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11.07.2009 Iran: il
principio della fine di
Giovanni De Sio Cesari
Come era prevedibile, sin dal principio, le forze
che contestavano i risultati elettorali in Iran non avevano alcuna
possibilità di far ripetere il voto. Vi era riuscita in Ucraina la
Rivoluzione Arancione a cui pure gli iraniani si ispirano: non
violenza, manifestazioni di massa, colori e simboli. Ma la
situazione è profondamente diversa: l’Ucraina è un paese in crisi di
identità e di ideali politici mentre l’Iran è retta da un potere che
ritiene di essere depositario della volontà di Dio, niente di meno.
Ammettere che le elezioni fossero state falsate avrebbe significato
la fine dell’assetto islamico dell’Iran. D’altra parte i leader
delle dimostrazioni Mousavi, Rasfanjani, Khatami sono essi stessi
leader di quella concezione islamica molto più importanti che lo
stesso Ahmadinejad, un outsider sconosciuto e dello stesso Khamenei
la cui designazione a Guida Suprema, voluta da Khomeini, fu sempre
poco gradita al clero che avrebbe preferito Montazeri. molto più
titolato o, meglio ancora, una direzione collettiva. Mousavi
avrebbe continuato la condotta più pragmatica che l’Iran aveva
mantenuto dalla morte di Khomeini ( 1989) e la elezione di
Ahmadinejad.
Temeva la vecchia ed esperta classe dirigente
che il fanatismo ideologico avrebbe condotto la repubblica islamica
all’isolamento, alla guerra, alla rovina mentre è ancora possibile
intendersi con l’Occidente e salvare il salvabile. Ma la
situazione probabilmente è sfuggita di mano, per sempre: noi
riteniamo che quelle dimostrazioni siano l’inizio della fine della
repubblica islamica che essa avvenga fra pochi giorni o fra pochi
anni: la storia ha tempi lunghi.
In realtà la rivoluzione
islamica di Khomeini è sostanzialmente fallita per tanti motivi.
La teocrazia si è mantenuto per 30 anni nel paese ma non si
è diffusa nel mondo islamico (e tanto meno altrove). L’ideale di
governi teocratici è perseguito ormai solo da correnti estremiste e
fanatiche come quelle che si ispirano ad al Qaeda e che l'Iran
stesso respinge e combatte.
Anche nel vicino Iraq, a
maggioranza sciita, la teocrazia non ha avuto successo. Otto anni di
terribile ed inutile guerra non convinsero gli sciiti a ribellarsi a
Saddam e attualmente essi, con l'Ayatollah Sistani accettano un
governo laico contro i fanatici , forti in area sunnita, anche i più
radicali si sono rassegnati.
In un mondo fortemente
globalizzato nella comunicazioni e' difficile isolarsi dal resto del
mondo: le idee circolano comunque. Il sistema comunista ad esempio è
crollato non per rivoluzioni o difficoltà interne vere e proprie ma
perché quei popoli, dopo decenni di isolamento, cominciarono a
confrontarsi con i popoli dell'Occidente europeo e allora i miti del
comunismo andarono definitivamente in pezzi.
Non è un caso
che i seguaci del cambiamento in Iran siano gli studenti. le città,
i ceti borghesi: sono essi quelli che hanno accesso ad internet, che
possono vedere il resto del mondo mentre i seguaci di Ahmadinejad
sono soprattutto nella parte più povera, nelle campagne.
L'Iran da 30 anni mobilita le coscienze religiose, il forte
sentimento nazionale contro una asserita congiura internazionale di
tutto il mondo contro la Rivoluzione islamica, con l’America “grande
satana” che mobilita i “piccoli satana” del mondo islamico contro
l'islam, in particolare sciita . Ma l’iraniano che con internet
segue un poco la stampa di tutto il mondo, non solo quella
occidentale ma anche quella indiana, cinese, russa, e anche quella
araba come al Jazeera non ritrova affatto nel mondo una volontà
nemica.
Per i basiji tutto il mondo congiura contro la
rivoluzione Khomeinista, perché tutto il mondo ne ha paura perchè
essa è il bene contro il male, la luce contro le tenebre, la verità
contro la menzogna.
Ma nel modo la conoscenza dell’Iran
sciita è molto modesta. Spesso gli stessi giornalisti mostrano
scarsa informazione e soprattutto scarsa comprensione. Il mondo non
è in lotta con l’Iran, in massima parte, la ignora proprio.
Per il mondo non è la pietra di paragone ma solo un
incomprensibile fanatismo che se si facesse più pericoloso dovrebbe
essere neutralizzato.
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Per una maggior
comprensione vedi
“Da Khomeini9 ad Ahmadinejad”
(
http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/iran001.htm
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