Detenuto di Guantanamo chiede risarcimento
Mohammed Jawad, un afghano detenuto per sei a anni a Guantanamo e poi rilasciato, intende citare in giudizio il governo degli Stati Uniti, assistito dal suo avvocato, il militare statunitense maggiore Eric Montalvo.
Jawad aveva confessato di aver lanciato una granata che aveva ferito due soldati Usa ma ha poi ritrattato sostenendo di essere stato costretto con la tortura.
Jawad, dice che aveva 12 anni al momento del suo arresto nel dicembre del 2002 a Cabul ma al Pentagono dichiarano che dalla sua scintilligrafia ossea risulta che aveva invece 17 anni.
L’avvocato Montalvo ha dichiarato che era stato profondamente turbato per la resistenza del governo degli Stati Uniti a riconoscere l’errore, e che il suo cliente è stato sottoposto a vari tipi di tortura, tra cui la privazione del sonno e le percosse e avrebbe difficoltà ad adattarsi a una vita normale ma che ci sono speranze di un cambiamento e che ci sono dei precedenti in cui l’amministrazione USA ha riconosciuto degli errori.
Mantalvo lascerà la carriera militare questo mese ma continuerà a lavorare al caso per ottener il risarcimento dovuto.
Jawad, che ha descritto gli abusi diffusi a Guantanamo, ha detto che dopo il suo rilascio è tornato alla sua famiglia, grazie all’aiuto di Allah.
Hamid Karzai, il presidente afghano, ha dato il benvenuto a Jawad in un incontro privato nel suo palazzo.
Un giudice militare a Guantanamo lo scorso ottobre ha rilevato che Jawad aveva inizialmente negato di aver gettato la granata, ma cambiò la sua versione dopo che le autorità afghane avevano minacciato di uccidere lui e la sua famiglia.
Un giudice distrettuale statunitense Ellen Huvelle aveva ordinato il suo rilascio nove mesi più tardi.
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Foto da al Jazeera