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18.04.2009 Vittime civili
in Iraq di Giovanni De Sio
Cesari
Londra, 18 aprile 2009 - E’ stato pubblicato uno
studio sulle vittime civili in Iraq, subito ripreso con grande
risalto dalla stampa araba in particolare da al Jazeera.
Lo
studio è stata condotto dai ricercatori del King's College e del
Royal Holloway dell’Università di Londra e pubblicato il 16 aprile
dal New England Journal of Medicine.
Si tratta di un
osservatorio che tiene sotto accurato controllo il numero delle
vittime in Iraq con un aggiornamento giornaliero, il “Iraq body
count”.
Secondo tale registrazione le vittime accertate fino
ad oggi in Iraq sarebbero fra 91.466 e 99.861.
Lo studio
prende in esame le morti di civili avvenute in 5 anni compresi fra
il 20 marzo 2003 (data dell’attacco americano ) al 19 marzo 2008
distinguendo la causa della morte.
Le vittime in totale
ascenderebbero a 91.358. Vengono escluse le vittime dovute
all’invasione americana e quelle dei due assedi di Falluja che
ascenderebbero in totale a 10.027 persone. Vengono anche escluse
altre 20.850 vittime che vengono registrate ma non direttamente
collegabili all’uso delle armi.
Restano quindi 60.481
vittime, uccise in 14.196 episodi di violenza armata. Riportiamo i
dati forniti con qualche breve commento.
• Esecuzioni: 19,706
(33 %) è il numero maggiore: persone rapite (o arrestate) e poi
trovate uccise, per il 96% sono uomini e per un terzo avevano segni
di torture sul proprio corpo, in maggior parte si tratta di persone
sospettate di aver partecipato ad attentati che venivano giustiziate
sommariamente da squadroni della morte, in maggioranza le vittime
erano sunniti e degli squadroni sciiti o filo governativi.
•
armi leggere: 11.877 (20 % ) in maggioranza vittime degli scontri
nelle strade e di attentati indiscriminati.
• Attentati
suicidi: 8.708 (14 %) si contano 725 episodi, si tratta di fatti che
maggiormente attirano l’attenzione ma sono meno sanguinosi dei
rapimenti.
• Autobombe: 5.360 (9%) attentati delle varie
fazioni.
• Bombe sulle strade: 2.854 ( 5%) sarebbero da
aggiungere ai precedenti.
• Fuoco dei mortai: 2.078(3%)
uccisi cioè armi di grosso calibro.
• Attacco aereo con bombe
o missili: 3.509 (6 %) un numero piuttosto contenuto rispetto alle
altre voci.
• Attacco aereo combinato con operazione
terrestri: 687 ( 1%) sarebbe da aggiungere al precedenti.
Per quanto riguarda la presenza femminile essa è minima,
(come abbiamo già notato) nei rapimenti, intorno a 5%, sale fra il
9% e l’11 per le armi leggere e per gli attentati suicidi e con
bombe: si tratta infatti di azioni generalmente mirate.
Sale
invece fra il 40% e 46% per le armi pesanti e gli attacchi aerei che
sono per propria natura molto meno mirati.
Va anche notato
che è difficile nella situazione irachena distinguere civili e
militari in quanto i miliziani non formano eserciti regolari e
quindi non sono distinguibili dai civili. Per le perdite delle
Forze Alleate, in Iraq sono morti dall’inizio
dell’operazione:
4,274 soldati americani,
318 soldati
delle forze alleate,
1264 (stima) Contractor (guardie armate
private)di ogni nazionalità.
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Foto da
al jazeera: un miliziano
iracheno.
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