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24.12.2008 Natale nel sub
continente indiano di Giovanni
De Sio Cesari
Non per tutti i cristiani indiani il
Natale si presenta sereno: nell’Orissa (Bengala indiano) da agosto
sono scoppiati violenti disordini anticristiani da parte di
estremisti induisti con vittime e saccheggi.
Il responsabile
della sicurezza dell’Orissa, Naveen Patnaik, ha incontrato nei
giorni scorsi una rappresentanza dei movimenti indù per cercare di
far cancellare le manifestazioni indette per il giorno di Natale.
Alla fine i leader dei gruppi nazionalisti hanno assicurato le
autorità che nessuna dimostrazione o corteo ufficiale avrà luogo nel
periodo delle festività cristiane. In un primo tempo i nazionalisti
avevano però affermato di essere disposti a rispettare la decisione
solo se le autorità avessero chiuso il caso dell’assassinio di
Laxmanananda Saraswati, leader del Viśhwa Hindū Parishad (movimento
indù)ucciso il 23 agosto.
L'arrivo di nuove forze dovrebbe
tranquillizzare di più la situazione. Sono stati organizzati oltre
150 punti di sorveglianza, intensificati i pattugliamenti per le
strade. Ogni veicolo che arriva viene controllato, si sta cercando
di identificare possibili agitatori e chiedere loro una
dichiarazione scritta che li impegni a non creare
disordini.
In Pakistan invece, paese nell’occhio del ciclone
per gli attentati a Mumbai e nel quale pure nel passato vi sono
stati gravi attentati terroristici contro i cristiani, la situazione
appare più serena.
Il ministero per le minoranze ha
organizzato un evento celebrativo del Natale presso il Pakistan
National Council of Arts della capitale, in cui l’ospite principale
è stato il primo ministro Gilani.
Augurando buone feste e
felice anno nuovo a tutti i cristiani del Pakistan, Gilani ha
affermato che il Paese considera un obbligo morale la salvaguardia e
la promozione della cultura della pace e
dell’armonia.
Commentando le dichiarazioni di Gilani, il
segretario esecutivo della Catholic Church’s National Commission for
Justice and Peace, Peter Jacob, ha dichiarato che la partecipazione
alle celebrazioni natalizie da parte della popolazione testimonia il
desiderio di riconciliazione, nonostante la situazione difficile in
cui vive il Paese.
Le iniziative sono numerose e molto
partecipate nonostante i cristiani rappresentino solo il 2,5% degli
oltre 170milioni di abitanti del Paese a stragrande maggioranza
musulmana.
Nello Sri Lanka, invece, nonostante l’appello dei
vescovi cattolici e anglicani, continuano le operazioni militari
contro le tigri Tamil: Il governo di Colombo non intende aderire a
un tregua per le feste di Natale e capodanno. Il direttore del Media
Centre for National Security , Lakshman Hulugalla, afferma che “il
governo dichiara categoricamente che procederà ad una tregua solo se
le Tigri deporranno le armi.
Un altro Natale di guerra,
quindi, nello Sri Lanka.
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Note ----------------------------------------------------------- (nella foto: le luci sulla chiesa anglicana di San
Thomas ad Islamabad da
http://www.ship-of-fools.com/mystery/2008/1535.html)
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