Pubblicato in Italianotizie 04/12/2015 Home
TERRORISMO E CULTURA
Giovanni De Sio Cesari · 4 dicembre 2015
Il nostro presidente del consiglio va ripetendo che la migliore arma contro il terrorismo è la cultura e che per ogni euro speso per la sicurezza occorre spenderne uno per la cultura. Renzi da buon politico usa le parole in modo accattivante: dire che la cultura è la migliore arma contro il fanatismo islamico è molto suggestivo, crea immediato consenso Questo perchè implicitamente ci fa pensare che il terrorismo nasce dall’ignoranza e che quindi noi siamo dalla parte della ragione e che basti la cultura perche le nostre ragioni appaiano in modo chiaro e autoevidente come quelle giuste e buone e al contrario per quelle dei terroristi
Occorrerebbe pero che venisse chiarito cosa si intende per cultura termine che Renzi, da abile politico quale è, usa in modo ambiguo
Si usa il termine in due significati principali
in senso comune: come sinonimo di istruzione: gli ingegneri hanno cultura, i boscimani analfabeti non ne hanno
in senso sociologico come modo di pensare e agire ( direi: mentalità): esiste la cultura dei boscimani come quella europea, , quella democratica, quella nazista e quella del jihadismo
Si potrebbe pensare che la istruzione di per se porta al bene (intellettualismo etico) ma anche i peggiori criminali possono essere persone istruite. Pensare che solo un ignorante, possa essere un jihadista è contraddetto dalla comune esperienza: fra i jihadisti ci sono piu persone istruite che nella media della popolazione in generale.
Possiamo intendere la cultura in senso gramsciano ( gli intellettuali si diceva) nel senso che chi ha una buona conoscenza dei fenomeni sociali politici economici comprenderebbe il senso del progresso e della storia ( cioe secondo Gramsci diventava comunista ) Analogamente potremmo allora pensare che la cultura storica politica ( non quella tecnica) porterebbe al ripudio del jihadismo: ma è una idea che mi pare molto balzana
Resta forse una soluzione: diffondere una cultura (mentalità) specifica, quella democratica che porterebbe al ripudio del terrorismo e della violenza
Ma dalle nostre scuole democratiche e pacifiste uscirono le Brigate Rosse, come sono ora usciti i jihadisti.
Un tentativo di diffondere la cultura (mentalità) democratica fu portata avanti a suon di bombe da Bush ma non pare abbia dato buoni risultati
Il problema sarebbe quindi come diffondere fra mussulmani una cultura contraria all’estremismo. Non una cultura nel senso di istruzione quindi ne una cultura genericamente intesa ma una formazione che nel caso specifico portasse a un islam non violento.
Non vedo come una operazione del genere potrebbe essere portata avanti semplicemente aumentando le spese per l’istruzione o anche migliorandola in generale, ambedue cose per altro encomiabili e necessarie.
Una opera del genere puo essere portata avanti solo dalle comunità islamiche all’interno delle comunista islamiche. Ma è una cosa che ordinariamente le comunità islamiche fanno già. Infatti i terroristi sono solo una frazione infinetisimale dei mussulmani presenti in Occidente e anche, in generale, in tutto il mondo