San Suu Kyi agli arresti domiciliari
Il tribunale di Yangon ha condannato Aung San Suu Kyi, a tre anni di lavori forzati. commutati pero subito, su direttiva di Than Shwe, leader della dittatura militare al potere in Myanmar, in 18 mesi di arresti domiciliari.
Aung San Suu Kyi,ha annunciata che presenterà appello ma con nessuna speranza: torna quindi agli arresti domiciliari a cui si trova orami da quasi 20 anni, soprattutto, pare, che non potrà presentarsi alle elezioni che si dovrebbero tener nel 2010
Le Nazioni Unite hanno lanciato in appello per la liberazione di Aung San Suu Kyi, ma Cina e Russia, in passato, si sono opposte alle sanzioni contro la giunta militare, sottolineando che si tratta di “questioni interne” al Myanmar.
In particolare la Cina, che ha investito grandi capitali e importa legnami, gas naturale e pietre preziose ha lanciato un appello perche sia rispettato il verdetto dell’ autorità giudiziaria del Myanmar
Anche l’India, che ha anche un numero crescente di imprese in Birmania,si è limitata ad auspicare che il problema della liberazione dei prigionieri politici possa essere affrontato in un quadro di pacificazione generale
Nata nel 1945, Aung San Suu Kyi è la figlia del general Aung San. eroe dell’indipendenza birmana, assassinato da rivali politici quando ella aveva appena due anni, sei mesi prima che alla Birmania, fosse concessa l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
San Suu Ky visse e studiò all’estero dove sposò l’accademico inglese Michael Aris,
Nel 1988 rientrata in Myanmar non ritenne giusto restare in silenzio di fronte alla dittatura e all’oppressione
Fu nominata segretario generale della Lega nazionale per la democrazia (NLD) e viaggiò per tutto il paese chiedendo riforme democratiche per vie pacifiche.
Dopo una sanguinosa repressione che causò migliaia di vittime il governo militare si sentì abbastanza forte per indire elezioni generali, le prima in 30 anni di indipendenza .
Benchè a San Suu Kyi fosse impedito di parteciparvi attivamente, il suo partito, l’NLD le vinse in modo quasi plebiscitario, assicurandosi 392 su 485 seggi
Ma la giunta militare annullò le elezioni e mise in prigione San Suu Kyi che, da allora, praticamente è vissuta in prigione o agli arresti domiciliari
Nel 1991 ad Aung San Suu Kyi è stato assegnato il Premio Nobel per la
Pace per “la sua lotta non violenta per la democrazia e i diritti umani”, è
diventata un’icona nel Myanmar e nel mondo intero .
In uno dei
suoi più famosi discorsi ha affermato
“Non è il potere che corrompe, ma la paura di perdere il potere corrompe coloro che lo esercitano e la oppressione del potere corrompe coloro che sono soggetti ad essa.”
Nonostante tutto pero rimane determinata a raggiungere i suoi
obiettivi di portare la democrazia in Myanmar attraverso la resistenza pacifica
Il paese intero confida in lei perche, come disse Francis Sejersted, presidente della commissione del premio Nobel “Sapere che c’è lei ci dà fiducia e fede nella potenza del bene.”
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Da al Jazeera: manifesto pro San Suu Kyi