Libia: che confusione!
La decisione di portare la direzione dell’intervento in Libia sotto il comando NATO ha portato un po di chiarezza ma solo un poco perchè tutta la vicenda libica rimane estremamente confusa. Confuso è innanzi tutto il senso stesso della rivolta. All’inizio sembrava semplicemente una versione delle rivolte dei confinanti paesi Egitto e Tunisia: un popolo, soprattutto i giovani, si sollevano contro dittature oppressive e anacronistiche in nome di ideali democratici o più genericamente moderni, da cui la simpatia incondizionata nel mondo occidentale. Ma la sollevazione ha pieno successo in Cirenaica ma non in Tripolitania: questo fa si che ad essa si sovrappone il significato di rivalità fra clan e tribù, tradizionalmente ostili, che compongono il popolo libico. Resta quindi molto poco chiaro se l’essenza del conflitto sia politica o etnica e i due elementi appaiono inestricabilmente confusi.
In Occidente all’inizio si è pensato a una caduta imminente di Gheddafi: da qui la corsa dei governi a accaparrarsi la simpatia dei rivoltosi e, in concreto, buone prospettive economiche e politiche in un paese ricchissimo di petrolio. Quando però, a sorpresa, il colonnello è apparso in grado di mantenere il potere si sono trovati spiazzati e nella necessità di intervenire nel timore delle reazioni di un personaggio del tutto imprevedibile come Gheddafi che minacciava il terrorismo , di aprirsi al Qaeda o più realisticamente, di vendere il petrolio solo ai Cinesi. Nel momento in cui le forze di Gheddafi stavano per entrare in Bengasi e soffocare nel sangue la rivolta. si è dovuto intervenire nel timore delle conseguenze. Ma ciò è avvenuto in modo confuso e in ordine sparso. Si riusciva a a ottenere dall’ONU, sia pure con molte significative astensioni, una risoluzione che parlava di “no fly zone” a fini umanitari ma questa non era realizzabili senza una attacco generalizzato alle forze di Gheddafi con conseguenti bombardamenti che, sia pure selettivi, non potevano escludere i cosi detti “effetti collaterali” di vittime civili: in pratica bombardare alcune zone per evitare che ne fossero bombardate altre. Ma non aveva senso limitarsi a quanto indicato e quindi non si capisce bene fino a che punto bisognasse aiutare gli insorti, cercare di abbattere Gheddafi, o addirittura mirare proprio a ucciderlo. A un certo punto la Francia poi ha preso l’iniziativa trascinando tutti, non si sa ben verso che cosa.
Anche all’interno dei paesi poi nasce confusione: in Russia addirittura le parole del primo ministro Putin che stigmatizza l’intervento sono definite “inaccettabile” dal presidente della repubblica Medvedev
Confusione pero massima nel nostro paese: Berlusconi aveva nel recente passato aveva tributato grandi onori a Gheddafi per ottenere non disprezzabili risultati sul piano di contenimento della immigrazione clandestina e di vantaggiosi contratti: gli oppositori avevano sempre contestato che il prezzo pagato in termini di dignità nazionale era stato troppo alto. All’esplodere della crisi libica quindi la opposizione si era schierata fortemente contro il dittatore mentre Berlusconi arrivava all’incedibile affermazione che “ non lo aveva voluto disturbare” Invece, a sorpresa, il Presidente Napolitano è intervenuta nella delicata questione di politica internazionale con il peso del suo indiscusso prestigio personale
Al momento dell’intervento l’Italia non poteva non partecipare per la sua posizione geografica e il suo ruolo politico. Contrariamente al solito, il premier si è defilato alquanto lasciando la prima scena ai ministri. Non è stato poi chiaro se l’Italia si sarebbe limitata solo a fornire le basi come si era detto in un primo momento, o avrebbe partecipato attivamente: poi si è detto che aerei italiani sono intervenuti ma senza sparare, formula quanto mai confusa
Nel frattempo la Lega si è chiaramente dissociata, preoccupata soprattutto dell’ondata di profughi (o clandestini) . Nel campo della sinistra è montata anche l’opposizione tradizionale a interventi militari della NATO
L’unica cosa che pare chiaro al momento è che in Libia si combatterà ancora a lungo: ma poi a ben vedere nemmeno questo è certo.
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Foto di fonte libica : sostenitori di Gheddafi
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