Elezioni presidenziali in Egitto
Oggi e domani in Egitto si svolge il primo turno delle elezioni presidenziali: se nessun candidato supererà il 50% dei suffragi, si terrà il secondo turno di spareggio il 16 e il 17 giugno.
Dato i grandi poteri che sono affidati al presidente, sono le elezioni decisive per l’assetto politico egiziano.
I candidati sono 13 ma solo 4 quelli realmente in corsa:
· Mohamed Morsi, candidato supportato ufficialmente dai Fratelli Mussulmani
· Abdel Moneim Aboul Fotouh, esponente anche lui dei Fratelli Mussulmani ma in rotta con essi e che prende consensi trasversali
· Amr Moussa ex presedente della Lega araba
· Ahmed Shafiq già primo ministro di Mubarak ma in seguito in rotta con lui
L’elezione è la fase finale di una tumultuosa e lunga transizione punteggiata da scontri di piazza, proteste popolari e violenze
Esaminiamo nelle linee essenziali il quadro politico dei partiti egiziani
Dalle elezioni fino ad ora svolte sono emersi un numero grandissimi di partiti o meglio di movimenti politici ma in realtà quelli che contano sono soli quattro:
· : Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Mussulmani,
· Al Nour, ( la luce) di ispirazione salafita
· Al Wafd ( Partito della Delegazione) di ispirazione laica democratica, il piu antico partito egiziano fondato nel 1919
· Blocco Egiziano di ispirazione simile al precedente ma di recente fondazione
Il sistema elettorale egiziano è molto complesso con un procedura lunga piu di un anno: i detrattori dicono per rimandare la democrazia, i sostenitori ( i militari) per passare gradualmente e ordinatamente alla democrazia che nella loro storia millenaria gli Egiziani non hanno mai conosciuto
Le prime elezioni sono state tenute a dicembre- gennaio per la Maglis al-Shabab, la camera bassa paragonabile al nostro Parlamento In esse i Fratelli Mussulmani hanno ottenuto complessivamente 235 seggi ( su 458) e il 47 % delle preferenze, i salafiti 120 seggi e il 24 % dei voti, ai laici dei Al Wafd il 7 % , a quelli del Blocco Egiziano il 5%
Poi si è passato in marzo alle seconde elezioni, quelle per la Shura (camera alta) paragonabile al nostro senato, i cui membri sono elettivi per due terzi e per un terzo di nomina presidenziale
I Fratelli Mussulmani hanno ottenuto 107 seggi (59%dei voti) su 180 eletti Altri 46 seggi sono andati al partito salafita al-Nour, seguito dal Wafd con 19 seggi e dal Blocco Egiziano con 7 seggi
Si è passati quindi alla elezione della assemblea costituente: dei 50 seggi riservati al parlamento: ai Fratelli Mussulmani ne sono andati 25, al partito salafita 11 , mentre i restanti 14 sono stati occupati da tutti gli altri partiti fra i quali anche Wafd e Blocco Egiziano Gli altri 50 membri sono stati designati in altro modo ma, sostanzialmente, secondo le stesse proporzioni di ispirazione politica Per le minoranze i copti che pure costituiscono il 10 % della popolazione hanno ottenuto solo 6 membri e nessun membro è presente per le minoranze nubiane ( dell’Alto Egitto, di pelle scura) e dei beduini, nomadi del Sinai
In pratica tutte le forze che portarono alla caduta di Mubarak sono state emarginate, avranno un ruolo del tutto trascurabile nel tracciare i destini della nuovo Egitto: la piazza Tahrir ha abbattuto il regime per consegnare il paese alle forze religiose, sostanzialmente estranee a quella piazza. Ma è il sistema democratico: governa chi riempie le urne non le piazze
L’esito comunque era abbastanza prevedibile e fu infatti previsto un po da tutti gli osservatori: solo un elite giovanile e borghese si ispira a modelli occidentali. Le masse sono invece fedeli alle antiche tradizioni, seguono la guide religiose come hanno sempre fatto da millenni.
I Fratelli Mussulmani comunque non appaiono come gli estremisti e integralisti di un tempo e quel ruolo è stato assunto dai cosi detti Salafiti (da salaf: origine, cioè quelli che vogliono riportare l’islam ai tempi della predicazione e dei primi califfi.). Anche essi pero si mostrano moderat,i respingendo ogni tentazione di Jihad alla bin Laden
Sono risultati che si sono manifestati anche in Tunisia e probabilmente si si manifesteranno anche in Libia quando e se questa nazione giungerà a darsi un un assetto ordinato e democratico e anche in Siria se mai sarà abbattuto il regime degli Assad
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