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18.01.2009 Una cinese a
Gaza di Giovanni De Sio Cesari
Riportiamo la traduzione di un articolo del “Quotidiano
del popolo”, organo di stampa ufficiale della Cina, nel quale
vengono raccontate le vicende e riportate le dichiarazioni di una
donna cinese che, avendo sposato un palestinese, si è trovata ad
abitare in Gaza, l’unica del suo paese in quella zona.
Poichè
le autorità politiche cinesi esercitano uno stretto controllo sulla
stampa, l’articolo è interessante perché, al di là della storia
umana, è indicativo dell’atteggiamento cinese verso la questione
palestinese.
Da una parte la Cina evita, infatti, di
appiattirsi sulle posizioni americane e dichiaratamente
filoisraeliane per esigenze di politica estera specialmente nel
Medio Oriente e nell’Africa del nord islamica ma d’altra parte la
Cina stessa si trova nelle sue province orientali, segnatamente nel
Xinjiang (Sinkiang) alle prese con lo stesso fondamentalismo
islamico che anima Hamas .
La sua posizione è pertanto molto
cauta e sfumata.
LA RAGAZZA CINESE E SUO MARITO
PALESTINESE Dopo scontri generali e sanguinosi fra palestinesi e
israeliani nel settembre del 2000, Gaza divenne rapidamente il
centro di battaglie. Le organizzazioni radicali attaccavano
incessantemente gli insediamenti israeliani di Gaza e di conseguenza
le forze di difesa israeliane operavano raid per eliminare le
milizie palestinesi.
Sin da allora i disastri si sono
abbattuti su Gaza e le condizioni di vita peggioravano ogni giorno
di più.
Non molto dopo che Hamas vinse le elezioni nel 2007,
le forze israeliane cominciarono a bloccare Gaza: Hamas allora
lanciava continuamente missili contro il territorio di Israele
mentre gli Israeliani rispondevano con bombardamenti, blocchi e
repressioni. Poco dopo gli uffici governativi e della stampa cinese
lasciarono Gaza per trasferirsi a Ramallah e Qu Yang divenne la sola
cinese a Gaza: i media cinesi hanno incontrato l’unica cinese di
Gaza perché raccontasse la sua vera storia
Quattordici anni
fa una ragazza cinese sposò un palestinese di Gaza
Un
incontro di affari 15 anni fa, cambiò completamente la vita a Qu
Yang, una ragazza di Pechino. Ella si innamorò, con colpo di
fulmine, di Marter, un giovane venuto da Gaza per affari. L’anno
dopo, Marten si dichiarò e i due iniziarono un felice legame. Dopo
il matrimonio, Qu segui il marito palestinese a Gaza e comincio la
sua nuova vita in un paese straniero
Qu aveva già operato
nel ramo tessile e mise su un esercizio. Benché le mancassero sempre
i vermicelli di riso e gli altri cibi cinesi, i bei panorami e le
spiagge di Gaza toccarono il cuore della giovane donna. La sua vita
fu, all’inizio, tranquilla e i loro tre belli e vivaci figli, due
maschi e una femmina, con i quali Dio li aveva benedetti, resero Qu
e Marten una coppia felice.
Il suono delle armi è duro tutti
i giorni
Qu dice “a quel tempo, per poco, dopo la firma
degli accordi di Oslo, la zona era relativamente
calma.
Essendo una città presso la costa del mediterraneo,
Gaza era veramente bella.
Comunque la guerra scoppiò e le
condizioni cominciarono a peggiorare dopo il 2000.
Continuando per molti anni il fragore degli spari è
diventato troppo duro da sentire tutti i giorni
Il mercato è
diventato sempre più depresso per il conflitto palestinese
israeliano.
Nel 2004 Qu mandò via tutto il personale e lavorò
da sola. Ella si prese il compito di crescere i figli dopo che suo
marito Marten tornò a lavorare a Shangai.
Tornò spesso a
Pechino per visitare i familiari ma era costretta a restare a Gaza
fino a che suo marito non avesse trovato un posto per vivere a
Shangai.
La guerra portò disastri nella loro vita. Oggi Gaza
è completamente differente da come era 14 anni fa, quando ci venne
Qu.
Qu dice che vi sono battaglie ogni giorno e che si sente
tutti i giorni il rumore degli spari e delle bombe che cercano di
eliminare i miliziani.
