Dopo l’Egitto anche la Tunisia è sull’orlo del baratro per una situazione ormai al limite della
governabilità. La crisi, gia latente da molti mesi è esplosa al seguito dell’assassinio di un leader dell’opposizione, Hokri Belaid, leader del partito dei ” patrioti democratici” ,una formazione di sinistra. E’ stato ucciso mentre stava lasciando la sua casa ed è morto poco dopo in ospedale: dell’omicidio l’opposzione ritiene responsabile politico il governo per non aver provveduto sufficientemente alla sua sicurezza e. in generale per aver tollerato le violenze degli islamisti
Hokri Belaid era stato un oppositore del precedente regime di Ben Ali, l’ex dittatore rovesciato a seguito della rivoluzione nel 2010-2011.
È stato poi un critico radicale del governo attuale , contrastando l’esito della rivoluzione in Tunisia, il crescente potere e l’influenza degli islamisti. Aveva accusato le autorità di non fare abbastanza per fermare la violenza dei salafiti che hanno preso di mira mausolei, mostre d’arte e altre cose viste non compatibili con la loro rigida interpretazione dell’Islam.
Nel tentativo di calmare le violente manifestazioni e i gravi e sanguinosi scontri con la polizia, il presidente Moncef Marzouki ha annunciato un nuovo governo formato da tecnici ma la proposta non è stata accettata dal suo stesso partito , Ennahda che richiede invece un governo pienamente politico
Intanto i sindacato hanno promosso per venerdi, uno sciopero generale cosa che non avveniva dal 1978.
La situazione degenera continuamente è l’esito della vicenda è molto incerto
Dopo al rivoluzione del 2011, alle prime elezioni libere del paese del mese di ottobre 2011, si affermo il partito Ennahda ( rinascita ) islamico moderato, analogo a quello di Morsi in Egitto, che ottenne 42 per cento dei seggi e ha formato un governo in coalizione con due partiti laici minori. Negli ultimi mesi da una parte gruppi islamisti salafiti e, dall’altro, gli oppositori laici hanno scosso violentemente tutto il paese : pare che, come anche in Egitto, non si rispetti tanto l’esito delle votazioni per cui ogni parte continua a scendere in piazza mantenendo il paese in una continua tensione
Il vero problema tuttavia è essenzialmente economico Le folle della Primavera Araba erano sostanzialmente formate da giovani con una certo istruzione che non vedono alcun futuro: troppo evoluti per rassegnarsi alle povertà e sudditanza tradizionale ma senza speranza di inserirsi il qualche modo nel mondo del lavoro.
Essi vedono il benessere occidentale e pensano che cacciati il tiranno e la classe politica corrotta, adottati gli istituti democratici occidentali possano anche essi, se non godere del benessere, almeno vedere uno sviluppo economico.
In realtà il disordine politico scoraggia ogni iniziativa economica e soprattutto danneggia l’unica vera industria tunisina : il turismo A questo si aggiungono i riflessi negativi della crisi economica nell’area dell’euro
Tutto questo ha reso ancora piu critica la situazione economica allontanando indefinitivamente ogni prospettiva di progresso : i giovani si sentono traditi delle loro aspettative , delle promesse fatte dai partiti il governo non può fare nulla se non torna la stabilita ( ammesso che possano fare qualcosa)
D’altra parte il neo liberismo e stato, se non la causa, l’occasione della crisi. il Fondo Monetario Internazionale sosteneva le liberazioni come il modo per uscire dalla crisi , ma la grande parte della popolazione ha sofferto salari stagnanti o in discesa rispetto all’inflazione mentre la disoccupazione dilagava soprattutto fra i giovani istruiti e si perdevano quelle poche e misere certezze che il socialismo arabo pure offriva
La democrazia araba resta quindi molto fragile perche non riesce a promuovere quel progresso economico che i popoli si aspettavano da essa.