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26.05.2009
Pakistan: battaglie nello Swat
di Giovanni De Sio Cesari

I talebani hanno annunciato che lasceranno la città di Mingora, la più importante della regione dello Swat, investita dalle forze governative da molti giorni ma non per questo abbandoneranno la Jihad contro “gli ipocriti e miscredenti” termini con i quali indicano i “laici” del governo.

In febbraio, dopo che una offensiva dell’esercito non aveva conseguito risultati apprezzabili, il governo aveva stretto un accordo con i talebani: in cambio della cessazione delle ostilità aveva permesso che nella valle della Swat fosse proclamata la sariah che era la principale richiesta dei ribelli.

Si era pensato che, realisticamente, si potesse giungere alla pace in Pakistan, cedendo ad alcune richieste degli integralisti.

Ma l’accordo è durato solo pochi giorni: i talebani, reputando di aver avuto un successo, sono avanzati in tutta la regione fino a che l’esercito ha iniziato una massiccia controffensiva: più di un milione di civili sono stati coinvolti nei combattimenti ed hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni creando una emergenza umanitaria di grandi proporzioni.

L’esercito pare che ha raggiunto i propri obbiettivi ricacciando indietro i talebani.

In realta l’accordo con gli integralisti islamici è sempre molto difficile: essi infatti interpretano sempre ogni concessione come una propria vittoria e quindi invece di trovare la via della pace, cercano altri scontri, sicuri che il momento della vittoria sia giunta: hanno una fede incrollabile che Allah sia dalla loro parte e che nulla possa quindi opporsi alla sua volontà: sono quindi sicuri di vincere aspettando solo che Allah dia loro un segno di vittoria: quindi ogni concessione, anche minima, fatta dai loro avversari viene considerata un segno di Dio, una promessa di ulteriore vittoria .

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Foto da al jazeera; profughi da Mingora








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