Gli scontri, prima localizzati in una parte limitata di Kiev, sono dilagati in tutta l’Ucraina con assalti ad edifici pubblici e reazioni violente da parte non solo della polizia ma anche di gruppi sostenitori del governo Anche l’offerta di collaborazione del primo ministro verso la opposizione è stata lasciata cadere: Julija Tymosenko, leader storica della Rivoluzione Arancione, la ha definita una cosa umiliante non accettabile.
Ma per capire le vicende al di la della cronaca, bisogna vedere le cause generali di carattere culturale e storico. L’Ucraina, la terra dei cosacchi, dal 1400 è stata contesa fra cultura latina (polacca cattolica) e orientale (russa ortodossa) in guerra poi contro mussulmani (turchi e tartari). Alla fine del 700, con la spartizione della Polonia, un parte dell’Ucraina passò alla Russia e una parte all’Austria (Galizia) e questa dal 1918 passò poi alla Polonia fino al 1944. La divisione si concretizza anche in chiese diverse: la Chiesa Uniate d’Ucraina (cattolica), la Chiesa autocefala di Ucraina (divisa da Mosca in seguito all’indipendenza) e la Chiesa ortodossa di Mosca che raccoglie i russi : il fatto che poi molti sono atei non toglie l’eredità culturale ( come fra Serbi e Croati) In sostanza quindi l’Ucraina è divisa fra quelli che per cultura guardano dall’occidente (alla UE) e quelli che guardano a Mosca (fra cui un ampio 25% di russi).
La rivoluzione Arancione è stata un tentativo di modernizzazione, ma è naufragata di fronte a questa divisione. Pareva che fosse comunque prevalsa la tendenza verso Occidente nella prospettiva cioè di entrare nella UE vista come l’insieme dei paesi prosperi ed evoluti ma è naufragata di fronte alla opposizione dei Russi che usano spregiudicatamente il ricatto delle forniture del gas al quale l’Ucraina non puo rinunciare ne pagare a prezzi di mercato.
Particolarmente quindi nella parte occidentale vi è un acceso nazionalismo anti russo e il governo viene identificato con i russi che vengono identificati con il male allo stato puro. Girano storie di violenze, di brogli elettorali macroscopici, di corruzione, di politici mafiosi tutto poi ricondotto ovviamente ai russi .Accusano poi noi occidentali di non fare nulla, di non sapere e soprattutto di non voler sapere nulla: che ci preoccupiamo per Siriani e Somali ma che ignoriamo completamente tutto dell’ucraina. Si badi che noi non siamo definiti Occidentali perchò anche essi si considerano tali: non capiscono quindi perche l’Ucraina non debba fare parte dell’Europa ( ed escludere rigidamente i russi che sono invece l’”altro”)
Non si parla quindi di temi concreti come di mercato comune, di euro, di gas ecc. Quello che preoccupa è che si vede una divisione cieca , un nazionalismo esasperato : uno scontro fra Europa latino germanica e Europa greco ortodossa come avvenne in Yugoslavia qualche decennio fa.
Si puo pensare che questa avversione per i russi derivi magari dall’eccidio per fame dell’epoca staliniana .Infatti in Ucraina si celebra il giorno del Holodomor (sterminio per fame) Ci sono stati due stragi per fame in Ucraina: uno ai tempi della guerra civile e un altro molto piu vasta per il fallimento della politica di collettivizzazione di Stalin. Si accusa le autorità russe del tempo di aver deliberatamente provocata quella carestia per annientare l’opposizione ucraina
E’ tutta una parte popolo che si solleva perchè ha visto, con l’apertura delle frontiere, come è il resto dell’Europa di cui pensano di aver fatto sempre parte e da cui sono stati strappati dai russi ( che sono visti sempre comunisti anche se hanno cambiato bandiera) Dall’altra parte vi sono invce i russofoni e tutti quelli che si identificano come parte del mondoe della cultura russa ortodossa