Al Fatah, addio !
Con questo titolo il quotidiano più autorevole del mondo arabo,l’egiziano Al Aharam (le piramidi ) riporta un commento al congresso di Fatah che si tiene a Betlemme, il primo dopo quello di Tunisi di venti anni fa
Fatah ( o come più comunemente ma non correttamente si dice in Occidente “al Fatah” ) non va confuso con la OLP ( Organizzazione per la Liberazione della Palestina): questa infatti comprende un gran numero di organizzazioni di cui Fatah era la più importante. Poichè Arafat presiedeva entrambe, in pratica nel comune sentire, Fatah e OLP venivano a coincidere: ma a un certo punto la crescita di HAMAS ha diviso in due parti numericamente quasi uguali i Palestinesi.
Fatah, fin dall’origine guidata da Arafat, lanciò la sua prima operazione militare nel 65, prima ancora della “guerra dei sei giorni “
Dopo 30 anni Arafat riconobbe, con gli accordi di Oslo nel 1994, il diritto all’esistenza di Israele e la fine quindi della lotta armata
Nacque cosi la Autorità Palestinese (AP) nel 1994, guidata sempre da Arafat, con il mandato di rappresentare i Palestinesi nei negoziati di pace, di controllare i settori occupati della Cisgiordania e di Gaza, e disarmare i terroristi. Ma i negoziati fallirono nella sostanza, riesplosa la guerra, Arafat fu messo sotto un virtuale arresto domiciliare e mori nel 2004. Il suo successore, Abu Mazen ha assunto la presidenza della PA e la leadership di Al Fatah.
ll congresso è stato molto acceso e pare che i delegati siano arrivati letteralmente alle mani. Hamas, inoltre, che controlla la Striscia di Gaza,ha impedito a circa 350 delegati di Fatah di andare a Betlemme,richiedendo il rilascio di 800 membri di Hamas che sarebbero detenuti in Cisgiordania, in carcere
Ma la domanda fondamentale che ora Fatah si pone è una sola: a che si mira? Quale il programma?
Bilal Al-Hassan, un noto analista, scrive in un commento pubblicato su al Jazeera. che, al contrario della storica Fatah, quella l’odierna è radicalmente nuova, ha obiettivi diversi, uno dei quali è proprio quello della fine della resistenza palestinese alla occupazione israeliana, vuole creare un quadro che converte il movimento in un partito, che riguarda la gestione e l’economia e non più la lotta per la liberazione Per questa nuova fase ci vuole un nuovo apparato di sicurezza, non più formato da combattenti per la liberazione nazionale
Analogamente si vuole rimuovere i pubblici dipendenti affiliati a istituzioni della resistenza palestinese e sostituirli con dipendenti apolitici facilitando il ricambio anche con una legge per il prepensionamento
Siamo molto lontani dal Fatah di 40 anni fa: comunque si giudichi il fatto bisogna tenerne conto
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Nella foto da Al Ahram: nella didascalia: Abu Mazen all’ombra di Arafat: ma come abbiamo visto, siamo in tutto altro contesto