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29.05.2009
Iran: esplosione in una moschea
di Giovanni De Sio Cesari

Teheran, 29 maggio 2009: Una esplosione in una moschea ha ucciso 15 fedeli e feriti altri 50.

Il fatto è avvenuto a Zahedan, capitale della provincia del Sistan e Baluchestan (vedi cartina) che si trova al confine con il Pakistan: la zona è stata teatro frequentemente di scontri tra la polizia iraniana e gruppi armati sunniti e di trafficanti di oppio.

L’anno scorso furono rapiti 16 soldati iraniani che furono poi uccisi in dicembre: la scena fu filmata e fatta recapitare ai familiari e poi si sono avuti una serie di attentati di cui quello attuale è l’ultimo e il più grave.

Nella zona opera un gruppo chiamato Jundallah (soldati di Dio) che proclama di combattere per i diritti dei sunniti in Iran. In effetti l’episodio può essere inquadrato come uno sconfinamento del caos e della guerra civile in cui è caduto il vicino Pakistan.

L’episodio dovrebbe spingere le autorità iraniane a collaborare con i governi filo occidentali e laici dell’Afganistan e del Pakistan: i tre presidenti si sono già incontrati in un clima di grande cordialità.

La politica a volte presenta anche strane alleanze: gli iraniani hanno interesse comune con i filo occidentali (i protetti del grande satana, come direbbe Khomeini) ad arginare l’estremismo sunnita che si considera nemico dei sunnita non meno che degli Occidentali: è già avvenuto nel caso dell’invasione americana in Afganistan.




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