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15.06.2009 Iran: la
protesta va spegnendosi
di
Giovanni De Sio Cesari
Le manifestazioni in Iran contro gli asseriti brogli
elettorali si vanno spegnendo. Il leader sconfitto, Mir Hossein
Mousavi, ha invitato i suoi sostenitori alla calma e ha rinunciato a
una grande manifestazione di protesta indetta a Teheran ma vietata
dal governo.
Per comprendere perché le manifestazioni non
possono avere successo occorre prendere atto di certe situazioni
spesso ignorate dai media occidentali.
Il potere supremo in
Iran in realtà è detenuto, non dal presidente eletto, ma da organi
religiosi non elettivi. La massima autorità è la Guida Suprema,
attualmente l’Ayatollah Ali Khamenei che è succeduto all’Ayatollah
Khomeini, alla sua morte avvenuta nel 1989. Egli è affiancato da un
Consiglio dei Guardiani composta da 12 religiosi nominati in parte
da lui stesso.
Questi organi previsti, dalla costituzione,
vigilano e controllano tutta la vita, politica e non, dell’Iran
decidendo cosa sia “islamico” e quindi ammesso e ciò che non lo è e
quindi rigorosamente vietato: dato la genericità della formulazione
e soprattutto la pervasività dell’islam in pratica nulla sfugge a un
tale controllo.
La possibilità stessa di candidarsi è
subordinata al giudizio di conformità del candidato alla ortodossia
islamica: chiunque, per qualunque motivo, non è ritenuto “abbastanza
islamico” dalle gerarchie religiose viene immediatamente escluso.
Pertanto la democrazia iraniana è abbastanza limitata: i
candidati sono tutti interni al potere religioso, onnipresente e
onnipotente: Infatti lo stesso Mousavi non è poi molto diverso da
Ahmadinejad, entrambi fedelissimi alla rivoluzione e alla guida di
Khomeini: non vi è posto per altre ideologie nelle elezioni iraniane
se non quelle komeiniste.
Mousavi non è affatto meno
islamico ma semplicemente è apparso più pragmatico e meno
ideologico: per questo appare più gradito all’estero (non solo
all’Occidente) e a quelle parti della società iraniana che
vorrebbero dei cambiamenti e soprattutto si è sperato che la sua
pragmaticità potesse migliorare la condizioni economiche che,
malgrado i cospicui cespiti del petrolio, è abbastanza difficile.
Tuttavia Mousavi nelle elezioni ha raggiunto risultati
modestissimi, inferiori a ogni previsione della vigilia. Per questo
è corsa subito voce di brogli elettorali: noi non sappiamo se tali
accuse abbiano o meno un fondamento.
Tuttavia in Iran il
potere supremo spetta al Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione e
alla Guida Suprema Khamenei: se questi sentenziano che le elezioni
sono state regolari allora sarebbe “anti islamico” sostenere il
contrario: nessuno in Iran può accettare di essere etichettato come
“anti-islamico”, meno di tutti lo stesso Mousavi.
Per
questo, a meno che non ci sia una sommovimento veramente radicale,
le manifestazioni e le contestazioni sono destinate a spegnersi.
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Foto
dal quotidiano iraniano “Hamshahr: Ayatollah Ali
Khamenei
Vedi anche: www.giovannidesio.it
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