La portaerei cinese
All’inizio di agosto la Cina ha iniziato le esercitazione della sua prima e per ora unica portaerei. In realtà si tratta di una vecchia nave sovietica chiamata Varyag costruita nel 1980, ereditata poi dall’Ucraina, rottamata nel 1998 e rivenduta alla Cina nel 2002. In seguito la Cina ha provveduto a radicali lavori di ristrutturazione dotandola di armamenti e tecnologie modernissime. Il fatto ha destato non poche apprensioni nel paesi vicini anche a causa di varie rivendicazioni territoriali nei mari della Cina e soprattutto a Taiwan .
Le autorità cinesi hanno minimizzato parlando prima di finalità di formazione e sperimentazione scientifica che, in verità, non si vede in cosa possano consistere. In seguito tuttavia le autorità hanno parlato della importanza strategica militare sia per quanto riguarda la sicurezza della Cina che per la presenza in regioni di oltremare, termine che in Cina si designa genericamente il mondo estero. Si insiste sul fatto che la Cina non ha nessuna intenzione di usare effettivamente la portaerei e che essa costituisce solo un deterrente. Si afferma che le portaerei sono di vitale importanza per un paese come la Cina con un vasto territorio marittimo e che senza di esse non si ha controllo aereo e marittimo.
Ma al di la delle rassicurazioni ufficiali tuttavia il fatto assume una importanza storica. In realtà le portaerei non servono per la difesa delle coste ma per avere una presenza militare in paesi lontani, per svolgere cioè un ruolo di potenza a livello mondiale. Si tenga anche presente che una portaerei non può agire da sola ma solo contornata da una intera flotta e quindi le spese per mantenerla operativa solo enormi. Anche se Francia, Inghilterra e Urss ne hanno, solo gli USA ne hanno fatto la base della sua capacita di intervenire militarmente in qualunque parte del mondo.
La Cina storicamente è stata sempre una nazione continentale e benchè le sue coste siano estesissime ha considerato il mare sempre una barriera da non oltrepassare. Solo nel 1400 si tentò una impresa oltremare sotto la guida di Zheng He ma in seguito fu proprio proibita la costruzioni di navi che potessero superare gli oceani. Solo dopo l’era maoista, la Cina si è aperta veramente al mondo esterno. Attualmente essa tende a sostituire la presenza occidentale in Asia come in Africa e anche nel Sud America. La sua parabola ci pare simile a quella degli USA. Fino all’inizio del secolo scorso gli Stati Uniti seguivano in politica estera la cosi detta dottrina Monroe dell’inizio del 800: non interessarsi ai fatti fuori dell’America. Ma in seguito il suo sviluppo industriale la portò prima a una presenza economica e poi anche politica e militare in tutto il mondo fino a divenire una specie di gendarme del mondo intero. Probabilmente la Cina in questo secolo seguirà la stessa parabola: in questo percorso il possesso di portaerei diviene un elemento essenziale.
This entry was posted on mercoledì, agosto 17th, 2011 at 20:31 and is filed under Dalla Cina, Editoriali. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.