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24.11.2008 Dalai Lama: la
comunità tibetana è in grave pericolo
di Giovanni De Sio Cesari
DHARAMSALA (INDIA), 23 NOV – Si sono conclusi i lavori
dell'assemblea tibetana nella quale si sono confrontate due linee:
una tradizionale, moderata, che richiede semplicemente una maggiore
autonomia e soprattutto il rispetto delle tradizioni locali in
accordo per altro con la lettera della stessa costituzione cinese e
una più radicale che si spinge fino alla rivendicazione di una
indipendenza sostanziale della Cina.
II realtà nessuna delle
due linee ha possibilità di successo, almeno a breve
termine.
L’indipendenza è del tutto un'utopia perché
aprirebbe la strada allo smembramento della Cina in quanto
incoraggerebbe analoghe richieste delle altre province della cosi
detta Cina esterna (Sinkiang e Mongolia esterna per prime): la cosa
non può certamente essere permessa dalle autorità cinesi e anche dal
resto del mondo. La linea moderata richiedente il rispetto delle
tradizioni, sostenuta dal Dala Lama non trova alcuna apertura da
parte delle autorità cinesi. Il Dalai Lama quindi ha dichiarato di
aver perso ogni fiducia nelle autorità cinesi dopo il fallimento di
tutti i tentativi di dialogo e quindi ha concluso amaramente che
ormai “La comunità tibetana è in grave
pericolo”
Effettivamente non si vede nessuna soluzione della
questione del Tibet la cui antica cultura va lentamente ma
inesorabilmente scomparendo.
A prescindere dalla volontà
politica cinese, in Tibet è arrivato il progresso tecnico ed
economico: l’isolamento che preservava quella antica e
particolarissima cultura è sparita davanti all’arrivo di ferrovie e
strade e per ultimo dei cellulari: la tradizionale cultura tibetana
è ormai sull’orlo della sparizione: sta per diventare una curiosità
turistica per ricchi e annoiati occidentali che vogliono trovare “se
stessi” nella meditazione orientale.
Comunque vogliamo
interpretare gli avvenimenti tibetani dobbiamo tener conto che si
tratta degli ultimi disperati tentativi di quella cultura di
sopravvivere.
D’altra parte è sempre avvenuto nella storia
che quando una civiltà viene in contatto con una più forte (o
progredita, fate voi) essa soccombe; ogni cosa cambia, nulla permane
per sempre, nulla è originario.
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