L’intervento del deputato del M5S Di battista ha riacceso un dibattito che si trascina da sempre sulla effettiva opportunità e possibilità del dialogo con i terroristi Prescindiamo dal fatto che un esponente politico, a differenza di un analista indipendente, dovrebbe mostrare molto prudenza nel manifestare le sue opinioni perche esse non vengono imputate (solo) a lui ma a tutti il movimento a cui appartiene e permette agli avversari di fargli dire anche quello che non ha detto rovesciando tutto in discredito del movimento: fa parte della normale dialettica politica.
Esaminiamo invece oggettivamente il quesito posto
Innanzi tutto: a chi ci riferiamo con il termine “terroristi”?
Nel linguaggio mass mediale comune intendiamo quelli che mettono bombe ( e/o si fanno esplodere ) in mezzo alla gente
In generale purtroppo l’attentato è mezzo di lotta come i bombardamenti; quelli che non hanno carri e missili usano l’attentato , non per questo poi sono peggiori dei loro nemici. Su questo D Battista puo avere ragione. Per il fondamentalismo islamico potremmo andare anche oltre: gli shaid ( = quelli che danno testimonianza) sono cosi sicuri di fare cosa buona, giusta e santa che credono che andranno immediatamente in paradiso qualunque azione cattiva abbiano in precedenza commesso ( più o meno i crociati pensavano la stessa cosa) Il giudizio etico su una qualunque azione dipende dai criteri che adottiamo. Noi pensiamo che i nostri criteri siano quelli veri e giusti ma anche gli “altri” pensano altrettanto
Per l’emirato islamico dobbiamo tenere conto pero di un altro fatto .Gli attentati sono fatti quotidiano in Iraq come da noi gli incidenti stradali ma quelli dell’emirato non mettono bombe: invece perseguitano, cacciano, uccidono cristiani , yazidi, sciiti: per fermare questo orrore (diciamo: terrorismo ) si muovono gli Occidentali con raid aerei e armi ai Curdi: mentre li eleviamo a interlocutori assistiamo a questo orrore (terrore) senza tentare di fermarlo ? Questo Di Battista non lo spiega
Più in generale dobbiamo tener conto della mentalità del fanatico religioso. Egli non vuole colloquiare con nessuno poichè ritiene di parlare in nome di Dio e le parole di Dio non si discutono ma si accettano anche se possono sembrare irrazionali e folli alla pochezza intellettuale dell’uomo Credo ut intellegam, dicevano nel medio evo: solo chi crede puo capire che corrisponde all’islamica a ” al-`aqida al-Tahawiyy (professione di fede di Tahawayy)
Quello proprio che non possiamo fare è dialogare con essi perchè essi escludono ogni dialogo in perfetta coerenza con i loro principi. Un salafita che discute con un occidentale miscredente è una contraddizione in terminis
L’unico modo è allora quello di dimostrare nei fatti che Dio non è con lui e questo puo avvenire solo con una sconfitta definitiva che tolga ogni e qualsiasi idea di aver l’appoggio di Dio. La debolezza di questi movimenti è che essi, fidando in Dio, non si comportano con razionalità e quindi si espongono a sconfitte rovinose (come i dervisci a Karthum nel 1899 )
Possiamo pure pensare che una diversa politica in M. O. potrebbe togliere il terreno di cultura su cui proliferano e si espandono , cosa per altro molto dubbia e estremamente problematica . Ma occorrerebbero tempi lunghi, decenni : fino a che essi si muovono minacciosi non esiste altra alternativa che combatterli con ogni mezzo.