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09.11.2008 Ma veramente
“al Qaeda dice ad Obama: «Convertitevi»”? di Giovanni De Sio Cesari
E' questo il titolo che campeggia un po’ dovunque
nei mass media occidentali: il lettore comune si domanda allora come
sia mai possibile che effettivamente bin Laden o chi per esso possa
credere e richiedere una cosa del genere: si tratta allora di folli
o magari, come qualcuno pensa, di provocatori?
In realtà la
richiesta è perfettamente coerente ma in un contesto di idee e
credenze che sono molto lontane dall'orizzonte culturale di un
Occidentale che la giudica quindi una assurdità.
Bisogna
allora porsi dal punto di vista di chi scrive il messaggio per
comprenderne il senso.
Quelli che noi chiamiamo comunemente
fondamentalisti islamici si definiscono semplicemente
Al-islamiyyun(i mussulmani, intendendo i “veri” mussulmani).
Essi partono dall'idea fondamentale che Dio (Allah) abbia dettato le
sue volontà ad un uomo di nome Muhammed, pronunciando esattamente e
in arabo le parole che poi erano ripetute e in seguito trascritte
nel Corano: Muhammed era el rasul (il messaggero) perché
trasmetteva semplicemente il messaggio e non il “profeta”, come
traduciamo, che indica invece qualcuno che parla in nome e su
ispirazione di Dio (come avviene nella tradizione cristiana). Quindi
nessuna parola può essere modificata: il Corano non può essere
nemmeno tradotto (tranne che per motivi pratici) ma le parole sono
quelle arabe e non altre.
Da questo punto di vista non è
possibile cambiare nulla della shari'ah (via) ricavata, con un
lavoro secolare, dalle parole di Dio: una interpretazione
occidentalizzante moderna, al passo coi tempi che noi definiamo
“moderata” non è ammissibile: quello che Dio ha prescritto va
eseguito e alla lettera: se la lapidazione dell'adultera è
prescritta essa va eseguita: ogni esitazione sarebbe mettere in
dubbio la parola stessa di Dio.
Da questo punto di vista
egli vede la grande maggioranza degli islamici stessi (quelli che
noi definiamo “moderati”) come Munafiq (ipocriti), non veri
musulmani. Ma per ripristinare nella sua interezza la shari'ha (la
via di Dio) occorre abbattere i governi moderati, praticamente tutti
i governi esistenti nei paesi mussulmani: poiché essi sono sostenuti
direttamente o indirettamente dai non credenti, dal “grande satana”
l’America e i suoi alleati, occorre colpire questi ultimi con
attentati che li terrorizzino perche non intervengano, come quello
dell’11 settembre che poi è solo il più clamoroso di una lunga
serie.
Ma il credente islamico non restringe ovviamente la
parola di Allah al solo mondo già convertito: intende portarlo a
tutto il mondo, come tutte le religioni apostoliche e ritiene
assolutamente realistico che Roma, Parigi e New York diventino città
islamiche, in un tempo non troppo lontano, nemmeno.
A noi
occidentali sembrano obbiettivi del tutto irrealistici, fantastici
ma chi ritiene che Dio entri direttamente nella storia ha parametri
di giudizio molto diversi. Egli proclama "Allah akbar" (Dio è grande
o meglio “onnipotente”): non saranno i missili, gli aerei o le
ricchezze degli infedeli a fermare la volontà di Dio di cui si
sentono strumenti. Chi avrebbe mai pensato che in pochi decenni
tribù sparse di beduini dell'Arabia avrebbero conquistato tutto il
Medio Oriente cioè tutto il mondo civile del tempo? Perché non
potrebbe accadere qualcosa di simile anche ora se questa fosse la
volontà di Dio?
Essi danno dell'Occidente un quadro terribile
utilizzando in parte, anche se in altro contesto, le critiche che
vengono dagli stessi occidentali: la crisi della famiglia, dei
valori morali, l’individualismo sfrenato, il venir meno della
solidarietà sociale, le stesse teorie diffuse dei complotti
occidentali.
A questi motivi generali si affianca
ultimamente la crisi economica improvvisa: essa viene anche letta
alla luce di una profezia che gira nel modo musulmano che si
richiama ad alcuni versi biblici che porrebbero una grande vittoria
e il crollo dei nemici dei credenti nei prossimi anni, nel 2015.
Esaminiamo ora il comunicato alla luce di questa
prospettive.
L’autore del messaggio Abu Omar Al Baghdad, si
definisce "emiro dello Stato Islamico in Iraq”: l’emiro (in origine:
comandante) indica una autorità che si considera l’esecutore della
sharia’ah, della legge divina: lo stato infatti. nella visione
islamica, non ha il potere legislativo perché le leggi ci sono già e
sono quelle volute da Dio e non possono in nessun modo essere
modificate: allo stato rimane solo di potere esecutivo.
Il
messaggio, sia pure emesso in occasione della elezione di Obama,
vuole avere un afflato universale: non è diretto solo ad Obama ma a
tutti i capi degli stati cristiani (Casa Bianca, Eliseo e Cremlino,
tutti accomunati): si noti come non si tiene minimamente conto della
natura laica degli stati moderni: il conflitto è sempre richiamato
in un ambito tutto religioso fra i credenti in Allah e quelli che
non lo sono, i kafirum (gli idolatri).
Mette quindi
l’accento sulla crisi economica che viene interpretata come un
effetto diretto della lotta ingiusta contro l’islam: quindi l’islam
è il vincitore e i cristiani vengono puniti per la loro malvagità
fino a spingere «il signore americano verso i bidoni della
spazzatura per cercarvi da mangiare”.
Ma i malvagi cristiani
possono ancora salvarsi: basta che si ritirino dalle terre
islamiche, non immischiandosi più nei loro affari: lasciare cioè
campo libero affinché il vero islam, non quello delle autorità
corrotte attualmente al potere nei paesi islamici, si diffonda e si
affermi in tutto el dar el islam (terra dell’islam). Si
promette pure che non mancherà allora per essi anche il petrolio,
pagato a un giusto prezzo, naturalmente.
Ma se essi
continueranno nella loro aggressioni, si minacciano altre azioni
ancora più gravi di quelle iniziate con il “benedetto” 11 settembre
che viene orgogliosamente rivendicato, come sempre.
Il
messaggio si conclude quindi con l’invito rivolto ad Obama e ai suoi
alleati a convertirsi: si segue cioè il precetto coranico secondo il
quale prima bisogna cercare di convincere a convertirsi i nemici,
prima di attaccarli come prescrive il Corano.
Per quanto
detto prima la conversione degli Occidentali non è un puro richiamo
teorico: effettivamente essi credono che in città come New York o
Parigi le donne a breve indosseranno tutte l’ Ijab (velo)come
prescrive il Corano.
Un discorso logico e consequenziale
quindi, in una certa ottica, naturalmente.
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