Dice che lo sente come già accaduto
altre volte ed è esitante a parlare di queste cose.
Chiama
subito a casa a Pechino subito dopo che è tornata la corrente
Quando avvenne il primo bombardamento il 27 dicembre, Qu era
a casa. Dice che era già successo di stare a casa la maggior parte
del tempo. Qu vive in un appartamento costruito lontano dall’area
militare di Hamas i Gaza. La maggior parte degli appartamenti del
palazzo sono dei parenti del marito e i suoi fratelli più giovani
vivono al piano superiore: cosi che, se accade qualcosa, ognuno può
aiutare l’altro.
Qu e i suoi bambini si sentono fortunati
dopo che hanno visto quello che è accaduto alla comunità vicina dove
le abitazioni e le basi militari sono vicine le une alle altre. Le
bombe sganciate dagli aerei Israeliani hanno causato tante perdite
fra i civili.
Quando le chiedono come mai la casa è salva
malgrado i continui attacchi, Qu risponde: noi non vediamo niente:
raramente usciamo fuori e le notizie le abbiamo dalla TV. Comunque
non c’è nessun posto dove andare. I negozi sono tutti chiusi. Sento
che molte persone sono morte. Io non voglio sentire queste cose
perche è troppo sanguinoso.
Eravamo abituati ai bombardamenti
ma questa volta è diverso. Avevamo nel passato solo esperienza di
bombardamenti al confine ma ora gli attacchi sono diretti contro
tutta la striscia di Gaza. Durano a lungo e sono a larga scala
Benchè ci fossero stati piccoli scontri prima, non ce ne
erano mai stati su cosi larga scala.
Quando le si chiede se
si sente spaventata durante i raid aerei Qu risponde: io sono molto
in ansia, ma dove potei andare? E’ veramente una brutta sensazione
sapere che le nostre vite sono in pericolo in ogni momento. In molte
circostanze la sicurezza della nostra vita non può essere
assicurata: un bombardamento può avvenire in ogni momento, in ogni
luogo.
Nel giugno del 2008 Qu Yang è tornata a Pechino con i
figli in occasione dei giochi olimpici e trascorse molte volte il
tempo con il marito che lavorava a Shanghai: fu un periodo felice e
delizioso. In dicembre tornarono però a Gaza.
Qu Yang dice
che la sua casa era lì e doveva tornare per prendersi cura propri
figli.
“Noi ora abbiamo quasi 16 ore di black-out al giorno.
Non abbiamo accesso ad internet e non c’è nemmeno linea per i
cellulari.
Forse le comunicazioni sono interrotte per gli
scontri militari.
E’ difficile contattare il mondo esterno
cosi appena l’elettricità ritorna noi immediatamente ci mettiamo a
internet o chiamiamo la mia famiglia per rassicurarli che siamo
ancora salvi.
I prezzi dei prodotti sono saliti e il cibo
scarseggia.
“Fin dal 2007 quando Hamas prese il potere sia le
scorte che le attività dei residenti sono state strettamente
controllate. Ma sono relativamente gentili con me e posso lasciare
la casa. forse perche sono cinese ma la vita e sempre più difficile.
I prezzi sono arrivati alle stelle. Molte merci arrivano a Gaza
dall’Egitto attraverso i tunnel sotterranei ed Hamas riscuote tasse
su di esse che sono molto alte. Sei mesi fa un pacco di pannolini
costava 30 shekel (la moneta locale) ma ora il costo e 160 shekel: i
costi stanno triplicando.
Qu dice che la vita della maggior
parte della gente diventa sempre più difficile. Solo una piccola
parte di beni di consumo offerte dalle organizzazioni internazionali
entra in Gaza per lo stretto blocco di Israele.
I magazzini
alimentari diventano subito vuoti. Il più delle volte le condizioni
elementari di vita non possono essere garantite.
La gente fa
del proprio meglio per raccogliere alimentari in vista di operazioni
militari su larga scala.
Qu dice che andrà a Shanghai appena
suo marito riuscirà a trovare una abitazione: prenderà i suoi
bambini e si trasferirà: vivere a Gaza è solo una fatto
provvisorio.
La foto è tratta dal “Quotidiano del
popolo”.
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