile quindi dire se effettivamente il netto rifiuto di negoziare sul nucleare è solo una questione di principio, di orgoglio nazionale al quale l’Iran non può rinunciare ma che in realtà è pronto a negoziare nei fatti.
In ogni caso la situazione è difficile per l’Occidente: le sanzioni economiche hanno modeste possibilità di riuscire anche perche non sono condivise da Cina e Russia quindi sarebbero praticamente inefficaci.
Per quanto possa sembrare strano l’Iran importa il 40 % del suo fabbisogno energetico dall’occidente; ma Chavez ha annunciato che è pronto a venir anche lui in aiuto dell’Iran.
Resterebbero allora all’Occidente solo la pericolosa opzione militare dalle imprevedibili conseguenze.
Va inoltre tenuto presente che l’Iran è interessata alla lotta contro il terrorismo jihadista (di al Qaeda) perché anche essa ne è minacciata: recentemente vi sono stati anche attentati sul suo stesso territorio e in Iraq al Qaeda è il sanguinoso nemico dei suoi correligionari sciiti.
In questa prospettiva, su impulso della diplomazia cinese che ha sempre intrattenuti stretti con I’ Iran, Ahmadinejad aveva incontrato in gennaio i presidenti dell’Afganistan e del Pakistan che sono ambedue i principali avversari e vittime de terrorismo.
Le vicende delle contestazioni delle elezioni aveva messo in difficoltà questo processo che forse ora potrà riprendere. Non a caso la stampa cinese aveva del tutto ignorato le contestazioni elettorali.
Una situazione quindi molto complicata. Quindi . dagli sviluppi imprevedibili.
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Foto da Iran Daily. quotidiano di Teheran: Chavez incontra Ahmadinejad e Khamenei