Libia: assassinato il capo militare dei ribelli
Il capo delle forze armate dei ribelli libici Abdel Fattah
Younes e due suoi aiutanti sono stati uccisi da uomini armati giovedì a
Bengasi
La morte di Younes è stato annunciata in una conferenza stampa nella
capitale dei ribelli dal capo del Consiglio nazionale di transizione dei
ribelli , Mustafa Abdul Jalil. Ha detto ai giornalisti che la sicurezza
dei ribelli avevano arrestato il capo del gruppo autore dell‘omicidio.
Gli assalitori sono stati descritti come una unita pro-Gheddafi ma non
tutto pero è chiaro. Pare che Younes doveva essere interrogato circa i
sospetti che la sua famiglia avesse ancora legami con il
regime di Muammar Gheddafi Aveva detto che Gheddafi stava cercando di
rompere l’unità delle forze ribelli, e dato un duro avvertimento
ai gruppi armati in città, dicendo che dovevano unirsi alla lotta contro
Gheddafi o rischiavano di essere arrestati dalle forze di
sicurezza. Inoltre si sono sentiti colpi di arma di fuoco fuori
l’Hotel Tibesti, dove la conferenza stampa si è tenuta, e ill leader dei
ribelli non ha voluto rispondere a nessuna domanda Potrebbe
quindi anche trattarsi di una faida interna ai gruppi ribelli di cui
nulla si sa di preciso.
Jalil Younes è stato detto uno degli eroi rivoluzione del “17 febbraio
“, un nome che segna il primo giorno di proteste contro il regime di
Gheddafi.
Ma Younes è stato ministro dell’Interno Gheddafi e suo collaboratore per
oltre 40 anni fin dal colpo di stato che aveva detronizzato re Idris
prima di passare ai ribelli all’inizio della rivolta nel mese di
febbraio.
Nel frattempo, i combattenti dell’opposizione libica continuano a
lanciare attacchi contro diverse città controllata dal governo, sperando
di respingere le truppe lealiste e aprire una via verso il confine.
Sembra essere il più grande attacco da parte di combattenti dell’opposizione nelle montagne dall’inizio del conflitto.
Tuttavia la situazione rimane sostanzialmente di stallo come lo è stato fin dall’inizio dell’intervento occidentale. I ribelli sostenuti dall’aviazione della NATO stentano ad avanzare: qua e la riescono ad avere qualche successo ma sostanzialmente Tripoli rimane saldamente in mano ai lealisti di Gheddafi
La rivoluzione di marzo pare che si sia impantanata in una lotta fra i clan di Bengasi e quelli della Tripolitania ; una guerra etnica sembrerebbe, più che una rivoluzione nazionale e democratica.
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