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22.06.2009 G8: a Trieste
mancherà l’Iran di Giovanni De Sio Cesari
Alla riunione del G8 di Trieste mancherà la
delegazione iraniana: il ministro Frattini ha dichiarato infatti
che, senza una accettazione esplicita, fino ad ora non arrivata,
bisognerà ritenere che l’Iran ha declinato l’invito a
partecipare.
Al vertice parteciperanno delegazioni di 32
paesi e 15 organizzazioni internazionali oltre al segretario delle
Nazioni Unite Ban Ki-Moon.
Si tratteranno temi importanti
quali pirateria, traffici illegali, infrastrutture economiche,
rifugiati, risorse umane e migrazione, agricoltura e sicurezza
alimentare.
Ma l’argomento a cui era interessata
particolarmente l’Iran era la stabilizzazione di Afghanistan e
Pakistan.
Ahmadinejad è stato presente, qualche giorno fa,
alla riunione del Gruppo di Shangai che raccoglie i paesi ex
sovietici e la Cina in funzione anti terrorismo e, fatto ancora più
significativo, in maggio organizzò un incontro con Karzai presidente
dell’Afganistan e Zardari, presidente del Pakistan.
La crisi
iraniana però ha aperto nuovi e inediti scenari rompendo una
alleanza di fatto contro il terrorismo di ispirazione al Qaeda che
minaccia ugualmente i governi laici filo occidentali e gli sciiti in
un crescendo di sanguinosi attentati.
La crisi iraniana è
una frattura che si è formata all’interno della concezione
teocratica del Khomeinismo stesso: Mousavi, Rafsanjani e Khatami non
sono meno “islamici“ di Ahmadinejad e Khamenei. Tuttavia per vincere
questi ultimi debbono dipingere i primi come agenti o comunque
vicini agli “stranieri” in modo da ricompattare la nazione in nome
della nazionalismo e dello sciismo che sono sentimenti molto sentiti
dagli iraniani.
Per questo le autorità hanno cominciato a
parlare di complotti stranieri, occidentale: ovviamente si tratta di
una falsità assolutamente evidente ma che comunque può funzionare.
In questo modo però la collaborazione con l’Occidente che sembrava
promettente diventa impossibile.
Nessuno è in grado di
prevedere gli sviluppi di una tale situazione: comunque è apparso
chiaro, fin dall’inizio, che non è possibile ripetere le elezioni
senza distruggere la repubblica islamica e con essa il sogno
Khomeinista.
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Foto dal
sito http://strcor6.edublogs.org
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