I mass media occidentali riversano di continuo notizie più o meno allarmanti riguardanti la situazione politica egiziana: tuttavia senza un quadro di insieme, che in genere non viene presentato nemmeno vagamente, riesce impossibile comprendere cosa stia realmente avvenendo in quel paese: occorre allora fare un punto sulla intricatissima questione dal passaggio dalla dittatura (che da sempre governa l’Egitto) ella democrazia che appare una conquista sempre difficile, lunga e piena di insidie
Dopo la caduta di Mubarak l’esercito ha preso il potere “provvisoriamente” ed iniziato una lunga e complessa procedure elettorale alla fine della quale avrebbe consegnato il potere : chiaramente i militari non avevano fretta di perderelo
Infatti le procedure iniziate in dicembre dell’anno scorso si sono concluse solo nel giugno e si è ancora in attesa della Costituzione
Sono state elette cosi prima la Maglis al-Shabab, ( nel linguaggio internazionale definita come “camera bassa” ) quindi la shura ( camera alta) e infine è stata designata una assemblea costituente di 100 membri. In tutte queste elezioni i Fratelli Mussulmani ( anche con gli alleati Salafiti) hanno avuto una schiacciante maggioranza e le forze laiche che avevano animato i moti di Piazza Tahir sono apparse in netta minoranza
Si è passati quindi alle elezioni presidenziali a doppio turno Qui il panorama politico è improvvisamente cambiato.
Al primo turno Il candidato dei Fratelli Mussulmani, Mohammed Mursi ha ricevuto solo circa il 27% dei voti: mentre , a sorpresa, il secondo candidato è stato Ahmed Shafiq, l’ultimo ministro nominato da Mubarak con il 22% dei voti. Il predominio degli islamisti appariva quindi in pericolo.
Fra la prima e la seconda tornata delle elezioni presidenziali, però, la Corte Suprema, formata da membri designati dal precedete governo di Mubasak ha dichiarasto irregolare la procedura per le elezioni della Maglis al-Shabab,: era previsto che avrebbe dovuto essere eletta per due terzi con le liste dei partiti e per un terzo con candidati indipendenti : invece anche i candidati indipendenti erano stati ugualmente, di fatto, designati dai partiti. Questo fatto avrebbe rimesso in gioco tutto le procedure adottate fino ad allora, impedendo l’elezione del presidente il cui potere non sarebbe stato contemperato dalle camere. La Giunta militare annunciò allora che avrebbe mantenuto il potere e che le elezioni dovevano essere rimandate
Si gridò al colpo di stato mi pare, anche fondatamente: la giunta militare, anche per le pressioni internazionale, fece marcia indietro : le elezioni presidenziali si tennero ugualmente e in pratica la sentenza della corte rimase senza effetto.
Morsi fu cosi eletto battendo Shafiq ma non con un grande margine (13,230,000 voti contro 13,230)
Comunque ha preso il potere e cominciato a governare. Durante la crisi di Gaza ha avuto anche un grande successo diplomatico riuscendo a fermare una escalation che sembrava del tutto inarrestabile
A questo punto Morsi si è sentito abbastanza forte : ha sostituito i membri della Corte Suprema designati da Mubarak con propri fedeli, ha emesso un decreto in cui in pratica assumeva un potere incontrastato anche se solo provvisoriamente fino all’entrata in vigore della nuova costituzione. Tutto ciò ha fatto gridare al colpo di stato, Morsi è stato definito il nuovo faraone per i poteri che si è dato da solo. le piazze si sono immediatamente affollate di contestatori ma anche i sostenitori di Morsi ( i Fratelli Mussulmani) sono scesi in piazza con il pericolo, per il momento molto remoto, di una guerra civile
Nel frattempo il testo della costituzione è stato preparato dall’apposita assemblea e dovrebbe essere oggetto di referendum confermativo il 15 dicembre: pare pero che Morsi sia propenso a rimandare la data per stemperare il contrasto e tentare un compromesso
Si fronteggiano in realtà due anime: una religiosa ( ma non fanatica) che si ispira soprattutto alla Sharia e l’altra laica che si ispira ai modelli occidentali. Se in primo tempo, come abbiamo visto, la prima è apparsa assolutamente dominante, nel tempo la seconda ha ripreso forza e vigore e si sente in grado di opporsi alla prima
Quello che appare a un osservatore occidentale è che, in effetti, le procedure elettive sembrano avere un valore relativo: ad esempio le forze laiche potrebbero anche promuovere la bocciatura del progetto costituzionale senza muovere le piazze : in democrazia governa chi riempie le urne non le piazze
Ma la democrazia è un sistema complesso: anche in occidente non è certo esente da difetti, autoritarismi e strappi.