Il termine samaritano è uno dei più conosciuti a causa della parabola evangelica. Tuttavia non è altrettanto conosciuto chi fossero realmente e soprattutto è quasi ignoto che esiste ancora una comunità samaritana diretta discendente di quella dei tempi biblici che non si è mai spostata dai luoghi di origine. Abita ancora, ai piedi del monte Garizim, dove sorgeva il loro tempio, presso Nablus ( West bank). E’ però una comunità minuscola, formata da appena 766 persone ma non sulla via dell’estinzione come tante altre minuscole etnie nel mondo. Anzi è in espansione perchè alla fine dell’impero turco erano formata da appena 146 individui.
Si trovano, però, ad aver un problema matrimoniale: scarseggiano le donne perchè alcune ragazze samaritane preferiscono sposarsi al di fuori della comunità, in cerca di più ampi orizzonti. Inoltre la piccolezza della popolazione pone problemi genetici perché, come è noto, la vicinanza genetica dei genitori pone rischi di malattie congenite. A questo problema, però, i Samaritani stanno rimediando con una ardita iniziativa: una agenzia, chiamata Tanya, cerca e trova ragazze ucraine disposte a trasferirsi in Israele e diventare samaritane. In questo modo si sono già trovate undici spose nuove che possano rinnovare le generazioni e il patrimonio genetico.
La comunità si trova nei territori occupati, non sono riconosciuti come ebrei, parlano una variante dell’aramaico, la lingua che parlava anche Gesu.
Chi erano i samaritani
Alla morte di Salomone, intorno al 920 ,cominciò la decadenza del regno di Israele che si divise: la maggioranza, le dieci tribù settentrionali costituirono un regno a parte e in seguito furono conosciuti come “Samaritani”
Le restanti due tribù (Giuda e Beniamino) mantennero un loro stato con l’importantissimo centro religioso di Gerusalemme. Da questo momento la storia di Israele divenne in effetti la storia di questo ultimo gruppo: il nome di Beniamino andò perdendosi e si parlò, quindi, di regno di Giuda: da esso nacque il termine Giudei con il quale gli Israeliti furono conosciuti dai Romani e dai Cristiani, dal medioevo e fino ai nostri giorni
Il regno dei Samaritani conobbe ancora un certo periodo di indipendenza e floridezza e fu fondata la capitale Samaria (da cui il nome). In seguito dovette fronteggiare la potenza degli Assiri che ,dopo varie vicende, nel 734 a.C. distrussero il regno. Una parte della popolazione fu deportata in Assiria .Di essi si sono perse le tracce e nacquero molte leggende su di esse . In Samaria invece si stabilirono un certo numero di coloni Assiri: tuttavia essi si fusero con gli Ebrei locali di cui adottarono la religione e pertanto vennero assorbiti. I Giudei non vollero mai riconoscere ai Samaritani lo statuto di Ebrei e correligionari ed ebbero sempre verso di loro disprezzo e rivalità come appare nei racconti evangelici. I Samaritani invece si considerarono sempre Ebrei: respinti dal Tempio di Gerusalemme essi costruirono un proprio tempo sul monte Garizim che, secondo la tradizione, sarebbe quello su cui Abramo sarebbe stato pronto a sacrificare Isacco. Nel 128 a. C. i Giudei arrivarono, dopo una sanguinosa guerra. a distruggere quel tempio che non fu mai ricostruito. Tuttavia nel piccolo museo della attuale comunità si trovano reperti rapportabili a quel tempio insieme a tanti altri di quasi temila anni di storia samaritana.
Nella parabola Gesu sceglie questo nome per indicare una persona ritenuta indegna, inferiore, non veramente religiosa che comunque può fare del bene più che un vero ebreo. Dalla parabola evangelica poi il termine di Samaritano ha acquisito il senso di “persona buona, altruista” capovolgendo il significato che aveva preso i Giudei nell’antichità.
I Samaritani appaiono anche in un altro passo del vangelo: Gesu chiede da bere a una donna samaritana con grande scandalo degli apostoli e a una domanda della donna risponde che ogni posto è buono per adorare Dio : si riferisce appunto alla disputa fra il Tempio di Gerusalemme e quello del monte Garizim
I Samaritani restano estranei alla storia ebraica posteriore alla divisione, non accettano ovviamente i libri biblici scritti dopo di essa :il loro canone biblico comprende solo i primi libri Essi lentamente spariscono dalla storia . Attualmente la piccola comunità nelle vicinanze di Nablus che conserva lingua e religione antiche di 2.500 anni costituisce veramente un fatto più unico che raro nella storia
Foto: processione religiosa al monte Garizim