La turista rapita, i Tuareg e al Qaeda
Al Arabiya ha trasmesso un messaggio audio di Maria Sandra Mariani, la turista italiana rapita nel sud dell’Algeria all’inizio del mese di febbraio. In esso la donna afferma di essere stata rapita dal movimento Al Qaida per il Maghreb, ma di essere comunque in buone condizioni. La donna dovrebbe essere in una zona al confine tra Niger, Mali, Algeria stessa e Mauritania. I rapitori sono dei tuareg aderenti a una organizzazione che si ispira ad al Qaeda : vediamo brevemente di chi si tratta.
La popolazione Tuareg del Sahara viene genericamente considerate vicine al Qaeda a più precisante al gruppo conosciuto in Occidente come AQIM (Al-Qaeda Organization in the Islamic Magreb) o piu propriamente;” Gruppo salafista per la preghiera e il combattimento” Il gruppo è attivo in molti stati del sahel ed è ha notorietà internazionale per i rapimenti di parecchi europei, cosa che ha ridotto praticamente a zero il turismo in quelle zone che affascinavano non pochi Occidentali togliendo una delle poche occasioni di lavoro per quelle genti.
I Tuareg sono una popolazione indigena di gran parte del
Sahara centrale e del Sahel: oggi le loro maggiori concentrazioni
sono nel nord del Niger e del Mali in cui essi rappresentano circa il 10
per cento della popolazione nazionale, circa un milione sono in Niger
e, forse, un po di meno in Mali.
Altre popolazioni Tuareg sono nel sud dell’Algeria e nel sud ovest della
Libia, dove essi formano piccole minoranze di circa 50.000 o meno
e forse da 25.000 a 50.000 in Burkina Faso e un più piccolo
gruppo in Mauritania.
E’ tra queste comunità, in particolare nord del Mali e in misura minore del Niger, che il AQIM si è diffuso: tuttavia il fatto che alcuni tuareg aderiscono ad Qaeda non significa che tutto il popolo sia responsabile delle loro azioni : possono anche essere considerate come delle vittime come in ogni altra nazione .
Il fatto è che i Tuareg si trovano in estrema difficoltà e lottano disperatamente per sopravvivere: i movimenti islamici estremisti promettono una alternativa sociale’ soprattutto tra le persone socialmente svantaggiate, repressi ed emarginati. Dal 2004 in poi, i governi di Algeria, Niger, Mali e Mauritania usato il pretesto della lotta ad al Qaeda per reprimere l’opposizione delle fastidiose minoranze etniche Tuareg. Si è anche esagerato per dimostrare la potenziale minaccia del terrorismo nella regione del Sahara-Sahel. per ricevere i generosi aiuti finanziari e militari da Washington.
Soprattutto c’è la questione dello sfruttamento dei
giacimenti petroliferi e delle miniere che si trovano nei loro
territori tradizionali ma che vengono gestite dai governi centrali
: meglio sarebbe dire dai gruppi dirigenti che incamerano i profitti.
E’ un problema comune a tanti paesi e che scatena dovunque rivolte e
guerre civili. Si sospetta che in alcuni casi i rapimenti siano stati
pilotati dai governi per addossare poi la colpa ai Tuareg stessi.
La ribellione del Niger è nata per la richiesta di un godere dei
benefici dello sfruttamento e sviluppo delle risorse naturali della loro
regione, in Mali per la privazione dei diritti e l’emarginazione
per la incapacità del governo di rispettare gli impegni di un accordo di
pace che derivavano da una precedente ribellione durante fino
1990. Nel febbraio 2008, le forze del Mali hanno attaccato i
Tuareg nel nord provocando attacchi di ritorsione contro
l’esercito e una escalation del conflitto globale
In questo contesto la rivolta sociale ed etnica si intreccia inestricabilmente con il fondamentalismo religioso che è d’altra parte un elemento essenziale dello stile di vita che i Tuareg cercano di far sopravvivere. Ma il progresso avanza inesorabile: al di dei credi religiosi, delle buone intenzioni nel mondo moderno la cultura dei Tuareg è ormai destinata a soccombere come tante altre culture antiche ed illustre
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