I rifugiati in Libia
Il ministro libico Mustafa Ali Rugibani, aveva fissato al 4 marzo il termine ultimo per la espulsione dei lavoratori irregolari dalla Libia nonostante la mancanza di un sistema chiaro per individuare le persone in regola
La IOM (’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) stima che un milione di lavoratori migranti erano in Libia prima della rivoluzione contro Gheddafi ,un grosso problema per una popolazione libica che è al di sotto dei sette milioni
All’inizio della rivolta, i lavoratori provenienti dall’Asia, dal Medio Oriente e dalle confinanti Tunisia ed Egitto sono fuggiti attraverso i confini della Libia. Ma i rifugiati politici somali ed eritrei sono arrivati a Tripoli anche durante la guerra con un drammatico viaggio attraverso il Sudan
Il problema principale per il rimpatrio è la verifica della cittadinanza e dei documenti di viaggio temporanei che oltre il 90 per cento degli immigrati non hanno affatto: I migranti in genere hanno i loro passaporti confiscati o persi nella fase iniziale e non hanno visti d’ingresso –
La maggioranza sono in preda alla disperazione. Dopo un viaggio in macchina costoso e difficile con i contrabbandieri nel deserto in Libia, hanno impiegato quasi tutti i giorni alla ricerca di lavoro precario a giornate e vivono nel terrore continuo di essere molestati, derubati e trattenuti dalle milizie libiche di ronda per le strade. Essi ora debbono tornare alle famiglie , spesso in debito con contrabbandieri , a mani vuote.
Sono tutti sospettati di essere stati mercenari di Gheddafi e inoltre il razzismo è ancora molto vivo in Libia.
La Libia non è un paese di destinazione per la maggior parte, ma un trampolino di lancio verso l’Europa. L’Agenzia dell’ONU per i rifugiati stima che circa 50.000 persone hanno tentato di attraversare il Mediterraneo in barca nel 2011 e circa 2.000 di essi annegati. Si ritiene che Gheddafi abbia incoraggiato le traversate verso l’Europa in risposta agli attacchi NATO.
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