Da tempo si parla di una “guerra”
sotterranea combattuta dagli haker dei vari paesi per conoscere
dati sensibili industriali militari e politici I maggiori sospetti
si appuntano sulla Cina: il fatto è stato a autorevolmente
confermato da un rapporto dettagliato elaborato della
MANDIANT, società statunitense di sicurezza informatica, Ha
esaminato centinaia di violazioni dei dati, la maggior parte dei
quali attribuiti a quello che essa chiamava APT1 (Advanced Persistent
Threat) Si tratta di gruppi che operano in Cina e di
cui il governo di Pechino sarebbe almeno a conoscenza.
La MANDIANT afferma di aver tracciato le attività di hacking di
APT1 in un edificio di Shangha dove opera la Unità di Esercito di
Liberazione del Popolo n 61398. La relazione identifica un grattacielo
di Shanghai utilizzato dai militari come la sede probabile degli
hacker ai quali ha attribuito gli attacchi alle
società statunitensi.
La APT1 sarebbe composto da centinaia di cinesi, abili
in lingua inglese. che hanno violato 141 aziende in 20 settori
industriali, rubando informazioni su progetti, piani
aziendali, prezzi, documenti, credenziali, e-mail ed elenchi di
contatti.
Ma c’è un lato più pericoloso di questa attività Gli hacker cinesi sono
accusati di avere un interesse crescente per ottenere l’accesso a punti
cruciali delle infrastrutture degli Stati Uniti – tubi del
gas, reti elettriche e acquedotti. Una volta all’interno del perimetro
digitale, soprattutto se l’intrusione non è identificato, vi è la
possibilità di provocare un danno fisico reale all’infrastruttura in via
telematica.
Il presidente Barack Obama ha dichiarato che la natura della minaccia
informatica stava cambiando Il portavoce Jay Carney ha detto che la Casa
Bianca era “consapevole” del rapporto MANDIANT e dei suoi contenuti. Il
portavoce del Dipartimento di Stato Victoria Nuland, nel
frattempo, ha dichiarato che la questione viene sollevata
praticamente in ogni incontro con i funzionari cinesi.
I cinesi respingono al mittente le accuse, negando qualunque
coinvolgimento governativo negli attacchi cibernetici. il
Ministero della Difesa ha detto che il rapporto mancava di prove
tecniche nel collegare gli indirizzi IP ad una unità militare
Il ministero della Difesa cinese ha sottolineato che la Cina è stato anche vittima di attacchi di hacker.
Il problema è diventato scottante negli ultimi mesi a seguito del
fatto che attraverso gli Haker si è giunti a una relazione sul
patrimonio dei parenti dei massimi dirigenti cinesi fra cui lo stesso
premier Wen Jiabao, ampiamente riportato dei media tra cui il New
York Times
.